Lettera al neo Sindaco di Quartu Sant’Elena (CA)

manifesto elettorale di Gaetano Marino per le elezioni comunali di Quartu Sant'Elena

Riceviamo e pubblichiamo:

 

All’amico Stefano Delunas
Neo Sindaco del Comune di Quartu Sant’Elena
Carissimo Stefano.
No. A questo improvvido e oscuro passaggio politico, noi non possiamo starci. Non sta proprio nel nostro modo di intendere la dialettica, specie laddove nasce e si sviluppa tra amici che si son riconosciuti in un grande impegno: Quartu riparte.
Ma riparte male. Cominciamo subito con il dire che non possiamo esternare del tutto e con vero trasporto quel che pensiamo, perché ogni parola di troppo colore si farebbe eccesso e rischierebbe di cadere in uno sproloquio, spesso inadeguato in un dibattito politico.
Essa, la politica, impone un certo contenere e un’accorta ponderatezza, si sa, ma qui, caro Stefano, l’amarezza e la delusione sono così tante da creare una forte e inattesa frustrazione. Cercheremo dunque, di contenere l’impulso ed esternare, di contro, fuori dalla passione, il nostro dissenso. La chiarezza e la dignità ce lo impongono.

Fatta questa premessa, ora ti chiediamo, c’è forse qualcosa che sfugge alle nostre intenzioni? Come vedi te lo chiediamo in questa lettera, dato che, pur essendo stati nella stessa coalizione politica che ti ha sostenuto, non abbiamo né contatti, né risposte dal tempo che fu il giorno della vittoria; tua e nostra, vorremmo rimembrare.
Le uniche notizie, certe o incerte, le riceviamo dai social, dai corridoi di amici o dalla stampa. L’ultima è la dichiarazione e presentazione della Giunta Comunale che dovrebbe aiutarti nel governo della Città. Il condizionale è d’obbligo, concedicelo. Non giudichiamo le persone da te convocate a tale compito, non le conosciamo nel loro agire, né sappiamo del loro curriculum. Si vedrà e si valuterà a suo tempo giusto.

Vedi caro Stefano, quel che rende amaro il calice, e non fa giustizia alla tua onorabile persona, non è la scelta politica, o tecnica – ovvio che spetti al neo eletto Sindaco – bensì, è il suo metodo di scelta, l’atto di scarsa attenzione da te perpetrato nei confronti di tanti, noi compresi – forse inconsapevolmente? Un agire che s’è tradotto nel non essere stati convocati, né da te né dal tuo staff. Infatti, dopo la vittoria v’è stato il buio assoluto d’un rumoroso silenzio. Un ossimoro tra intendimento, atto e speranza che ha reso assenza di ogni forma, luogo e presenza. E dato che atti e parole son compiuti dagli uomini ne deduciamo che il tuo stesso agire appare in piena contraddizione: dicotomia tra ciò che s’e detto e ciò che ora dici, anzi, fai.
Ma perdonaci, e qui siamo in piena di passione, concedicelo alla nostra veneranda età, tu ci capisci nevvero? – prova a pensare per un momento: abbiamo combattuto, abbiamo penato, abbiamo dato ore e ore alla rabbia, speranza, paura, timore, panico – dobbiamo dirti come si stava noi tutti a soli tre giorni dal ballottaggio finale? Seicento voti non sono una marea di vantaggio, chiunque lo capirebbe, eppure abbiamo vinto, questa è la regola, e così esultato. Ma un momento dopo, tutto taciuto, finito, buio. Nessuna chiamata corrisposta, nemmeno un contatto sms, il telefono mio è pieno di messaggi di servizio (il contenuto molti lo sanno, identico).
Eppure, noi ci occupiamo di un settore dove credo avessimo qualcosa da dire, o no? Tu ce lo hai chiesto. Tu affermi giustamente che è tua prerogativa scegliere in autonomia. Forse in un altro percorso politico di storia e di sostenitori. Ma a prescindere, una su tutte: ricordi, caro Stefano, in quali condizioni fosse il tuo umore nei giorni appresso alla prima tornata? Eri in panne e confuso, tanto che sei scomparso per ben tre giorni, e un vero capitano non abbandona nella desolazione la sua ciurma, egli è il primo ad infondere coraggio; lo so, non tutti sanno di Leonida virtù, ma qui bastava un sms e avremmo tutti capito. Trascorsi i giorni dell’abbandono hai chiesto aiuto, direi soccorso, e l’hai comunque ottenuto, come puoi notare qui è la ciurma che non ha abdicato: abbiamo ricostruito le fila, resistito, profuso il nostro lavoro in ogni luogo, persino di fronte a platee vuote e desolanti, noi  personalmente abbiamo affrontato dibattiti terrificanti sui social e per strada, compromesso amicizie, e parlando con fervore alla gente. Bastava un tuo cenno e noi eravamo pronti a remare, giù, nelle galere, con grande orgoglio e determinazione. E ora tu che fai, carissimo Stefano, scegli in autonomia?. Ma dico, è davvero uno scherzo che sa d’amaro, o un giochino pazzesco da vecchia storia politica questa, o qualcosa di grottesco ci sta per avvolgere e non ne vediamo ancora forma?
Ora, alla luce di tutto questo ti chiediamo: davvero meritavamo questo trattamento? Questo tuo agire, mi duole dirlo, ci ricorda un triste modo di far politica, nonostante tu stesso affermassi: “noi siamo davvero un’altra idea”, ricordi?

Rinnoviamo il disappunto, noi non siamo mai stati interpellati, almeno per dare un parere, esprimere un’idea seppur consultiva, come sarebbe stato logico e costrutto accadesse, specie tra amici che combinano una riscossa in concerto, dunque degni di stima e onestà d’amicizia; parafrasando Pericle, “…da noi si fa così.”. E sia chiaro che non stiamo parlando di poltrone o scranni mancati, tu lo sai bene per primo, lo dico chiaro e forte a chi pensasse in tal guisa, ché sarebbe da giudicare qualora in disinformato o, se in opposto, tendenzioso e maldicente. A ciascuno il suo, l’abbiamo sempre detto, a noi artisti ci si dava mandato per pensare come tecnici e operatori, meglio, siamo operai-artigiani, il nostro mestiere, non politici.

Dunque, ripetiamo, ora il primo atto è compiuto, la giunta è fatta, veniamo a saperlo, come tanti, tramite la stampa. Ogni fatto, atto e colloquio è stato condotto in assoluto riserbo e “autonomia”. Ma, perdonaci Stefano, sbaglio o in campagna elettorale si parlava di trasparenza e democrazia partecipata?

Speriamo  davvero, carissimo Stefano, ti renda conto quali strade impervie e sconnesse, forse dannosamente sconosciute o imposte, stiano avvinghiando il tuo lavoro di eletto Sindaco. Amministratore di una Quartu che è pronta a ripartire e riconquistare il giusto posto che meriti. Un capitano che, vorrei ricordare, ha chiesto un forte e chiaro contributo a noi artisti: e per la riconquista di un obbiettivo e per il timone della rinascita città/cultura.
manifesto elettorale di Gaetano Marino per le elezioni comunali di Quartu Sant'ElenaNoi, comunque, così e in questi termini e metodi, non ci stiamo caro Stefano, non con tali prologhi e preamboli. Abbiamo un dovere, si chiama dignità, la nostra è ancora salva, per quel che mi rimane nel tempo.
Buona fortuna a te, ai neo letti consiglieri e alla giunta, ma soprattutto, ricorda che hai compiuto insieme a noi una grande impresa, non gettare tutto al fango di pochi. Buona speranza alla nostra città, che ne ha bisogno, eccome.
Con sempre rinnovata amicizia, Gaetano Marino, Gianluca Medas e tutti coloro che hanno creduto in questo sogno: la cultura al popolo.
Quartu Sant’Elena, 3 luglio 2015

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