MANCANZA DI BUON SENSO CIVICO E RISPETTO SI PERPETUANO

Le contestazioni al Salone del Libro di Torino incivili e fuori luogo

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Forse non c’è più nulla da capire, ma il fatto sta che mentre le disgrazie imperversano in ogni dove, come nel nostro Paese, su altri versanti (indenni) si continua a distrarsi nei modi più disparati: attività sportive con al seguito centinaia di migliaia di tifosi e un giro di denaro all’inverosimile, spettacoli televisivi e di intrattenimento vario in cui le recite fanno allontanare pensiero e attenzione su quanto sta accadendo nel centro Italia. Insomma, da parte di molti ogni distrazione è assai gradita per scrollarsi di dosso il peso della responsabilità morale, mentre altri stanno penando ai limiti della sopravvivenza. Nel frattempo, il prezioso appuntamento annuale torinese con la cultura, rappresentato dal Salone del Libro 2023, è stato disturbato dalla contestazione al ministro per La Famiglia la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia M. Roccella (alla presentazione del suo libro “Una Famiglia radicale”), da parte delle femministe di “Non una di meno” e da “Extiction Rebellion” al grido di «Sul mio corpo decido io» e «Fuori lo Stato dalle mie mutande», in riferimento al diritto all’aborto e alla crisi climatica; per non parlare dei vandalismi che in questi ultimi tempi hanno deturpato alcune fontane di Roma. Non entro in merito alle ragioni della contestazione torinese, ma ancora ancora una volta noto che parte degli italiani non sa dissentire in modo civile e dicasi ancorché democratico, perrché non è certo attirando l’attenzione in modo sgarbatamente e provocatoriamente plateale che si può incontrare la controparte… Queste femministe dell’ultima ora, al di là del torto o della ragione, avrebbero fatto meglio a dedicarsi ai loro concittadini colpiti dalla recente calamità e, in un secondo tempo, indire un proclama per una richiesta diretta di confronto con il ministro in questione. Dissentire non significa sempre azione di piazza ma richiedere civilmente un confronto diretto con le parti, men che meno disturbare platealmente una manifestazione culturale pubblica, penalizzando i fruitori, peraltro paganti, i quali potenzialmente potrebbero chiedere danni (morali) alla organizzazione dell’evento. Questi episodi di inciviltà (come tanti altri) io credo che siano il frutto del “post ‘68”, e delle pretese eccessive di libertà il cui perpetuarsi continua ad essere senza controllo… Purtroppo non si è mai imparato a dialogare e convivere in modo civile, e questo anche quando molti nostri connazionali cadono in disgrazia e hanno bisogno di un minimo di solidarietà e, un comportamento più civile, potrebbe essere un buon inizio, oltre che di rispetto! Ora, il Governo ha di che preoccuparsi dedicandosi a più non posso intervenendo in questa drammatica situazione… seguita da quella pandemica appena trascorsa e, in questi frangenti, la richiesta di solidarietà è continua e rivolta a tutti, e a mio avviso sarebbe cosa buona se per qualche tempo si svuotassero gli stadi e le arene, frequentate da persone fisicamente sane e quindi in grado di dare una mano in ogni senso a chi ha bisogno. A questo riguardo la forza del volontariato è consistente e più che mai necessaria a supporto delle Istituzioni, il cui ruolo successivo consisterà poi nel individuare eventuali responsabilità per la carenze strutturali che saranno evidenziate, oltre a ridisegnare e pianificare progetti di ricostruzione e messa in sicurezza per il futuro di tutte le aree interessate. Non è certo mia intenzione alzare la paletta dal mio scrittoio, ma più semplicemente lamentare in molti casi l’inciviltà e le irresponsabilità che si vanno perpetuando e, se si volesse fare qualche paragone con un passato anche lontano, probabilmente per certi versi ci sarebbe da rimpiangerlo.

Tutte l’opinioni presenti nel sito, corrispondono solo a chi la manifesta. Non sono necessariamente l’opinione  della Direzione.

Foto tratta da Corriere.it

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