LETTERA APERTA A TUTTI I LETTORI… INVITO AD UNA UTILE RIFLESSIONE POST PANDEMICA

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e divulgatore di tematiche sociali)

Trascorrono gli anni sempre più intrisi di eventi che disturbano (e in molti casi) distruggono le vite umane. A parte i conflitti (attualmente oltre una cinquantina in tutto il mondo) sono sempre più ricorrenti azioni criminose d’ogni sorta da parte di adulti e anche di minorenni, oltre ai dissapori (ma è un eufemismo) causati anche da molti politici… Ma come se non bastasse anche la Natura dà il suo contributo mettendo in ginocchio intere popolazioni, per la cui ripresa occorrono decenni. Infine, si aggiungano tutte le malattie che colpiscono il genere umano (e animale in genere), che sembrano essere diverse migliaia, di cui circa 6-8 mila sono quelle considerate rare. La ciliegina sulla torta per completare questo nostro destino le epidemie e le pandemie, i cui responsabili come ben sappiamo sono in genere i virus, germi patogeni che fanno scempio del nostro organismo e, come conseguenza, notevoli alterazioni dei rapporti umani. In questi ultimi 4 anni, periodo pandemico da Sars-Cov-2 (Covid 19), oltre ad essere stato uno dei tanti pazienti colpiti, sin dall’inizio ho seguito attentamente l’evoluzione di questo triste evento sotto diversi aspetti, in particolare quello relativo alla gestione e informazione-comunicazione della pandemia stessa. In merito a ciò ho realizzato oltre 80 articoli (datati dal 16/2/2020 al 13/10/2024), ben lungi dal cercare consensi e visibilità alcuna (che peraltro non mi si addice in quanto anticonformista e freelance), ma con l’intento di offrire una corretta ed obiettiva informazione al pubblico proprio su un argomento che per ben quattro anni ha coinvolto gran parte dell’umanità. Trattasi di liberi commenti e opinioni, come spiego nel mio razionale della rassegna, per la gran parte pubblicati in collaborazione volontaristica con il quotidiano online ILMIOGIORNALE.ORG, un contributo spontaneo (per quanto modesto), affinché ci si renda consapevoli di quanto da più parti è stato detto e scritto sulla pandemia, sulle vaccinazioni e relativa gestione specie in Italia. Ciò nel rispetto del diritto-dovere di cronaca e della libera opinione, nei confronti sia delle persone che delle Istituzioni scientifiche, culturali e politiche citate, e in osservanza dell’etica e della deontologia professionale. Questi articoli non hanno un “padrone editoriale di matrice espressamente politica”, ma quello del giornalismo scientifico-divulgativo scevro da ogni forma di condizionamento… Ma purtroppo, alla luce dei fatti che ne sono conseguiti e ne conseguono, stiamo andando incontro a molti episodi di spersonalizzazione, mentre il mondo della spensieratezza (distrazioni di ogni genere: panem et circences) in realtà ci allontana una volta di più da ogni “buon” rapporto umano. È pur vero che vi sono eccezioni, ossia quei pochi che non si sono fatti “contaminare” psicologicamente dalla pandemia e da altre distrazioni amene, ma resta il fatto che il concetto di civile convivenza è sempre più difficile da sostenere. Detto questo, non intendo dare adito ad un marcato pessimismo, anche se mi riesce difficile concepire il contrario: si tratta, se si vuole, di essere obiettivi perché diversamente non si spiegherebbe che in un’epoca ultra moderna favorita da ogni sorta di conquiste e benessere, si tende ad allontanarci da certi valori intimi e spirituali. Nella esposizione dei miei articoli sovente ho evidenziato la Persona, il sofferente, il sacrificio, la rinuncia, la dedizione e l’umiltà, come pure la riconoscenza di molti; ma al tempo stesso le inevitabili questioni politiche condizionate da determinate scelte e quasi sempre “sedotte” dalla presunzione, dal potere e dal denaro. Non ho certo fatto del gratuito moralismo ma ho inteso evidenziare le molte professioni e i svariati ruoli (pubblici e privati) nel gestire tale evento, il cui confronto non sempre è stato omogeneo.

A tal riguardo molti i cattedratici e gli opinionisti coinvolti che non sempre sono riusciti a trasmettere il meglio di sé, proprio perché come in questi casi dove tutti si sentono depositari del “vero” sapere, in realtà quel sapere apparteneva a chi ha sofferto… e a chi è deceduto. A conti fatti, tornando al problema delle alterate relazioni umane, credo che ben difficilmente si potrà tornare a vivere con più razionalità e soprattutto con minor distanziamento… Tra quelli che hanno patito (e patiscono) maggiormente sono gli anziani e gli adolescenti in quanto più fragili psicologicamente, una larga fascia di persone (contaminate dal virus o meno) che ha avuto bisogno di quel sostegno non sempre pervenuto e tanto meno garantito. Infine, l’incresciosa parentesi della prevenzione delle complicanze e/o recidive, ha creato ulteriori divari tra molte persone confluiti in episodi a dir poco disdicevoli peggiorando ulteriormente le relazioni umane, ancorché “aggravate” dall’uso dei vari social, per non parlare del fatto che ovunque (spesso sui mezzi pubblici) e di fronte a tutti si parla anche delle proprie intimità… altre che privacy!; per contro non si riesce più a dialogare di persona con le le Istituzioni, e a volte anche con i propri famigliari, men che meno con quelle che una volta si reputavano amicizie! Ecco che, ancora una volta, si pone la domanda: l’esperienza ha insegnato? Insegna? Personalmente vorrei rispondere, ma poiché questa è una lettera aperta e non un articolo, lascio a voi tutti la facoltà e il diritto dell’ultima parola anche attraverso questo giornale.

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