Elezioni? No, grazie, non ci conviene andare al voto adesso!
Nella prima parte del nostro servizio, pubblicato oggi, parlavamo di default e della paura che i nostri politici hanno ad ammettere, come sostiene anche il lettore Mario Leoncini nel suo commento, che siamo “sull’orlo di un precipizio”. Perciò non bisognerebbe spaventarsi, ma essere consapevoli della situazione. Quando fai debiti, quando un Paese fa debiti, per pagarli dovrebbe produrre di più, ma questo in Italia non avviene, l’Italia è, infatti, penultima al mondo, in quanto a crescita nell’ultimo decennio, si pone, infatti, al 179° posto, uno prima di Haiti. Il debito aumenta e secondo le stime nel 2011 arriverà a 2000 miliardi. E, secondo il Sole 24 ore, le emissioni dei titoli italiani saranno nel 2011 di 240 miliardi, se non ci sono sorprese. Il giornale economico per eccellenza titola che saranno emissioni più “leggere”. L’interesse sul debito è cresciuto, lo ha ammesso persino Tremonti, e indicativamente, euro più euro meno, dovranno essere pagati 80 miliardi nel 2011. Altro che “riforme”! E mentre tutto sembra quasi normale, tranquillo, il paese è allo sfascio. Non siamo esperti di economia e finanza. Ma i conti della serva li sappiamo fare. Se i politici spendono soldi che non hanno e vendono debiti chiamandoli titoli di Stato, (leggi carta straccia) il passo alla bancarotta è breve. Come è breve il passo per capire che al momento le elezioni non le vuole nessuno, a parte, come dicevamo nel precedente servizio, Di Pietro con l’IDV. Perché? La domanda nasce spontanea. Semplice, la risposta. Andare alle elezioni significa ammettere il default, la bancarotta. E chi glielo fa fare?
Francesca Lippi
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Le elezioni potrebbero essere un bene se ne uscisse un governo politicamente forte, capace di fare le riforme e rassicurare i mercati (leggi: chi deve comprare il nostro debito pubblico). Ma ci sono almeno due controindicazioni. Con la legge elettorale attuale può accadere che uno schieramento ottenga la maggioranza in un ramo del Parlamento e sia in minoranza nell’altro. In un momento di crisi come questo, tale risultato paralizzante avrebbe effetti devastanti. In secondo luogo nessuno dei principali schieramenti politici è in grado non dico di attuare, ma nemmeno di proporre le riforme necessarie a mettere le ali all’economia.
Soluzione: comprate oro e investite nei paesi emergenti (Cina, Brasile, India ecc.). Non aspettatevi che le soluzioni vengano dalla politica.