Milano: Al Bano porge l’estremo saluto a don Verzé, il sacerdote dei “fondi neri”

I funerali di don Luigi Verzé, fondatore dell’ospedale San Raffaele di Milano, si svolgeranno tra nemmeno un’ora nel suo paese natale, Illasi,  Verona, ma già alla camera ardente allestita nella basilica del San Raffaele sono numerose le persone giunte a porgere l’estremo saluto, tra i primi ad arrivare è stato  il cantante Al Bano. Al Bano è apparso visibilmente commosso limitandosi a pronunciare una breve frase: “Era un grande amico”. Intanto ieri la Guardia di Finanza ha acquisito la cartella clinica del sacerdote. Secondo il portavoce dell’ospedale, Paolo Klun, si tratta di ”prassi consolidata per i casi di persone coinvolte in vicende finanziarie”.

Ma chi era Don Luigi Verzé? Già nel 1978 Emma Bonino e Marco Pannella denunciavano in Parlamento la “gestione mafiosa del San Raffaele” e lo facevano con un j’accuse ben delineato proprio contro il sacerdote “sospeso a divinis”. Era una denuncia, quella dei due esponenti radicali, che metteva in evidenza la gestione mafiosa dell’istituto diretto dal sacerdote e lo presentava nella sua veste reale: una sospensione “a divinis” da parte della Curia milanese nel 1973, una condanna ad 1 anno e 4 mesi di reclusione da parte del tribunale di Milano per tentata corruzione in relazione alla convenzione con la facoltà di medicina dell’università Statale e la concessione di un contributo di due miliardi da parte della Regione. Don Verzé era stato incriminato anche di truffa aggravata nei confronti della signora Anna Bottero alla quale aveva  sottratto un appartamento del valore di 30 milioni”.

L’ospedale San Raffaele, di cui è indubbia l’eccellenza in campo sanitario e scientifico, aprì i battenti nel 1971, malgrado fosse stata negata l’agibilità dall’ufficiale sanitario e malgrado l’opposizione della Regione Lombardia. Irregolarità nelle attrezzature mediche e nella gestione del personale, indussero in quel lontano 1978 i due radicali, Pannella e Bonino, a chiedere ai ministri competenti di “ricercare le connivenze e le responsabilità eventuali dell’amministrazione dello Stato che hanno determinato questa scandalosa situazione”.

L’epilogo del San Raffaele lo conosciamo tutti : un buco di bilancio da un miliardo e mezzo di euro e il suicidio di Mario Cal, il direttore finanziario, che non resse al tracollo.  La conseguente inchiesta penale della procura che ha portato alla luce un giro milionario di denaro in nero tra i vertici dell’istituto e i fornitori. Il crac finanziario, i fondi neri, i legami con Berlusconi e con il Sismi di Pollari,  sono stati gli elementi sostanziali che hanno infarcito la carriera del sacerdote di Illasi, morto il 31 dicembre, a 91 anni, per infarto. Una morte naturale alla quale non tutti credono, oscura, quindi, come tutta la sua carriera di manager, più che di “uomo di Dio”.

Francesca Lippi

Nella foto: camera ardente don  Luigi Verzé

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