Raccontonweb: “Resta così” di Giulia Castelli

Resta così

Lo aveva imparato a sue spese che la timidezza poteva rappresentare un problema nelle relazioni con l’altro sesso, perché se da un lato era sinonimo di riservatezza e scarsità d’esperienze, dall’altro rappresentava un bell’intralcio nella attuazioni acrobatiche delle performance amorose.

Lo aveva imparato lasciandosi portar via tutti gli uomini da donne assai più allupate e disinvolte di lei, non necessariamente più belle né più simpatiche, semplicemente più nude, ammiccanti e maliziose.

Gli uomini in quelle donne avevano trovato una promessa di felicità. Avevano investito sulla conquista delle stesse, esattamente così come, negli anni a venire, avrebbero investito il portafogli sull’effetto ringalluzzente delle pillole blu.

Oggi, al ricordo di ogni uomo fuggito via, Ilenia sorride mestamente, sussurrando un tiepido “meglio così!” perché, di fatto, nulla avrebbe potuto la sua pudicizia contro la dirompente sensualità di certe giraffe scosciate e accattivanti.

L’essere rimasta se stessa, nel tempo l’ha premiata, perché da quando è entrato Filippo nella sua vita, non ha più da farsene un problema del suo arrossire.

Lui non ama le donne sfacciate e aggressive, quelle che ti saltano addosso appena conosciuto e ti disconoscono un istante dopo, quelle con tette e culo sempre in bellavista, a garanzia di qualità sulla mercanzia.

Filippo ha scelto Ilenia come futura madre dei suoi figli proprio perché lei è così e non c’è giorno che non ringrazi Dio per averla messa sulla sua strada.

E ringraziando ringraziando, capita spesso che, durante le finte visite pomeridiane alla sua mamma, s’ ecciti  come un asino in astinenza alle movenze infuocate della sua amante, l’appariscente signora di Via Mazzini che, praticamente da sempre, non disdegna i sollazzi e lenisce le insoddisfazioni.

 

Giulia Castelli
“Nasco a Caserta il 22 Maggio del lontano 1975 e dodici anni dopo scrivo il mio primo racconto.
Tutt’oggi continuo a giocare con le parole, componendo frasi che poi adatto all’orecchio.
Scrivo sempre, nei momenti liberi e in quelli impegnati, bloccando pensieri su superfici di salvataggio che mi riservo di sviluppare a tempo debito, ma è l’assemblaggio delle idee per l’intessitura della trama  il mio momento ludico preferito.”

Questo racconto è edito da “Gli Occhi di Argo” sul segnalibro di Aprile 2011.

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