Prevenire si può anche i tumori ed altre malattie con un’alimentazione consapevole e preventiva

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

 

 

Il 40° della popolazione in Europa muore per malattie cardiovascolari; il 26% per un tumore; mentre in Italia attualmente sono circa 2.243.000 le persone affette da una neoplasia, e nella sola Torino sono almeno 42 mila. Ogni anno si verificano nel nostro Paese 366 mila nuovi casi di tumore: 55 mila tumori del colon, 50 mila della mammella, 38 mila del polmone. Per contro la sopravvivenza è notevolmente aumentata: a 10 anni è del 60% dei casi, e del 64% a cinque anni. Sono questi i dati con i quali il dott. Mario Airoli (nella foto), oncologo all’ospedale Molinette di Torino, ha introdotto la sua relazione il 7 maggio scorso per il ciclo di incontri sulla prevenzione a cura della associazione Più Vita in Salute. «E anche in questo ambito si può parlare di prevenzione – ha spiegato – tant’è che circa il 40% dei tumori sono prevenibili, e se si agisce in tal senso si ottiene un impatto sociale positivo notevole, ossia riduzione dei costi ospedalieri ed assistenziali, sia diretti che indiretti». Si parla quindi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, ovvero mantenere le condizioni di benessere ed evitare la comparsa di un tumore; intervento di secondo livello che mediante la diagnosi precoce di malattie, in fase asintomatica (programmi di screening) mira ad ottenere la guarigione o comunque limitarne la progressione; accurato controllo clinico-terapeutico di malattie ad andamento cronico o irreversibile che ha come obiettivo quello di evitare o comunque limitare la comparsa sia di complicazioni tardive che di esiti invalidanti. Ma quali le cause di un tumore? «Sono molteplici – ha precisato il clinico – come ad esempio le sostanze chimiche ed ambientali, le radiazioni, una dieta scorretta, eccedere nel fumo e nell’uso di alcolici, l’ereditarietà, etc.; tenendo presente che il cancro ha una eziologia multipla tale da creare un danno al nostro DNA o “acido desossiribonucleico”, la più piccola quantità di una sostanza (molecola) che contiene tutte le informazioni per far svolgere un processo in un essere vivente, animale o vegetale».

 

Tra le cause evitabili, che è bene insistere, il fumo di tabacco che coinvolge ben 11 milioni di italiani, il 13% dei quali inizia il “vizio” prima dei 15 anni di età, il 44% tra i 15 e i 17 anni, e quelli con maggiore istruzione fumano di meno. Ma anche l’abuso di alcolici che non è meno responsabile tanto che, il 14% della popolazione, è a maggior rischio di contrarre il cancro del cavo orale e, a questo riguardo, la diffusione di tale rischio riguarda più il nord nei soggetti tra i 65 e i 74 anni di età. E sono in sensibile aumento i giovani che fumano e bevono alcolici. Ma un altro fattore da non sottovalutare, secondo il relatore, è la condizione di sovrappeso e l’obesità (dovuta all’infiammazione cronica delle cellule) in quanto può dare origine ad un tumore. «Le donne obese – ha precisato – hanno un rischio di ammalarsi due volte maggiore rispetto agli uomini, e il 30% in più il rischio di morte (anche il tumore della prostata è anch’esso correlato all’obesità). Il 10% della popolazione in italia è obesa e il 30% è in sovrappeso; inoltre, 23 milioni (un terzo della popolazione) non fa attività fisica, e il 30% dei sedentari si ammalano maggiormente di cancro». Sul banco degli imputati, in fatto di prevenzione, anche il virus HPV (Human Papilloma Virus), genere di virus appartenente alla famiglia dei Papillomaviridae che risulta essere patogeno solo per l’essere umano, e lo si contrae con l’attività sessuale soprattutto se “non protetta”, che nella donna colpisce il collo dell’utero in circa 3.000-3.500 casi all’anno. Ma è possibile la profilassi tramite vaccinazione, sia alle femmine che ai maschi. Come pure particolare attenzione merita il tumore della pelle a causa della prolungata esposzione al sole, proprio perché i raggi solari alterano il DNA; come pure le lampade solari la cui lunga espsosizione favorisce l’aumeto del rischio di tumore del 70%. «Altra causa di tumore – ha concluso il dottor Airoldi – sono i manufatti asbestosi (amianto) che sono causa del mesotelioma pleuurico e peritoneale, i cui soggetti colpiti sono stati esposti, direttamemte o indirettamente. Considerando inoltre che nell’ambiente sono presenti oltre 30 mila sostanze potenzialmente cancerogene, una vera e propria azione di prevenzione è data dai programmi di screening». Si tratta di esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori (quelle anomalie da cui la malattia si sviluppa) prima che si manifesti con sintomi; in questi casi gli screening oncologici  servono ad individuare precocemente i tumori o i loro precursori, quando non hanno ancora dato segno di sé.

E che dire, ancora, sull’importanza di una corretta alimentazione? Su questo argomento è intervenuta la dietista e nutrizionista Elisa Rosso (nella foto) introducendo l’invito alla conoscenza di una alimentazione consapevole e preventiva. «Il concetto nutrizione consapevole – ha spiegato – consiste nell’essere coscienti in ogni momento di cosa si sta mettendo in bocca e conoscerne gli effetti sull’organismo nel bene e nel male; quello di alimentazione preventiva è inteso come alimentarsi con cibi (e modi) adeguati al nostro organismo per prevenire eventuali patologie. Per attuare queste scelte bisogna quindi saper individuare di quali alimenti abbiamo bisogno, a cominciare dalla qualità e quantità nell’acquisto dei prodotti alimentari, tenendo presente che abbiamo bisogno essenzialmente di carboidrati, proteine e grassi (macronutrienti), ma anche di acque minerali e vitamine (micronutrienti)”. Ma come scegliere gli alimenti? Secondo la relatrice è bene orientarsi verso cibi semplici (non troppo “lavorati”), nutrienti e non necessariamente di elevato valore calorico, controllando gli ingredienti che li compongono che sono deducibili dalle etichette, oltre a contrastare le proprietà benefiche diffuse talvolta dai mass media sotto forma di slogan pubblicitari. È saggio, ad esempio, confidare nel cosiddetto cibo “vero” che è rappresentato da prodotti artigianali (piuttosto che da quelli industriali), che siano sostenibili dal punto di vista ambientale: meglio i prodotti locali e di stagione, con particolari accorgimenti per i cibi conservati e a lunga scadenza. Ma dove mangiare fuori casa?«Anche in questi casi – ha suggerito e concluso la relatrice – le regole non sono diverse, avendo però l’accortezza di scegliere  fonti di alimentazione certificate, non tanto dalla pubblicità quanto invece dagli alimenti che vengono usati, oltre al modo in cui vengono cucinati. È bene in ogni caso evitare sempre gli eccessi dal punto di vista della quantità: nessun cibo è veleno, ma è saggio valutare di volta in volta le scelte e i modi di alimentarsi, anche se oggi mangiare sano è sempre più “impegnativo” e difficile».

Foto di Giovanni Bresciani

 

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