“Memoria d’arte. Il simbolo e il messaggio”: mostra di Guido Cagetti a Seravezza

mostra di guido cagetti a Seravezza

mostra di guido cagetti a SeravezzaIl Comune di Seravezza rende omaggio al pittore Guido Cagetti (Seravezza 1935-Viareggio 2013) tramite una retrospettiva che si terrà sia nel prestigioso spazio di Palazzo Mediceo (Patrimonio Mondiale Unesco), sia nel Palazzo Civico di Querceta. L’esposizione, arricchita da un catalogo realizzato dalle Edizioni Comitato Archivio artistico-documentario Gierut, curato dal critico d’arte e giornalista Lodovico Gierut, ha testi dello stesso Gierut e interventi di Riccardo Tarabella e di Giacomo Genovesi (rispettivamente Sindaco e Presidente della Fondazione Terre Medicee, e Assessore alla Promozione e valorizzazione del Territorio), di Michela Cagetti, figlia dell’artista, nonché di Marilena Cheli Tomei, Gian Paolo Giovannetti, Alvaro Matteucci, Paolo Marafetti, Marco Martini, Mauro Vannucci, Giancarlo Costa, Fabrizio Vizzoni, Franco Vizzoni e Francesco Franceschini. La pubblicazione, con realizzazione Grafica e supporto fotografico di Marco Costa, propone – come globalmente nelle due sedi espositive – un centinaio tra le tante opere pittoriche e grafiche di Cagetti, persona riservata che, per scelta, ha esposto solo in pochissime occasioni, e i cui lavori erano stati conservati dal medesimo in una stanza della sua abitazione. Con “Guidone illumina Querceta” il 27 ottobre si aprirà a Querceta l’anteprima (inaugurazione ore 17,30) con esposizione sino all’8 gennaio 2017 (aperto tutti i giorni, ingresso libero, dalle 8,00 alle 19,30), mentre il Palazzo Mediceo di Seravezza ospiterà “Memoria d’arte. Il simbolo e il messaggio”, inaugurazione sabato 29 ottobre 2016, ore 17,30, sino all’8 gennaio 2017 tutti i venerdì, sabato e domenica (festività comprese) dalle 15,00 alle 19,00. Ingresso libero.

Informazioni:  www.guidocagetti.itwww.palazzomediceo.it  –  www.gierut.it

(0584-757443 Palazzo Mediceo, Via Leonetto Amadei n°230)
“… Lo ricordo fiero del suo lavoro, della sua figura di agente di polizia provinciale all’interno del palazzo ducale di Lucca in Piazza Napoleone, con un sorriso di compiacimento del suo ruolo in cui potevo immaginare affidasse tutto se stesso e invece eccolo qui, all’improvviso e non solo con sorpresa mia, a ritrovarlo silenzioso e riservato pittore della contemporaneità, ricco di colori e di affermazione dell’essere presente con la propria assidua testimonianza”. (Riccardo Tarabella)

“La scelta della doppia location rientra perfettamente nel progetto che l’Amministrazione vuole portare avanti nel quinquennio al fine di far conoscere l’attività culturale, non solo nei luoghi preposti a tale scopo, ma anche nei luoghi di afflusso e di lavoro posti sul territorio.
Sono certo che questa attenzione posta all’attività “diffusa” porterà ancor più a valorizzare le opere, la diffusione e la memoria di Guido Cagetti (…)”. (Giacomo Genovesi)

“I dipinti di Guido Cagetti sono luminosi nei rossi d’amore e di sacrificio, nei gialli-luce della preghiera genuina, nei blu della serenità; parlano ancora, vivi, di un territorio olivato, marino e montuoso; i suoi segni sono diventati uno scenario ben distinguibile, autonomo e non cancellabile, in cui ha concretato il tempo delle proprie stagioni”.
Dire di lui non è facile, come è arduo entrare nell’Io di ogni artista, soprattutto quando, per scelta, uno antepone il pensare e l’agire e conseguentemente il creare, al resto, e cioè all’apparire ad ogni costo e al guadagno economico.
Oggi, ripensando a quanto fosse riservato, lo definirei “fuori del tempo”, giacché in quegli anni vissuti con onestà operosa senza sgomitare per un istante, diversamente da altri s’è espresso artisticamente più per il piacere di raccontare, di interpretare il viaggio della propria vita delineando suoi accadimenti intimi, come quelli d’altri, fatti di grandi e di piccole cose.
Dalla sua tavolozza, come dalla penna, nascevano elementi paesaggistici con case e con alberi, frutta, fiori e farfalle, e donne e uomini al lavoro.
In lui sono ben visibili ferite lancinanti, dolori di singoli e di gruppi, la fede e l’amore espressi con l’intenzione sempre raggiunta di selezionare i valori che il raziocinio stesso ha voluto portare, cioè di condurre a termine, levando alla materia il superfluo e usando l’essenza per concretizzare una autonoma “comunicazione””. (Lodovico Gierut)

“Sono belle e apparentemente serene queste immagini, anche se gli occhi conservano parte di quelle ombre di vita che li avevano segnati e continuano il percorso obliquo del loro sguardo.
La via di luce intrapresa da Cagetti si è consolidata nella produzione dal Duemila in poi con esterni luminosi, bucolici o marini, contro i quali il nudo giganteggia accompagnato dai soliti oggetti-simbolo, un nastro, un fiore, un frutto, come la melagrana dalla buccia fessurata, delicata metafora dell’intimità femminile”.  (Marilena Cheli Tomei)

 

Fonte Ufficio stampa

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