Orestiadi di Gibellina (TP): rinviato lo spettacolo di Scaldati e prorogata la mostra di Canzoneri e Pepi

ORESTIADI DI GIBELLINA, RINVIATO A SETTEMBRE LO SPETTACOLO “SANTA E ROSALIA” DI FRANCO SCALDATI


GIBELLINA (TP) – Lo spettacolo “Santa e Rosalia” di Franco Scaldati, originariamente previsto per il 24 luglio alle Orestiadi di Gibellina, è stato rinviato a settembre per cause non dipendenti dal Festival. Il rinvio è causato, infatti, da un ritardo nell’avvio degli spettacoli estivi promossi dalla Regione Siciliana e inseriti nel “Circuito del Mito”. Lo spettacolo andrà, quindi, in scena, come appendice delle Orestiadi, in una data di settembre che sarà comunicata al più presto.

 

 ***

 

È stata prorogata fino al 15 settembre la mostra Appunti (e ombre) di Michele Canzoneri e Giovanni Pepi in corso alla Fondazione Orestiadi di Gibellina

È stata prorogata fino al 15 settembre la mostra Appunti (e ombre). Opere di Michele Canzoneri e Giovanni Pepi, promossa dalla Fondazione Orestiadi e in corso al Baglio Di Stefano di Gibellina.

La mostra è accompagnata da un catalogo realizzato da Edizioni di passaggio (64 pagine, formato 17×24 cm), con testi di Francesca Corrao, presidente della Fondazione Orestiadi, Davide Lacagnina e Franco Rella. L’esposizione è aperta tutti i giorni dal martedì alla domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

L’esposizione riunisce circa cinquanta opere tra fotografie, disegni e sculture, dei due autori, sul tema complesso dell’ombra e delle trasparenze. Canzoneri, artista della luce ed autore delle vetrate per il Duomo di Cefalù, da sempre impegnato in una ricerca che tra pittura e scultura cerca di catturare le declinazioni della luce; Pepi, interessato ad una ricerca fotografica che indaga luoghi e paesaggi, con particolare attenzione agli oggetti e alle situazioni marginali.

La mostra nasce da un progetto comune elaborato dai due autori. Le opere di Canzoneri riguardano i bozzetti preparatori per le scenografie dell’opera di Francis Poulenc Les Dialogues des Carmélites, Staattheater di Stoccarda, 2011; i bozzetti preparatori per la vetrata Didaché, per la chiesa di San Pio progettata da Renzo Piano, San Giovanni Rotondo (2006); le opere su carta antica e le sculture realizzate nell’ambito della ricerca svolta in Siria nel 2003, come La pietra di Damasco, in vetro soffiato e vetro acrilico (2004), oltre a pagine relative al Diario di viaggio, tecnica mista su carta antica (2003). Si tratta di opere in cui Canzoneri sperimenta – attraverso le varie tecniche e nell’ambito di differenti contenuti e soggetti – la dimensione dell’appunto, del ‘preparatorio’, del diario anche, e in cui si indagano le declinazioni dell’ombra. Le fotografie di Giovanni Pepi, a colori, relative ad un arco di tempo che va dal 2006 al 2012, ritraggono superfici liquide, vetrine, dettagli urbani decontestualizzati, frammenti colti nei luoghi più sorprendenti, e da cui la fotografia lascia emergere giochi di luci ed oscurità. Si tratta di immagini in cui condizioni e oggetti apparentemente insignificanti diventano densi di valore.

Un esperimento originale che mette a confronto mezzi espressivi e creativi differenti, in un terreno comune in cui luce e oscurità dialogano necessariamente. Dal testo in catalogo di Davide Lacagnina: «Singolare e rara circostanza questa occasione espositiva di confronto fra il lavoro di Michele Canzoneri, artista, e quello di Giovanni Pepi, fotografo: due storie molto diverse, due percorsi molto distanti l’uno dall’altro, e nondimeno capaci di incontrarsi sul terreno comune della riflessione su temi cari alla poetica di entrambi, su ragioni e modalità proprie della ricerca di ciascuno, quindi sulle rispettive occorrenze immaginative, per quanto poi queste ultime siano condotte su esiti del tutto originali e caratterizzati, solo apparentemente non assimilabili fra loro. Si tratta di una circostanza assai rara, per la generosità di una partecipazione e di una disponibilità al dialogo che va oltre gli steccati e le appartenenze del sistema dell’arte e asseconda piuttosto una vocazione condivisa: la necessità di discutere delle proprie ricerche e scoprirne per questa via convergenze e divergenze, sollecitazioni e aperture, finalità e intenzioni, ma anche limiti e contraddizioni».

 

 

Giovanni Pepi (Agrigento, 1947), giornalista, dirige il Giornale di Sicilia, il sito internet (www.gds.it), oltre che televisione (TGS) e radio (RGS). Fotografo per passione, cerca scatti e inquadrature per sottrarsi alla dittatura della realtà cui da giornalista deve soggiacere. Ama giocare con la luce e le ombre. Anche se adora il sole, le persone e le cose. Ha esposto a Palermo (Libreria del Mare), Capo d’Orlando (Fondazione Lucio Piccolo), Agrigento (Museo archeologico), Cefalù (Sala Ottagono S. Caterina). Foto che sono raccolte nei cataloghi: Oltrecronaca, Leopardi; Incontri, Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali; Le forme del colore, Assessorato Turismo e Cultura Città di Cefalù. Le sue foto sono apparse sulla rivista «Idòla» diretta da Pietro Cartiglio. L’ultima mostra Riflessi si è tenuta presso il Loggiato di San Bartolomeo di Palermo e a Casa Sicilia di Parigi. Il 24 settembre 2008 ha esordito al Vittoriano di Roma.

 

Michele Canzoneri (Palermo, 1944), inizia la sua attività artistica negli anni ‘70 con l’invenzione dei GAV (gabraster + aria + vetro),  sculture luminose. Dall’incontro con l’orientalista Giuseppe Tucci (1977) scaturisce il Bardo Thödol, il Libro Tibetano della grande liberazione, realizzato su fogli di carta antica. Contemporaneamente inizia un’intensa attività scenografica per il teatro musicale, culminata con il premio internazionale Abbiati della critica musicale per la migliore scenografia )2001), per la Norma di Bellini, Teatro Bellini di Catania, coprodotta con il Landestheater di Salisburgo;
Dal 1984 al 1990 lavora alla realizzazione dell’Evangeliario per la C.E.I e all’imponente commissione delle 42 vetrate per il Duomo normanno di Cefalù (sec. XIII).
Nel 1992, nella cripta della Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo, realizza la mostra Il muro del tempo e una stanza d’artista per l’Atelier sul mare a Castel di Tusa. Tra le principali esposizioni: le mostre Apocalisse. Studi e vetrate per il Duomo di Cefalù e La pietra di Damasco. Diario di viaggio (2004); Konvolut alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento (2010). Per la chiesa di San Pio di San Giovanni Rotondo, progettata da Renzo Piano, ha realizzato la vetrata Didachè e La Porta delle Vergini savie e stolte (2006 -2008). Nel 2011 ha realizzato le scenografie per i Dialogues des Carmélites di F. Poulenc alla StaatsHoper Stuttgart.

 

 

 

 

UFFICIO STAMPA

Alberto Samonà

albertosamona@libero.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *