“Riconosciti in Plan”: iniziativa per cercare gli 11.500 bambini italiani aiutati nel Dopoguerra

Presentata anche una petizione in favore di Malala Yasufazi per il presidente pachistano Zardari

 

PLAN TORNA IN ITALIA E LANCIA L’INIZIATIVA “RICONOSCITI IN PLAN” per cercare gli 11.500 bambini italiani aiutati nel II Dopoguerra

 

Raffaella Gravina, sostenuta a distanza da Gary Cooper nel 1953 grazie a Plan, racconta la sua esperienza con la testimonianza di Maria Cooper, figlia dell’attore, in collegamento da New York

 

Milano, 8 novembre 2012 – Oltre 11.500 i bambini rimasti orfani in Italia a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Ad occuparsi di loro, dal 1947 al 1969, Plan International, un’organizzazione nata nel 1937 per aiutare proprio i bambini ridotti in miseria, fornendo loro cibo, alloggio e istruzione. Oggi Plan torna in Italia, con la nuova sede di Milano, per cambiare il destino di molti altri bambini e bambine, mettendo in contatto persone di tutto il mondo con lo scopo di creare una comunità globale che riconosca, affronti e si impegni a garantire loro bisogni e diritti.

Per celebrare il suo ritorno, Plan ripercorre i 75 anni della sua storia proprio attraverso il racconto di chi è stato aiutato nel dopoguerra italiano lanciando l’iniziativa Riconosciti in Plan: attraverso una campagna stampa, radio e web gli italiani saranno chiamati a riconoscersi o a riconoscere parenti e conoscenti adottati a distanza grazie a Plan, tramite le loro foto di allora.

“Fu uno dei fondatori di Plan, Esme Odgers, a mettere a punto quello che oggi chiamiamo ‘sostegno a distanza’ – spiega Tiziana Fattori, Direttore Nazionale di Plan ItaliaL’idea derivava dalla convinzione che tra bambino e ‘benefattore’ dovesse instaurarsi un legame speciale, quasi personale, fatto di scambi di lettere e affetto. Con ‘Riconosciti in Plan’ vorremmo ricostruire questi legami che hanno fatto la nostra storia in Italia e creato opportunità per milioni di bambini”.

Le foto raccolte nel dopoguerra negli archivi di Plan verranno, infatti, rese pubbliche non solo per supportare la campagna Riconosciti in Plan ma soprattutto per donare agli italiani un importante tassello della loro storia, ripercorrendo le tappe del loro passato tra il 1947 e il 1969.

Prima ambasciatrice del progetto è Raffaella Gravina, adottata a distanza da Gary Cooper nel 1953 grazie all’impegno di Elma Baccanelli Laurenzi, all’epoca direttore nazionale di Plan Italia, che coinvolse molti benefattori americani, tra cui divi del tempo – Gary Cooper, Raymond Burr, Peter Ustinov, Sandra Dee, Harry Belafonte, Helen Bonfils – attivando adozioni a distanza su tutto il territorio italiano, da Milano a Roma, da Pesaro a Salerno, da Napoli a Reggio Calabria. Raffaella Gravina ha raccontato la sua esperienza supportata dalla testimonianza di Maria Cooper Janis, figlia dell’attore, in collegamento in diretta da New York.

Nella condizione disagiata in cui mi trovavo in quegli anni, non avrei mai immaginato che una personalità come Gary Cooper decidesse di adottarmi a distanza – racconta Raffaella Gravina – Con quel gesto, ha radicalmente cambiato la mia vita regalandomi l’opportunità di vivere dignitosamente. Incontrare oggi la signora Maria Cooper è un’emozione grandissima perché il tempo non ha mai cancellato il  legame e la gratitudine che nutro nei confronti di suo padre e della sua famiglia”.

L’impegno di Plan Italia, parte subito con una importante petizione in favore di Malala Yasufazi, la studentessa pakistana ferita a causa del suo impegno per il diritto allo studio delle ragazze del suo paese. Il 10 novembre, un mese dopo l’attentato, Gordon Brown, inviato speciale delle Nazioni Unite per l’educazione globale consegnerà le firme raccolte, in nome di Malala al presidente pachistano Zardari affinchè definisca un piano per favorire l’istruzione dei minori in Pakistan. Il Pakistan è, infatti, il secondo Paese con il più alto numero di bambini non scolarizzati – 5,1 milioni – nonostante ciò, negli ultimi dieci anni, ha ridotto la spesa per l’istruzione dal 2,6% al 2,3% del PIL. Come Malala, nel mondo sono oltre 66 milioni le bambine che non hanno accesso alla scuola, a cui viene negato il diritto all’istruzione a causa di povertà, discriminazioni, violenze e matrimoni precoci.

Firmando questa petizione possiamo rendere possibile il cambiamento – spiega Tiziana Fattori, Direttore Nazionale di Plan ItaliaMa il caso di Malala è solo la punta dell’iceberg. Come lei milioni di bambine sono lasciate ai margini della società e condannate a una vita fatta di povertà e privazioni. Con la nostra campagna ‘Because I Am a Girl’ stiamo cercando di aiutare 4 milioni di bambine ad ottenere la formazione, le competenze e il supporto di cui hanno bisogno. Il nostro scopo è parlare dritto al cuore delle persone e soprattutto delle donne, che meglio comprendono il peso di un’infanzia sottratta a una bambina”.

Con lo stesso impegno con cui nel passato, Plan si occupava di restituire un futuro ai bambini orfani a causa della guerra, oggi si batte per migliorare le condizioni di vita delle bambine private del diritto all’infanzia, lavorando con loro, aiutandole a sviluppare le loro potenzialità, rendendole protagoniste e membri attivi all’interno della comunità. E lo fa chiedendo il sostegno, da oggi, anche degli italiani.

Come riconosciuto da Malala, la discriminazione assume molte forme, alcune delle quali vicine allo sfruttamento. A livello globale, infatti, sono troppe le bambine derubate della loro infanzia. Una bambina su tre – tra gli 11 e i 15 anninon è scolarizzata, molte di loro provengono dalle aree più povere del pianeta. Nonostante in molti Paesi, poi, il matrimonio sia consentito solo con il raggiungimento della maggiore età, una ragazza su sette è già sposata prima dei 15 anni e la metà diventerà madre ancor prima dei 18. Ogni anni il numero di ragazze costrette a sposarsi prima dei 18 anni raggiunge quota 10 milioni.

Oggi Plan è un’organizzazione umanitaria globale che opera in 69 Paesi di cui 50 in via di sviluppo ed è impegnata in prima linea nella tutela dei diritti dell’infanzia, soprattutto delle bambine. Grazie a 8.000 collaboratori e 60.000 volontari, è una delle organizzazioni non governative più autorevoli e rispettate a livello mondiale.

 

 

Plan Italia è un’associazione italiana riconosciuta senza fini di lucro e affiliata a Plan International. Lavora da oltre 75 anni con le bambine e i bambini nei Paesi più poveri del mondo, per aiutarli a costruire un futuro migliore per loro e le proprie comunità. Dal 1947 al 1969 Plan ha sostenuto ben 11.500 bambini in Italia rimasti orfani a seguito della II Guerra Mondiale.

 

 

 

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