Psicologia dei mass media: bulimia mediatica e dimensione educativa

di Francesco Augello

Nella comunicazione mass mediale il successo
di un collettivo ridacchio è direttamente proporzionale
al livello di sintonizzazione mediatica.
Cosicché più si fa bassa la dimensione educativa,
più emergeranno copiosi ed alti gli sghignazzi.



Gianfranco Bettetini e Armando Fumagalli, rispettivamente l’uno tra i massimi studiosi di semiotica dei linguaggi (venuto a mancare nel 2017), l’altro docente di Semiotica presso l’Università Cattolica di Milano, sostengono, a buon ragione, che in una società democratica un’informazione corretta è ancora più
necessaria che in una società autoritaria, dittatoriale, in quanto l’informazione all’interno di uno stato democratico si configura come linfa vitale e premessa per l’instaurazione dialogicamente positiva e sensata di decisioni valide erga omnes; tuttavia non, e solo, per questo, la notizia va ed è limitata alla sfera pubblica, bensì anche a quella privata, giacché l’informazione, essendo un bene primario, se in
qualche modo viene riconosciuta come essenziale, deve consentire ai canali di messa in circolo della stessa e ai loro curatori, giornalisti, opinionisti, prima come uomini, poi come professionisti, di poter prendere posizione, obiettiva, sia a livello pubblico che privato.
Secondo alcuni mass-mediologi il messaggio veicolato attraverso lo strumento mediatico, indipendentemente dal canale, dal codice utilizzato e dall’emittente, si collocherebbe sempre e comunque all’interno di una dimensione educativa. Gli autori di cui sopra, ribadiscono a tal proposito che è vero che viviamo in una società caratterizzata da più informazioni su un maggior numero di eventi, e che la dimensione educativa non può che coglierne il dato, ma per il cittadino medio non sembra tutto ciò bastevole a garantire una migliore comprensione del mondo che lo circonda e che lo informa di quanto in esso avviene, per tal motivo va accolta la seguente affermazione degli autori: non basta
la quantità di notizie […] occorre poter costruire sentieri di senso. In ultima analisi il rapporto tra media e dimensione educativa richiede la contestualizzazione del messaggio stesso: Tv, carta stampata, Internet con i suoi altrettanti canali contestualizzati e codificati da un linguaggio non democratico ma di pura esaltazione delle proprie competenze linguistiche esclusive della rete e dei servizi di volta in volta utilizzati dai cybernauti. Tale affermazione, doverosamente da me condivisa ed ampliata, degli stessi autori va letta in chiave positivamente critica, poiché accanto a episodi che vengono esposti
dettagliatamente, si assiste quotidianamente a fenomeni di costruzione di significati distorti, costruzioni di realtà artefatte con personaggi a volte parzialmente o totalmente virtuali che fanno leva su alcuni motivi sottolineati dallo stesso Bettetini, tra cui: la fragilità del sistema, i limiti del dialogo e la diffusa
convinzione all’interno della corporazione dei giornalisti e del settore informativo in generale di dover dare notizie, che solo nell’apparenza, spesso, troppo spesso, risultano obiettive, trincerandosi dietro una (abusata) deontologia professionale fusa alla morale. Ed è in questo connubio che emerge ancor più forte e distorto il legame tra media e dimensione educativa, essendo quest’ultima insieme alla dimensione informativa, immoralmente inficiata e de-formata come de-formato viene il significato del termine deontologia che dal greco (tò déon) indica semplicemente il dovere. Un dovere, a bene intendere, che non tiene conto, ahinoi, oggi più di ieri, di un fine e di un bene pro populi che è proprio della morale e
dell’etica.
Bibliografia minima
[1] Cheli E., La realtà mediata. L’influenza dei mass media tra persuasione e
costruzione sociale della realtà, Milano, Franco Angeli Editore, 1992.
[2] Gili Guido, Il problema della manipolazione: peccato originale dei media?,
2001, FrancoAngeli, Milano.
[3] Giorgino Francesco, Dietro le notizie. Il mondo raccontato in sessanta righe e
novanta secondi, 2004, Mursia, Milano.
[4] Giorgino Francesco, Dietro le notizie. Il mondo raccontato in sessanta righe e
novanta secondi, 2004, Mursia, Milano.
[5] Lippmann Walter, L’opinione pubblica, 1995, Donzelli, Roma.
[6] Marcuse Heidegger, L’uomo a una dimensione, 1964, Einaudi, Torino.
[7] Mastronardi V., Le strategie della comunicazione umana. La persuasione, le
influenze sociali, i mass media, Milano, Franco Angeli Editore, 1998.
[8] McQuail Denis, Mass Communication Theory, 2000, Sage Publications.
[9] McQuail Denis, Sociologia dei media, 2001, Il Mulino, Bologna.
[10] Paccagnella L., Sociologia della comunicazione, Bologna, il Mulino, 2004.
[11] Sara Bentivegna, Politica e nove tecnologie della comunicazione, Editori
Laterza, Bari, 2002.
[12] Sara Bentivegna, Teoria delle comunicazioni di massa, Editori Laterza, Bari 2007.


[13] Sorice Michele, Sociologia dei mass media, 2009, Carocci Edito

BIOGRAFIA AUTORE

Francesco Augello, (Agrigento, 1973), docente di filosofia e scienze umane, aforista, poeta, andragogista con un forte background nella divulgazione informatica e sistemistica che sapientemente lega da anni al mondo della tutela dei minori e delle disabilità. Esperto di pedagogia ad orientamento clinico-giuridico-tiflologico, interessato alle dinamiche socio-mediatiche e psico-educative, in qualità di saggista collabora dal 2004 con diversi editori e riviste scientifiche. Coordinatore e consulente tecnico scientifico in progetti di ricerca per l’innovazione e le disabilità. Nel 2017 ha ricevuto un encomio per i “servizi resi nell’interesse dell’Assessorato per il Territorio e l’Ambiente della Regione Sicilia –  per il “supporto dell’attività politico istituzionale connessa all’azione di comunicazione, volta alla promozione e valorizzazione dei parchi regionali, con particolare attenzione  alla formazione di piani – progetti per la fruizione da parte di soggetti diversamente abili. Uno studioso eclettico, docente MIUR in Istituti Tecnici Industriali e Licei, esperto in progettazione sociale e di reati informatici. CTU c/o il Tribunale di Agrigento, collabora con le FF.OO e studi legali, in ambito civilistico e penalistico, come consulente di parte per le ipotesi criminali riferibili all’ambito delle scienze e delle attività dell’Information Ternology, studiandone l’origine empirica e la matrice casistica degli illeciti.

2 thoughts on “Psicologia dei mass media: bulimia mediatica e dimensione educativa

  1. Molto interessante professore, dovremmo riflettere ogni giorno sui contenuti di questo suo articolo accademico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *