Paolo Pintacuda, vincitore Premio Solinas 2010, si racconta

 

 

 

Eccoci di nuovo in compagnia di Paolo Pintacuda, lo sceneggiatore bagherese che è stato protagonista delle pagine del nostro giornale circa un mese fa per la sua nomination e la successiva vincita del premio per la migliore sceneggiatura cinematografica. Il primo “incontro” con lui lo abbiamo avuto nel periodo in cui era trapelata la notizia che lui fosse tra i sei finalisti del premio Franco Solinas e poi ci siamo occupati, con grande gioia, di divulgare la notizia della sua vincita all’isola della Maddalena. Oggi, per la terza volta, siamo di nuovo con lui, nella sua città, tra le ville settecentesche, che ospitano i quadri di Guttuso, i paesaggi che hanno ispirato Ignazio Buttitta, e la gente bagherese, che abbiamo visto nel fim Baaria di Giuseppe Tornatore. In questo scenario artistico Paolo ci ha raccontato un po’ di sé e delle sue emozioni.

Paolo, raccontaci la prima reazione dopo la proclamazione del Premio?

È stato come essere travolto da una slavina di emozioni: allegria, felicità, soddisfazione. Qualcosa che a distanza di un mese ancora mi accompagna. Ho persino dimenticato di ringraziare i giurati. Lo faccio adesso! 

La notizia era trapelata oppure è stata una sorpresa? 

Né io né gli altri finalisti sapevamo chi sarebbe stato premiato. Ho saputo di aver vinto solo al momento dell’annuncio.

Com’è stato il rientro dall’isola de La Maddalena dopo la vincita del Premio?

Non sono rientrato subito in Sicilia, col regista Vincenzo Tripodo mi sono fermato a Roma per motivi di lavoro. I primi veri festeggiamenti sono iniziati a una settimana da La Maddalena sia a Bagheria che a Messina.

Cosa è cambiato in questo mese?

Certamente non io! Naturalmente rispetto a prima la visibilità è maggiore, gli impegni più numerosi, ma la voglia di affrontarli identica. C’era professionalità e responsabilità prima, ci sono a maggior ragione adesso.

Per quando credi possano cominciare il “lavori” di realizzazione di “Scuru”?

Speriamo al più presto, probabilmente l’anno prossimo. In questo momento però è un po’ prematuro parlarne.

Altre sceneggiature in cantiere ce ne sono?

Naturalmente si. Ho diversi progetti su cui sto già lavorando. Le idee non mancano, nel mio lavoro quelle sono la materia prima.

Adesso ce lo puoi dire: A chi hai dedicato la vittoria del Premio Solinas?

L’ho dedicato a G., una meravigliosa donna che conosce bene il significato della parola “sogno”.

Giusy Chiello

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *