Più sicurezza nei luoghi di vita e di svago: a Torino un convegno di rilevanza sociale e professionale

Utile una classificazione sui rischi e la sicurezza inerente la tutela della salute

 

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Significativa è stata la partecipazione al convegno Sicuri in Casa Sicura, che si è tenuto il mese scorso nella sala congressi della  Città di  Rivoli (Torino). Il convegno dal titolo “Rischi per la salute  e la sicurezza presenti anche nei luoghi di vita e di svago”, oltre alla presenza di gente comune ha richiamato anche e, soprattutto, la presenza di addetti ai lavori quali periti industriali, ingegneri, architetti, amministratori condominiali, agenti di intermediazione immobiliare, addetti alla sicurezza, assicuratori, tecnici della prevenzione, rappresentanti di associazioni e persino studenti universitari. L’incontro è stato coordinato dal Project Manager Dino Cellupica   di  Sicuri in Casa Sicura,  nonché titolare dell’omonimo Studio Tecnico. Il progettista ha inteso focalizzare il problema per la salute delle persone e degli animali derivante dalla possibile presenza – anche nei luoghi di vita e di svago – di rischi “invisibili” (in particolare legionella, radon, inquinanti indoor,  campi elettromagnetici, fulmini e rischi da sovratensioni indotte) .

Da tutti i relatori sono emersi suggerimenti ed indicazioni per eliminare e prevenire detti rischi “killer”, nonché consentire a tutti coloro che possono essere maggiormente esposti (quali persone disabili, bambini, anziani, casalinghe, etc. ) di poter vivere o stazionare in  sicurezza all’interno dei propri luoghi di vita e di svago. Particolare interesse ha suscitato la presentazione, da parte del Project Manager, della nuova “certificazione” inerente la Classificazione del Livello di Sicurezza presente nei luoghi di vita e di svago. «Anche se a tutt’oggi è ancora facoltativa, tale classificazione una volta ottenuta – ha spiegato Cellupica –, oltre a migliorare la tutela della salute e della sicurezza delle persone che maggiormente vivono nei luoghi di vita,  consente di fornire un valore aggiunto al “brand” del proprietario del luogo di vita e svago, di ridurre i consumi energetici, facilitare l’accesso a eventuali finanziamenti per l’acquisto dell’immobile classificato sicuro, migliorare la probabilità di vendita o di locazione dell’immobile classificato sicuro, conseguire risparmi per coperture assicurative da rischio case e responsabilità civile».

Non meno importanti gli aspetti legali, illustrati dal penalista Pierfranco Massia e dal civilista Enrico Giorio, sulle responsabilità civili e penali poste dalla legislazione a carico dei proprietari, gestori, amministratori di immobili in caso di inadempienza in materia di tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente; mentre particolarmente incisivo è stato anche  l’intervento del segretario nazionale vicario del Comitato Nazionale Sicurezza (CNS) Giancarlo Boesso, che ha evidenziato la possibile utilità (di una futura applicazione ) della certificazione del rischio anche per i luoghi di vita, ad esempio per quanto concerne l’agibilità e l’idoneità abitativa.

 

A margine del convegno abbiamo avvicinato Dino Cellupica che ci ha rilasciato una breve intervista.

 

Signor Cellupica, quando nasce il progetto Sicuri in Casa Sicura?

“Dopo un periodo di attenta analisi e di studio,  il progetto prende forma nel settembre 2011 e viene proposto pubblicamente, inizialmente attraverso due convegni in ambito regionale e l’attivazione di un sito appropriato (www.sicuriincasasicura.it)”

 

Tra le persone più esposte a questi rischi, ossia quelle affette da una disabilità psico-fisica, sensoriale e/o motoria, quali sono i risvolti positivi che possono derivare dall’applicazione del suo progetto?

“Inizialmente si potrà ottenere una migliore prevenzione sulla salute di tali persone attraverso una specifica informazione sui rischi cosiddetti invisibili ai quali le stesse possono trovarsi esposte; in seguito, una volta individuata la eventuale presenza nei loro luoghi di vita e/o di svago, dei suddetti rischi potranno adottarsi le misure preventive più opportune al fine di tutelare la loro incolumità”

 

Dei convegni sinora organizzati dal suo Studio, quali sono stati gli aspetti più significativi che hanno destato maggior interesse nei partecipanti?

“Tutti i partecipanti hanno trovato innovativo il progetto presentato dal mio studio per l’introduzione di una classificazione del livello di rischio presente nei luoghi di vita allo scopo esaminati. Inoltre gli stessi hanno espresso il loro interesse all’argomento in quanto fino ad oggi pochi, se non addirittura nessuno, si era occupato di valutare, stimare e classificare il rischio per la salute eventualmente presente in quei luoghi  diversi da quelli di lavoro (appartamenti residenziali, parti comuni condominiali, case vacanze, residence, sedi di circoli e di associazioni sportive e culturali, alberghi, bed & breakfast, etc.)”


In cosa consiste l’attestato di classificazione del rischio e con quali modalità verrà emesso?

“L’attestato è un documento (facoltativo)  che attesta lo stato di rischio esistente in un determinato ambiente/luogo, mediante assegnazione di elementi qualificanti (icone di casette) per il quale ad un numero maggiore di icone di casette assegnate corrisponde una maggior sicurezza riscontrata.
Relativamente alla modalità di rilascio, questa è subordinata all’esecuzione di tutta una serie di attività tecnico-valutative effettuate da tecnici competenti, secondo criteri predefiniti aventi caratteristiche di oggettività, trasparenza e adeguatezza”

 

Il Progetto è limitato ad una applicazione locale o è prevista l’estensione a livello nazionale? E con quali modalità?

“Il progetto si applicherà su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di tecnici locali (regionali) specificatamente formati allo scopo. Inizialmente interesserà il nord ovest del territorio nazionale in seguito, dopo un breve  start-up, il nord est e successivamente il centro e le isole, per poi terminare con il sud. Prevediamo di coprire tutto il territorio nazionale entro il primo trimestre del 2014”

 

Quale sarà la location del vostro prossimo convegno?

“Stiamo organizzando un convegno ad Aosta che si terrà  il prossimo mese di aprile. Mentre a maggio, unitamente all’associazione ALI (associazione aggregazione lavoro ed innovazione) è previsto  un convegno sull’argomento che si terrà in un’area della Reggia di Venaria (Torino)”

 

Foto di Fabio Sanfilippo


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *