LETTERA APERTA AGLI UOMINI PERVERSI E IRRESPONSABILI…Anche per voi non ci sarà requiem: il Giudizio sarà inesorabile

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Un giorno ho letto che per “consapevolezza di persona umana”, a parte ogni valutazione culturale o religiosa, si intende la consapevolezza di certi inviolabili diritti che la persona umana reca in se stessa… E qui richiamo a viva voce il vocabolo Persona il cui concetto filosofico che esprime singolarità di ogni individuo della specie umana, in contrapposizione al concetto filosofico di natura umana che esprime ciò che hanno in comune le persone. Più in generale sulla definizione di Essere umano il frate domenicano e filosofo San Tommaso d’Aquino(1225-1274 nell’immagine) precisa: «L’uomo di sua natura è un animale sociale e politico fatto per esistere insieme ad altri anche più di qualsiasi altro animale, e questo risulta evidente dalle sue necessità di ordine naturale… la natura dell’uomo è tale che non può procurarsi tutto con l’opera delle sue mani; infatti un uomo potrebbe vivere da solo senza che gli venga a mancare qualcosa di necessario. Dunque, l’uomo per natura vive in società con gli altri». E che piaccia, o no, siamo tutti esseri umani a “dispetto” di chi ogni giorno e in ogni parte del mondo fa di tutto per mettere in pratica la discriminazione sociale dei propri simili tant’è, che di fatto, siamo divisi e classificati sino al punto di creare categorie: oriundi, apolidi, comunitari, extracomunitari, diseredati, etc., come se le origini di ognuno determinassero gli esseri umani meno umani, con meno virtù, piuttosto inclini ai reati e a ledere la dignità altrui, se non anche la vita stessa. Ma dove sta scritto, chiedo a voi usurpatori della vita di chi ritenete inferiori (e diversi), che vi dobbiate arrogare il diritto di “manipolare” il destino di questa o quella persona, che in realtà non vi appartiene? E in particolare nei confronti della donna, dell’infanzia, dei deboli, dei disabili, dei poveri in quanto soggetti “inermi” e spesso incapaci di difendersi? Cari signori (non a caso con la “s” minuscola), che ambite un potere che mai nessuno vi ha dato, nell’offendere o sopprimere un vostro simile (che non ritenete essere tale), quale valore aggiunto pensate di ottenere? Il pianeta Terra, vi rammento, è di tutti e tutti hanno il diritto di abitarlo, di viverci e costruire il proprio futuro; ma si sa, ciò che vi “disturba” è quella sete di potere sempre più incontenibile che a causa dell’arsura delle differenze non sarà mai appagata. Ed è così che per imporvi non conoscete limiti per impadronirvi di questa o quella vita, sia essa donna o uomo, adulto o infante; e tanto sprezzante è il vostro agire quanto vile l’azione che premeditate di consumare. Per voi a nulla valgono le leggi per porre un freno, come a nulla servono gli esempi di saggezza di chi nei tempi vi ha preceduti e, come se non bastasse, ogni giorno per voi è foriero di egoistiche aspettative degne di una personalità (la vostra) che finirà per lacerarsi come una pezza sgualcita dal tempo. E parte integrante di questa società sono i giudici che ne riflettono i valori culturali, le norme morali e i pregiudizi che se non sono alienati, questi ultimi, la discriminazione e l’incapacità di analizzare le violenze esercitate contro le donne, ad esempio, finiscono per determinare a priori il modo di istruire un processo; quindi di decidere, legiferare e comminare pene.

 

 

Ma per la ricorrenza dell’8 marzo, notoriamente festa internazionale della donna, il mio appunto vuole essere un severo richiamo a tutti voi uomini che considerate la donna un “oggetto” e di vostra proprietà, ma va preso atto che l’esistenza di ogni uomo e donna che viene alla luce ha bisogno di essere salvata, il diritto di essere libera e finché vive rispettata perché nessun essere umano ha il diritto di sentirsi diverso e, men che meno, superiore ad ogni suo simile. Purtroppo, però, ogni giorno bisogna fare i conti con la realtà in cui si sommano ogni sorta di violenze ed abusi, e per voi, “padroni dell’assoluto”, l’8 marzo è una data che certamente disconoscete, un giorno come tanti a calendario con licenza di possesso e di comando; ma vi esorto a rammentare quanto sosteneva William Shakespeare (1564-1616) «la donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore. Ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata». Quindi, uomini, che a parer mio non siete degni d’essere tali, meditate affinché la vostra coscienza (sempre che l’abbiate) non turbi ulteriormente i vostri sonni, poiché anche per voi il Giudizio finale vi attende!

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