PERSISTENTE PREOCCUPAZIONE A CAUSA DI UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ A RISCHIO

Solo repressione (poca) e per nulla prevenzione, e intanto il male ha sempre più il sopravvento sul bene

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Evidentemente non c’è verso per una inversione di rotta: la criminalità è sempre più dilagante, come pure la non punibilità di certi reati, per non parlare della non certezza della pena. E intanto la popolazione italiana è sempre meno protetta e a rischio. Quali e di chi le responsabilità? Dello Stato, almeno in parte, perché è inutile legiferare e innovare o potenziare (?) qualche strategia che, detto per inciso, ha scarsissima valenza di prevenzione… ma solo di repressione, e poi ancora! Come sono pure inutili i continui cambi di governo, giri di poltrone, manifestazioni di piazza perché i soggetti dediti a delinquere (ora anche minorenni) sono sempre più in aumento, e non si capisce bene (o non si vuol capire) le ragioni di tali comportamenti che potremmo definire (senza retorica) demenziali. A volte ci si vanta di avere il fior fiore di laureati ed esperti di problematiche psicologiche e sociali, ma va precisato che la psiche umana è perennemente insondabile… nonostante i “vari Freud e company” di ieri e di oggi. Una constatazione che si può fare tranquillamente senza essere necessariamente degli addetti ai lavori, compresi i criminologi della prima ora, ad esclusione quelli dell’ultima ora che non sono criminologi in senso accademico in quanto in Italia la figura del criminologo al momento non è normata in modo ufficiale e non esistono albi professionali riconosciuti. Quindi, propensione per questa Disciplina, a parte, sarebbe bene a mio avviso insistere sui doveri dello Stato i cui poteri (leggi e Forze dell’Ordine a disposizione), se maggiormente potenziati e resi più pragmatici potrebbero porre un freno alla dilagante criminalità. Ma chi sono io per fare queste affermazioni? Non ho mai preteso di possedere alcuna attestazione accademica, per contro, invece, possiedo il senso dell’osservazione in tutto ciò che mi circonda e di conseguenza valutare, esprimere un parere e magari anche qualche suggerimento, oltre al dovere di divulgare per far sapere in quanto giornalista. Ma a parte le competenze, la popolazione stessa non può non accorgersi degli eventi che minano la collettività, e in ogni caso per esprimere sdegno e timori non sa fare altro che scendere in piazza, e non vuole concepire  che terminata la platealità tutto torna come prima, anzi peggio di prima proprio perché gli eventi nefasti continuano. Per contro, si provi ad immaginare se la gran parte dei cittadini esprimesse timori e preoccupazioni rivolgendosi (individualmente con una raccomandata A/R) alle Autorità di riferimento adducendo loro diretta responsabilità ogni qualvolta accade un misfatto con morti, feriti e quanto altro ancora. Il fatto stesso che le patrie galere siano stracolme è un altro dato di fatto, anzi, a voler ben guardare i denunciati a piede libero in realtà dovrebbero essere reclusi… altro che sopprimere le carceri; un’idea, questa, che sta diffondendosi da un po’ di tempo e non mi sembra che sia condivisa da altri Paesi europei. Per coerenza va detto che altrettanto lacunoso è il fatto che nelle carceri italiane sono scarsissimi i programmi di rieducazione dei detenuti, parte dei quali hanno delle reali potenzialità per un buon recupero e tornare a far parte della società. Ma purtroppo, va anche detto, i non pochi episodi di cattiva gestione delle carceri da parte di alcuni addetti (tra i quali agenti penitenziari) contribuiscono al peggioramento della situazione e, a questo riguardo, o si è drastici per risanare situazioni del genere o si rischia (a breve) di veder raddoppiata la popolazione tendente a delinquere… con le gravi conseguenze del caso. Quindi c’è da preoccuparsi, e non poco, pensando anche alle attuali e future generazioni le cui incolumità ed esistenza sono costantemente a rischio!

Detto questo, mi si provi a contestare quello che stiamo vivendo, e qualora non fossi condiviso da taluni, a questi ultimi non resta che affidarsi al loro Santo protettore per preservarli da personali nefaste conseguenze. Provo comunque una gran pena per chi fa parte dell’Ordine pubblico (compresi gli operatori sanitari soggetti anch’essi ad episodi di aggressione negli ospedali) e rischia ogni giorno la propria vita per proteggere la nostra, e a volte il loro sacrificio risulta vano lasciando vedove/i e orfani/e… Ancora oggi si sente dire: «Si stava meglio quando si stava peggio» (chi non ricorda gli anni ’50 e ’60?), più che una affermazione è una reale constatazione della quale in pratica non se ne tiene conto, e ciò significa che l’esperienza dei nostri avi non è servita e, proprio a causa di ciò, contiamo ogni giorno sempre più reati, feriti e morti e, finché si fa solo repressione (quando la si fa) e non prevenzione, non si andrà da nessuna parte se non sprofondando nell’oblio senza possibilità di riemergere. Un’ultima considerazione: si dice che lo Stato è come un padre di famiglia, ma se non sa prevenire, educare e (all’occorrenza) punire i suoi figli più sbandati, evidentemente non è un buon genitore. Ergo: la “Famiglia Italia” è abbandonata a se stessa!

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