Palermo indifferente alla lotta alla mafia? Speriamo di no


Oggi 19 luglio, anniversario della morte di Paolo Borsellino, si accusa di insensibilità la città di Palermo, ponendo il classico dito nella piaga di una ferita, che certo, non è ancora chiusa. Tra chi punta il dito verso Palermo, troviamo  Nino Di Matteo, il pm dell’antimafia palermitano, il quale dichiara che la città palermitana sta tornando all’indifferenza del passato nei confronti della mafia. La motivazione di questa affermazione è data dal fatto che ieri, il corteo organizzato in memoria della morte di Borsellino, è stato boicottato da molti cittadini, che per combattere il caldo torrido si sono chiusi in casa o si sono recati al mare, invece di partecipare a quello che doveva essere un evento emblematico della città. Ha sfilato per le vie di Palermo uno sparuto corteo, di circa un centinaio di persone, che ha visto partecipare i più fedeli all’antimafia, da via D’Amelio, luogo della strage, fino a Monte Pellegrino. Una manifestazione, a detta di molti, non rivolta alla cittadinanza in toto, ma solo a quelli vicini ideologicamente al “colore rosso”. Forse questa la motivazione di una così poca affluenza? A quanto sembra, i cittadini palermitani, che non hanno dimenticato lo scoppio dell’auto piena di tritolo, avvenuto 18 anni fa e nemmeno il fumo e la polvere che si sono alzati sul cielo di via D’Amelio, hanno solo ritenuto che la loro presenza non dovesse accreditare l’uso ideologico e strumentale che, secondo loro, viene fatto di questo tipo di manifestazioni. Quindi i cittadini Palermitani che hanno ideologie più “blu” che “rosse”, non avrebbero partecipato per paura di essere confusi tra i loro “avversari ideologici”? Forse i partecipanti, che sembra si siano contraddistinti per le loro giubbe rosse e i canti tipo “Bella ciao” si sono un po’ lasciati trascinare dall’evento, facendo trapelare il loro “colore politico” troppo palesemente? Nonostante molti abbiano ritenuto il corteo organizzato da Salvatore Borsellino un flop, la sorella del magistrato, Rita, giustifica il fatto per colpa del caldo: “Ero assente anch’io, allora per questo devo essere considerata indifferente o mafiosa?”.

Se davvero la motivazione fosse quella esposta sopra, allora, mi sento proprio di dare contro ad entrambe le fazioni: sia “i rossi partecipanti” sia “i blu astenuti”.

Ai “Rossi” mi sento di dire che mettere in evidenza eccessivamente l’ideologia politica in manifestazioni di questo tipo può essere fuorviante e creare disapprovazione da parte di coloro che partecipano esclusivamente per protestare contro la mafia. Questa tendenza ad esagerare l’ho sempre notata anche durante le piccole manifestazioni contro le riforme scolastiche o semplicemente contro gli amministratori che non riparavano l’impianto di riscaldamento della scuola. A quei tempi mi chiedevo per quale motivo dovessero essere presenti al corteo anche bandiere raffiguranti “falce e martello”. Ai “Blu” invece condanno il fatto di mettere in primo piano la difesa ideologica invece di far primeggiare l’odio per la mafia e per chi ha ucciso uomini di grande coraggio, come Paolo Borsellino. Alle manifestazioni contro il riscaldamento che non funzionava, a scuola, partecipavamo tutti, anche se c’erano le bandiere rosse, a maggior ragione in questo caso, avrebbero dovuto partecipare tutti.

Se in quest’ultimo periodo politica e mafia sono stati accomunati, con atteggiamenti del genere non si fa altro che rafforzare l’idea di questo binomio. Spero che Rita Borsellino abbia ragione e concludo proprio con una frase emblematica del grande magistrato palermitano, affinché possa farci riflettere ancora una volta e farci sentire tutti uniti contro cosa nostra.

La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” (PAOLO BORSELLINO)

 

Giusy Chiello

2 thoughts on “Palermo indifferente alla lotta alla mafia? Speriamo di no

  1. Condivido a pieno: è riduttiva e fuorviante questa tendenza (peraltro piuttosto diffusa) a ricondurre tutto ciò che accade in Italia ad una mera contrapposizione tra destra e sinistra, soprattutto quando si tratta di problematiche così serie, che trascendono il dibattito politico e possono essere affrontate (se non risolte) solo attraverso un fronte comune.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *