LETTERA APERTA A GIORGIA MELONI

Lettera aperta a Giorgia Meloni,

Ernesto Bodini

come cittadino italiano (peraltro per certi aspetti sempre meno convinto…) Le giunga un benvenuto sul podio del potere  decisionale, unitamente ad auguri di buon lavoro, unitamente ai Suoi 24 Colleghi neo eletti in Parlamento. Il fatto che Lei sia la prima Donna (si noti la “D” maiuscola) è certamente un progresso di civiltà e cultura, proprio perché l’emancipazione trovi sempre più la strada che merita, a fronte di uno sfrontato e riluttante maschilismo che non ha ragione d’essere. Ora Le spettano numerosi e onerosi impegni di elevatissima (il superlativo non è un lapsus calami) responsabilità, dovendo proporre e confrontarsi con i Suoi Collaboratori e soprattutto con i Suoi oppositori per legiferare e deliberare, affinché gli italiani possano avere il rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione che, detto per inciso, spesso sono solo menzionati… e in parte non tradotti nella pratica. Nel corso del Suo insediamento ha avuto pensieri e parole per i più importanti argomenti della vita pubblica, dando più risalto ad alcuni piuttosto che ad altri. E a questo riguardo mi pare di non aver rilevato una citazione particolarmente approfondita al tema Sanità e relativi aspetti ad essa inerenti: malati cronici, disabili, anziani, caregiver, etc. Lei conoscerà bene, voglio sperare, il dramma della carenza di operatori sanitari (medici e infermieri) e, per questa ragione ed altre di conseguenza, c’è una sempre maggior corsa al Servizio sanitario privato che, seppur accreditato e in convenzione con il SSN, non sopperisce comunque alle esigenze del pubblico. Sarebbe quindi utile (e mi permetta, doveroso) che Lei dedichi quanto prima uno spazio a questo aspetto della vita sociale, non solo affidandosi ai responsabili dei rispettivi Dicasteri, ma anche a promuovere un team di esperti che si impegnino nel visitare ospedali ed Rsa del Territorio nazionale, prendendo visione in diretta delle reali problematiche che interessano moltissimi Suoi connazionali. Solo così, a mio avviso, si può recepire in tempo reale i concreti fabbisogni (molti dei quali disattesi); in caso contrario continueremo ad assistere all’incremento di invalidi, di malati gravi affetti da malattie importanti irreversibili, alla cosiddetta “fuga dei cervelli” e a tutte le derivanti conseguenze. Personalmente, come giornalista e per certi versi anche come paziente, ho dedicato parte del mio tempo (in un trentennio) a descrivere la Sanità piemontese, vivendo in diretta (quindi sul campo) accanto ai sanitari e ai pazienti, riscontrando per la gran parte le migliori prestazioni erogate dal SSN e SSR; ovviamente il tutto non privo di qualche lacuna proprio perché la perfezione non esiste su questa Terra. Or bene, la presente missiva a Lei indirizzata, volutamente ha carattere pubblico affinché tutti i potenziali lettori possano ritrovarsi in quanto espresso nella stessa, e magari darne seguito… Quando si scrive una lettera aperta a qualcuno solitamente “non ci si scusa” poiché la stessa, come in questo caso, evidenzia l’invito a prendere in considerazione il problema salute umana che, a mio avviso, dovrebbe avere la priorità… di pari passo, ovviamente, con la gestione dell’economia e finanza. Spero di essere recepito nella giusta ottica dell’innegabile evidenza: la cura e l’assistenza di molti di noi non può attendere oltre, diversamente pagheremo uno scotto ulteriore. Gradisca i più fervidi auguri di buon lavoro unitamente a tutti i Suoi Collaboratori, con l’auspicio da parte mia di tornare su queste pagine per divulgare eventuali passi avanti che, oltre ad “onorare” il Suo ruolo assunto per il quale è stata designata in larga maggioranza, gli italiani possano confermarLe la loro fiducia.

Ernesto Bodini (giornalista scientifico e opinionista)

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