PERSONAGGI ALLA RIBALTA CHE VANNO E VENGONO

Troppa enfasi per alcuni e molto meno per altri. Ma all’origine non si era detto che tutti gli esseri sono uguali soprattutto al termine della loro esistenza?

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

È certamente umano dare libero sfogo per apprezzare in ogni circostanza della vita chi, per esempio, ha raggiunto un traguardo sia esso ludico, sportivo o professionale. Ma l’esaltazione in eccesso talvolta trascende nella irrazionalità tanto che l’essere umano sfodera lo scibile negativo della sua personalità come le ingiustificate differenze… e sono purtroppo queste che fanno notizia. Questo atteggiamento, che si manifesta in vari modi, lo si riscontra soprattutto a seguito delle performance (specie se variopinte di messaggi subliminali) di artisti professionisti o dilettanti; mentre in altre circostanze la partecipazione popolare è particolarmente sentita in quanto sincera. E ciò accade quando una star dello sport, del cinema o dello spettacolo lascia questo mondo dopo aver dato il meglio di sè, solitamente non in miseria e con il pregio di qualche suo lascito a ricordo imperituro per i suoi eredi e i suoi fan. Personalmente non ho mai seguito come spettatore il mondo delle star di qualunque estrazione professionale e/o sociale tranne qualche raro caso, essendo la mia indole protesa verso personaggi di particolare valore etico-morale (senza nulla togliere ad altri), la cui esistenza li ha visti dediti a finalità umanitarie, per lo sviluppo delle arti, della cultura e della scienza. È recente la massima attenzione dedicata con ampio e ripetuto spazio alla nota attrice e show girl Raffaella Carrà, scomparsa a causa di una malattia a 78 anni. Il tanto clamore e coinvolgimento mediatico ha trovato molte giustificazioni sia per le sue eccellenti e mai tramontate qualità professionali, sia per la sua signorilità e bontà d’animo, oltre alla “difficile” parentesi della sobrietà. Ed è sempre un momento assai delicato ripercorrere le tappe del suo personaggio divenuto famoso in Italia e all’estero, restando ancorato a quella compostezza proprio come quella della Carrà. Quindi, un personaggio carismatico e indiscusso che ha fatto breccia nel cuore di diverse generazioni in Italia e all’estero per molti anni, e oggi, come parte dei suoi colleghi che l’hanno preceduta, è stata portata nell’Olimpo dei più rinomati artisti tanto da meritare, appunto, spazi giornalistici e televisivi di particolare rilievo. Ma, per quanto meritevole, mi chiedo: queste eccessive attenzioni e relativi attributi post mortem hanno una ratio piuttosto che una più composta limitazione di enfasi? Del resto, ogni volta che muore una star solitamente si passano in rassegna le parentesi migliori del suo percorso in vita, molto più velatamente invece qualche parentesi “negativa”; ma a mio modesto avviso è sempre più difficile trovare un giusto equilibrio nel dispensare equamente onori e attributi cui tutti hanno (o avrebbero) diritto e a tutte quelle citazioni post mortem, peraltro ovviamente meritate. Per contro, però, non sono mancati (e forse non mancherebbero) personaggi di minore notorietà ma di altrettanto merito di menzione, ai quali viene dedicato uno spazio più modesto, e magari proprio perché hanno avuto meno ammiratori in senso numerico. Poi ci sono anche gli eccessi che definirei assurdi (per fortuna assai rari) come, ad esempio, quello che ha riguardato un noto personaggio televisivo scomparso nel 2009, per il quale il Consiglio dei ministri gli dedicò i funerali di Stato e, guarda caso, eravamo in piena era berlusconiana. Solitamente tali eccezionali attenzioni dovrebbero essere riservate a taluni personaggi che abbiano dedicato parte della loro vita al particolare benessere del proprio Paese, o che abbiano compiuto azioni di grande rilevanza umanitaria. Ma tant’è. Quanto espresso non deve essere letto come una sorta di censura, bensì come un invito al rispetto di una maggiore equità e sobrietà perché, diversamente, si continueranno a creare falsi miti e a non considerare i più rari casi che forse avrebbero preferito il solo apprezzamento in vita… e nulla più!

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