Raccontonweb: “Lei e lui” di Adele Costanzo

Lei e lui


Rimani, disse lei.  Non andar via: sto bene qui e ora, con te.

E lui rispose: Siamo come la sabbia del deserto, siamo i granelli che mutano continuamente appartenenza e forma. E consistenza. Siamo i viaggiatori in fuga da noi stessi. Gocce di pietra, sopravvivenze, molecole di futuro. Il vento sceglie la duna e la modella. La fluttuante duna, l’onda di sabbia: è lei la nostra casa!

Allora sii montagna, gridò lei, fatta di pietre e di cristalli. Ruga della terra, statua, roccia, baluardo, confine, sentinella.

Nessuna cosa al mondo, lui replicò, conosce mutazioni più profonde e sconvolgenti d’una montagna. Vista da lontano, la tua montagna ti rassicura: cime innevate, boschi, corsi d’acqua, sentieri ne imbellettano il mantello. Sotto, ti figuri la roccia: dura, stabile, certa.

Ma, una volta disfatte, quelle nevi ingrassano avidi torrenti, corrodono come acido la pietra, s’insinuano, perforano, fanno di quel mantello l’infido involucro di vuote grotte dalle rocce penduli.

Quei boschi che tu vedi sono alberi di navi: galleggiano sul nulla e le radici sono ancore nel fango.

Prova ad essere stella, lei supplicò, ago, bussola, nord. Faro dell’aria. Mappa. Destino.

Fuochi fatui le stelle, disse lui, fiamme senza sorgente, voci dei morti. Segni senza discorso: destinato a smarrirsi chi vi s’ affida.

Almeno tu sia rondine,  tentò lei, esperta di partenze e di ritorni.

Lui sentenziò:  Quanta retorica nella rondine che torna: puzza di libri e di poesie di scuola!  Perché nessuno scrive mai di rondini curiose di correnti, inquiete e claustrofobiche nel nido?

Se non puoi essere rondine o montagna, e lei s’illuminò, ecco cosa sarai: sarai pensiero. Centro della mia mente, calamita, forza di gravità.  Questo sarai!

E lui rispose:  Ingovernabile è il pensiero, e non trattiene forme. E non conosce centro, né direzione. E non ha peso.

Lei tacque tra le lacrime.

Non piangere,  lui concluse andando via.  Fa’ come me.  Conserva questi istanti, fanne memoria. Gemme, pietre preziose, perle d’una collana: tienili nel tuo scrigno, custodiscine il bagliore, finché puoi .

Si asciugò gli occhi. Nulla ci è più straniero d’un ricordo: rigagnolo che scola dal nevaio,  polvere della montagna, voce dei morti. Insensato relitto d’un discorso . Non conosce centro il ricordo,  e non ha peso. Né appartenenza.  Se è ciò che vuoi, sarai ricordo, allora, disse lei.

Adele Costanzo

Insegnante, pubblica online da alcuni anni. Libri editi: “L’isola di Paris” (PerroneLAB, 2009) e “Cronache della città capovolta” (PerroneLAB, 2011).

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