L’osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri ha criticato le condizioni di detenzione dei richiedenti asilo respinti

L'Osservatorio svizzero sul diritto d'asilo e degli stranieri critica il fatto che i muri e le sbarre dei centri d’espulsione diano un'impressione di prigione. Keystone / Martin Ruetschi
L’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri ha sollevato dure critiche sulle condizioni di detenzione riservate ai richiedenti asilo respinti. Secondo l’organizzazione, queste non si distinguerebbero in modo sufficientemente chiaro da quelle previste nei normali centri di detenzione. In Svizzera, una persona la cui domanda di asilo è stata respinta può essere trattenuta in detenzione amministrativa per un periodo massimo di 18 mesi. Questa misura non ha carattere punitivo, ma serve a garantire l’effettiva partenza dal Paese. Proprio per questa ragione, le condizioni di detenzione dovrebbero essere significativamente diverse da quelle applicate nelle carceri. Nella pratica, però, ciò avviene raramente, secondo quanto denuncia l’Osservatorio. “Anche i centri di detenzione stessi spesso non rispettano questo principio”, ha dichiarato alla SRF il direttore generale Lars Scheppach. Il motivo principale sarebbe la struttura stessa degli edifici: molti centri di detenzione per l’espulsione sono infatti ex penitenziari. Muri spessi, sbarre alle finestre e recinzioni con filo spinato danno a questi luoghi un aspetto e un ambiente simile a quello carcerario. “La libertà di movimento è fortemente limitata e il tempo trascorso nelle celle può risultare eccessivo”, ha aggiunto Scheppach. La responsabilità della detenzione in attesa di espulsione ricade sui Cantoni. Interpellata dalla SRF, la Conferenza cantonale dei direttori di giustizia e polizia ha fatto sapere che da anni i Cantoni stanno lavorando per distinguere questa forma di detenzione dalle altre, ottenendo già importanti progressi. Tuttavia, ha precisato che un’attuazione immediata e completa di questa separazione sarebbe logisticamente irrealizzabile e comporterebbe costi sproporzionati.
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