POCA ATTENZIONE AGLI EFFETTI DEL PROGRESSO TECNOLOGICO DELLA COMUNICAZIONE

La comunicazione umana verbale sta perdendo sempre più valore per lasciare il posto ad immagini che oggi dicono nulla o poco…

Ernesto Bodini

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Io credo che non ci si renda conto, o non lo si vuole ammettere, che la tendenza sempre più spasmodica dell’apparire allontani questi ambiziosi-narcisisti dai reali valori umani e comportamentali. Si prendano ad esempio tutti quei soggetti affetti da selfie mania, ossia quella spasmodica passione di autofotografarsi solitamente accanto a una star dello sport, dello spettacolo o della politica, sino a rasentare l’assurdo che consiste nell’autofotografarsi a fronte di un evento “macabro” o durante una performance spericolata… per poi diffonderla su altri social. Il mezzo, oltre ad essere economico è di facile e multiuso, ossia il telefono cellulare, meglio se di ultima generazione. Ma quel che è peggio è che questo “aggeggio”, che ci sta condizionando un po’ tutti ad eccezione di quelli che lo usano con più criterio magari in ambito famigliare o per ragioni professionali, non di rado viene usato anche per compiere illeciti: adescamenti, fotomontaggi, fake news, falsi allarmi, denunce anonime, ricatti, etc. e nonostante ciò, nessuno è in grado di porvi un sufficiente freno se non solo quando il misfatto è compiuto. Vi sarà pur qualche “restrizione” come, ad esempio, limitarne l’uso ai minori di una certa età, ma è evidente che ciò non basta visto il manifestarsi dell’abuso a tutte le età, ovunque e anche a scuola. Ecco dunque un esempio degli effetti deleteri di questa evoluzione, e agli inventori e produttori poco o nulla importa se tale prodotto è causa di molti problemi comportamentali ed esistenziali; i quali a loro difesa citano le notevoli comodità di utilizzo, come quella del comunicare con urgenza in qualunque luogo e situazione… sino anche a salvare vite umane. Ma se si mettono a confronto i pro e i contro, qual è in realtà il maggior vantaggio? Non si può negare né l’uno e nè l’altro aspetto,  ma sta di fatto che spesso gli effetti negativi creano notevoli problemi alla società. Inoltre, anche le P.A. si avvalgono dei messaggi dal cellulare per comunicare al cittadino una informazione, un appuntamento o altro, ma se il ricevente non lo comprendesse perchè troppo sintetico e poco chiaro, o se lo annullasse incautamente, le conseguenze potrebbero essere spiacevoli… Ma tornando alla selfimania, ammesso che riservi un minimo spazio di utilità e piacere come ripeto in ambito famigliare, tra i protagonisti aficionados non si è quasi mai visto immortalarsi  accanto a uomini di Scienza o di elevata Cultura, fatta eccezione in questo periodo con i protagonisti del Clero; e se anche fossero in vita personaggi autorevoli di grande spessore umanitario, nessuno ci terrebbe avere con loro una foto ricordo; mentre, sono convinto, che se fosse possibile molte persone si farebbero un selfie magari con Putin o Zelensky, piuttosto che con Trump… trofei da esibire con orgoglio per poter dire: «Ero vicino ad una super potenza mondiale».

Ma anche senza la presenza di questi “aggeggi” tanto utili quanto detestabili, documenti storici fotografici ci tramandano testimonianze che inducono alla riflessione, come ad esempio la realtà dell’Olocausto, così pure il nobile vissuto di Madre Teresa di Calcutta, del dottor Albert Schweitzer, di Don Carlo Gnocchi, di Nelson Mandela, o di Indira Ghandi, per citarne solo alcuni. Le relative documentazioni di questi personaggi e delle loro opere umanitarie non vengono divulgate nelle scuole, così come non viene insegnata Storia della Medicina nelle relative Facoltà la cui ricchezza di personaggi ed eventi dovrebbe essere considerata patrimonio culturale dell’Umanità. Dalla selfimania più becera alla non rilevanza di tutto ciò che può essere più utile alla società, si delinea una realtà priva di quei valori che si tenta (a mio avviso) spesso inutilmente di compensare con il riconoscimento di nomine dall’attributo istituzionale, magari con tanto di pergamena, medaglia o lustrino. Mi si giudichi pure come si vuole, ma i fatti sono fatti, e non si possono negare per far piacere a chi è conformista… per convenienza o per mancanza di obiettività. Per concludere, io credo che l’eccesso di protagonismo sia nell’ambito delle professioni che del volontariato risulta piuttosto deleterio, ipocrita e pregiudizievole specie se si ha l’ambizione di perorare una giusta causa (pesso presuntuosa). E paradossalmente, anche se difficile da dimostrare, l’autoproporsi con buoni intenti nella società è come voler relegare i pochi ma buoni oltre il confine… senza possibilità di ritorno!

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