L’angolo di Full: “Lungolago”

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Mezza luna spaccata, stanotte sul lago. Stelle a sciame, a cascata, a ispirare le luci che fanno loro il verso dalle sponde. Viene da pensare a un ultimo paradiso mentre, sotto la chiglia, fruscia un lago malato e la gente, sulla riva, non so se dorme o è in agonia. Qui, in solitudine d’acqua, ci si sente lago, cielo, luna, stelle.
L’attracco, tuttavia, è nell’umana natura, così finisco con l’ormeggiare là dove il lungolago è un fiume in piena di gente, gelati, “sms”. Uno spumoso flusso fra argini di latta in disco orario.
Non si direbbe che dorma questa folla, resta la seconda ipotesi: l’agonia. L’umanità, infatti, è uno strano malato, sempre in prognosi riservata, ma che non muore mai.

Penso a quando attraccavo qui, ad incontrare Delia che, alla prognosi generale, aggiungeva quella di zoccola. Donna scultorea e sagace, sapeva che il mascolino senso del bello cede ad occhi, culo e labbra, nell’ordine, piuttosto che agli elementi più nobili, nell’abituale disordine.
Preda della proverbiale crisi da noia coniugale, Delia cercava consolazione nella mite compagnia animale: dal gatto, al pappagallo, al cagnolino. Fatalmente, con l’evoluzione della specie, era poi approdata all’uomo: uno via l’altro.

Quale posizione occupassi, nella sua cronologia umana, non m’interessava. M’appagava la sicurezza della mia preminenza che mi faceva considerare gli altri con sufficienza, quali dei semplici tappabuchi, conseguenza delle mie assenze troppo frequenti per gli scalpitanti ormoni di Delia. Nel mio smisurato narcisismo, non consideravo che le brave zoccole sanno donare, a ciascuno dei propri amanti, la sensazione del numero uno. Credo mi calzasse perfetto l’antico appellativo di cornuto contento.

fulvio musso               Ed eccomi qui, col mio gelato due gusti, appoggiato alla balaustra del lungolago ad indovinare le Delie che mi passano accanto col loro uomo di turno, dentro profumate scie.
Ormai lontano è il mio tempo di cornuto contento. Anzi… felice!
Disormeggio e riprendo il largo dove tornerò a sentirmi lago, cielo, luna… e qualche stella in meno.

Fulvio Musso

1 thought on “L’angolo di Full: “Lungolago”

  1. Pensieri di lago.che si svolgono e si riavvolgono su se stessi, il mare li spazzerebbe tutti…ma al lago tutto tende a ristagnare. Pochi tocchi sapienti di colori contrastanti di luci e di ombre, disegnano empaticamente e con la consueta maestria l’umana inquietudine.

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