Record di discesa nell’abisso: fermati dal meteo, gli Speleo Mannari rilanciano

Nuove scoperte nell’abisso Roversi: gallerie e una stanza bianca a meno 1150 metri
La bomba d’acqua li ha fermati, ma gli Speleo Mannari rilanciano
“La spedizione per battere il record italiano di discesa in profondità sarà ritentata appena ci saranno le condizioni meteo”, spiega lo speleo sub Luca Pedrali

Luca Pedrali in tenuta da subMINUCCIANO, 13 ottobre 2014 – La bomba d’acqua di sabato li ha fermati, ma gli Speleo Mannari rilanciano. È stato il maltempo, con l’acqua che saliva dal fondo e cadeva dall’alto, ad impedire a Luca Pedrali (nella foto), Nadia Bocchi e agli Speleo Mannari di battere il record italiano di discesa in profondità. Si sono infatti calati nell’abisso Paolo Roversi, sulle Alpi Apuane, ma a causa della forte pioggia sono stati costretti a fermarsi a meno 1190 metri anziché raggiungere i meno 1350 prefissati.

Ad arrivare a 160 metri dal record, insieme a Luca Pedrali, uno dei migliori speleo sub d’Europa, e alla moglie Nadia, c’erano Filippo ‘Felpe’ Felici, Sandro Sorzè, Andrea ‘Mammolo’ Nacunda, Floriano Martinaglia (squadra di ricognizione) e Mauro Regolini, Riccardo ‘Zairo’ Nucciotti, Ruben Fuendes e Gianmarco Innocenti (squadra che accompagnava la coppia bresciana di speleo sub).

I più vicini alla grotta sono venuti da Viareggio (Zairo) e Lucca (Gianmarco), ma c’era chi ha viaggiato molto per collaborare all’impresa (Ruben dalla Basilicata, Floriano dalla Svizzera, gli stessi Luca e Nadia Pedrali, da Brescia), e che tornerà non appena ci saranno le condizioni meteo per ritentare la conquista.

Il brutto tempo ci ha impedito di portate a termine l’impresa – spiegano Luca e Nadia -. Siamo scesi con una prima squadra di ricognizione che preparava la strada e i campi di sosta, ed una seconda che portava i materiali subacquei, e a meno 1190 ci siamo dovuti fermare a causa dell’aumentare dell’acqua e poiché avevamo finito le corde”.

Questo è accaduto sabato 11 ottobre intorno alle 17,30, ma la risalita è avvenuta nella giornata di domenica 12, con la riemersione in superficie intorno alle 15. “Ci siamo fermati a meno 1000 per decidere il da farsi – prosegue Nadia – e deciso di tornare al campo base a meno 800, perché il rischio era alto. L’acqua nei meandri è aumentata molto velocemente. Quando la notte, mentre riposavamo al campo base, è arrivata l’onda di piena, pioveva addirittura sopra la tenda nonostante fosse posizionata a 30 metri dalla cascata”.

Gli speleo però hanno lasciato sul fondo dell’abisso bombole, pinne, piombi e attrezzature: “In questo modo – spiega Zairo – quando torneremo giù saremo più leggeri e ci muoveremo meglio e più in fretta”.

Non sono però mancate le scoperte, in una zona del comune di Minucciano interessata dall’estrazione del marmo, nei pressi del passo della Focolaccia, dove ci sono diversi abissi tutti intorno ai 1000 metri di profondità. “Con la squadra di ricognizione e armo abbiamo scoperto nuove gallerie a quota 1150 metri, tra cui una stanza bianca con aragoniti, stallattiti che a causa del forte passaggio dell’aria si deformano in base alle correnti d’aria”, spiega Gianmarco Innocenti.

A quando la nuova discesa? “Dobbiamo ancora decidere – risponde Luca Pedrali -: ritenteremo non appena ci saranno le condizioni. Non si tratta di una grotta facile: è impegnativa a causa di pozzi e strettoie. Ma senza l’appesantimento dei materiali la discesa sarà sicuramente più agevole”.

 

Per maggiori informazioni:
Remo Rossi: rossi_remo1@virgilio.it
https://www.facebook.com/speleo.mannari

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