Il Prestito della speranza: ecco cos’è

 Con l’accordo fra l’Associazione bancaria italiana (ABI) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) nella primavera del 2009 nasce il Prestito della Speranza.

Si rivolge alle famiglie che hanno subito nella crisi un impoverimento materiale ed il reddito disponibile non consente più di sostenersi, spesso in seguito alla perdita di lavoro.

Dal febbraio 2011 si è aperta una nuova fase dell’iniziativa per famiglie e imprese.

“Per far fronte al perseverare delle difficoltà economiche – si legge nel sito www.prestitodellasperanza.it – la Cei ha istituito un fondo nazionale straordinario orientato a garantire prestiti bancari da concedere alle famiglie a un tasso agevolato”.

La dotazione patrimoniale, “apportata anche con il contributo di soggetti privati ed istituzionali, è costituita da 30 milioni di euro, di cui 25 milioni destinati a garantire il microcredito sociale e 5 milioni destinati a sostenere il microcredito alle imprese”. Tale consistenza permette di erogare fino a 120 milioni di euro di finanziamenti.

La costituzione del fondo di garanzia con il moltiplicatore “genera un meccanismo virtuoso di solidarietà perpetuabile nel tempo; il moltiplicatore aumenta notevolmente la capacità di intervento rispetto al fondo perduto, dando la possibilità di aiutare nel tempo un numero sempre crescente di persone. Infatti, con la restituzione di un prestito la garanzia torna di nuovo disponibile per un altro intervento”.

La Cei ha così messo in atto un’azione pastorale di carattere nazionale capace di avviare un dialogo con le istituzioni finanziarie e le banche “in vista di un’economia solidale in grado di superare l’unicità della massimizzazione del profitto, aprendosi al mondo bancario, lungo le linee della responsabilità solidale, elementi propri dell’insegnamento della Chiesa” (In caduta libera, Rapporto 2010 Caritas Italiana – Fondazione Cancan, Il Mulino, p. 269)

Per poter presentare la domanda è necessario rivolgersi alla Caritas o agli uffici diocesani incaricati che dopo averne verificati i requisiti soggettivi e la sostenibilità della richiesta inoltra la pratica ad un istituto di credito convenzionato che provvede alla propria valutazione ed alla successiva erogazione del finanziamento.

Davide Lastraioli

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