Lettera a Silvio

Il Governo ha ottenuto per l’ennesima volta la fiducia con l’ennesima nuova combinazione di supporters, ma è chiaro a tutti che del nostro Presidente del Consiglio sono stufi non solo gran parte degli elettori e dei suoi nemici politici, ma anche i suoi alleati e il suo stesso partito. Solo che, tra questi ultimi, non c’è nessuno che abbia il coraggio di fare la mossa decisiva: preferiscono piuttosto adottare strategie vigliacche con cui sperano di spingere il Cavaliere a dimettersi, assumendosi lui la responsabilità della caduta del Governo. Al suo posto, il cosiddetto uomo medio sicuramente se ne sarebbe andato a casa da un pezzo, ma lui no, lui resta lì, ostinatamente, immerso in una moltitudine di strette di mano, risate e sorrisi eppure fondamentalmente solo. Questo suo momento di solitudine e di palese difficoltà non poteva lasciarmi indifferente, così ho immaginato di scrivergli una lettera:

Caro Silvio,

come stai? Tranquillo, con me non devi fingere. Li ho notati, sai, in questi giorni, il sorriso un po’ appannato e i folti capelli un po’ spenti.

Certo che i tuoi amici ce la stanno mettendo proprio tutta per farti perdere la pazienza. Comunque devo farti i complimenti perché possiedi davvero un grande autocontrollo: al posto tuo, dopo il fattaccio del rendiconto, io un bel cazzotto a Tremonti penso proprio che l’avrei dato.

Per non parlare poi di tutte queste serpi in seno che spuntano attorno a te come funghi, a partire da Veronica per arrivare alla Bongiorno, passando per Pisanu, la Minetti e Scajola. E che dire di Formigoni e Cappellacci, le tue “creature”? Immagino comunque che, con il fine umorismo che ti contraddistingue, all’amico sardo non avrai risparmiato qualche sagace battuta del tipo “Tu quoque Ugus fili mi?”

Del resto, dice il detto: “Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io”. E pretendere che riuscissi a fare entrambe le cose era veramente troppo.

Vista l’aria che tira, se mi permetti, vorrei darti un consiglio. Ti ricordi quando Benigni, dal palco di Sanremo – con simpatia e, secondo me, pure un po’ di affetto – ti sussurrava “Dimettiti! Dimettiti!”? Ecco, perché non gli dai ascolto? Secondo me, anche se è comunista, aveva ragione: se non altro è stato sincero, a differenza di tanti tuoi presunti amici.

E poi, non hai voglia di goderti un po’ i tuoi nipotini, di tornare ad occuparti di Mediaset e del Milan? Non ti ricordi quanto ti piaceva fare la formazione della tua squadra e pure della nazionale? Che so, potresti anche scrivere un libro. Ti aiuterei io, se vuoi. Ho già in mente titolo e slogan: “Dopo Le mie prigioni di Silvio Pellico, Le mie assoluzioni di Silvio Berlusconi”. O forse preferiresti Le mie prescrizioni … In ogni caso, deciderai tu.

Immagina questa scena: è il momento delle nuove elezioni, in tv cominciano a mostrare le prime proiezioni e tu, comodamente seduto in poltrona, tenendo sulle ginocchia una bella ragazza, ti diverti a gufare i tuoi vecchi alleati e a inveire contro di loro fingendo di essere Beppe Grillo!

Se poi sentirai la mancanza della politica, potrai sempre invitare a casa Bersani e giocare “alle elezioni”: potrete scegliere il nome del partito (vedrai che, in privato, “Forza gnocca” piacerà anche a lui), poi a lui potrai lasciare il ruolo di leader e riservare a te il posto di Presidente della Repubblica (tanto nel vostro mondo immaginario la Repubblica sarà di tipo presidenziale e tu avrai più poteri di lui). Fidati, per come siete messi ora, questo è per entrambi l’unico modo sicuro di vincere le prossime elezioni.

Un caro saluto,

Marcella


 

Marcella Onnis – redattrice

marcella.onnis@ilmiogiornale.org

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