L’angolo della poesia: “Io vi sento” di Maria Teresa Infante

Maria Teresa Infante

Maria Teresa Infante

 

 

Con grande piacere torniamo a ospitare oggi nel nostro Angolo Maria Teresa Infante.
Ieri, in occasione della Giornata della Memoria, abbiamo pubblicato un suo articolo sul campo di sterminio di Ravensbrück dove oltre 100mila donne di varia nazionalità, non solo ebree, subirono atrocità di ogni genere che causarono la morte di 50mila di loro: a tutte queste vittime Maria Teresa Infante ha dedicato la toccante poesia che vi proponiamo oggi, pluripremiata e inserita nella silloge “Il Viaggio” (Ed. L’Oceano nell’anima, 2016).

 

Io vi sento
( Nel giorno della memoria)

Sento l’urlo, muto delle coscienze
il suono silenzioso della bocca
gli occhi che hanno dato l’acqua
le ginocchia prostrate e i corpi dilaniati.

Sento le nefandezze
urlate sul podio del disprezzo
girare sui cardini dei cancelli di Auschwitz
e i crani di seta levigati
rotolare tra i giardini di Mauthausen.
Sento
il sangue arrugginire i polsi scorticati dall’odio
numeri primi incisi per errore
sulla lana degli agnelli
succhiando latte dai mattatoi di Dachau.

Sento il fruscio del vento
scuotere i crini dei cipressi
mani giunte tra i gradini di Fossoli
a implorare cieli, lividi di furore.

Sento
i marmi degli  altari di ghiaccio
sciogliere il pianto tra le rotaie
e anonimi diesis intonare un canto
per chi muore e non ha una ragione:

“Binario 21, signori si scende
perdete speranza, l’inferno è di casa
né prati né fiori, né trini né onori
ma un puzzo di marcio dai cuori in cancrena
e il piscio si beve a cena la sera.”

Sento
i bozzoli svuotati dei corpi, camminare
tra le macerie sventrate dalle lame
e i pugni vuoti delle madri
sventolare tra i panni stesi di Berlino
e gli occhi bassi di chi non ha pagato
strisciare tra i marciapiedi della 7th Avenue
mutando pelle ad ogni calar del sole.

Sento le mani tese che hanno spergiurato
il palmo sulla Bibbia e il fango nel costato
vedo issare i vessilli della cieca tirannia
sento su questo tetto l’infamia senza tempo.

Vi sento mentre cantate un inno senza voce.

Vi sento… Oh come vi sento!
Anime silenziose e senza dimensione
anime senza terra, semi in un prato incolto
sgusciare tra le visceri di forni e di camini.

Vi sento vomitare, pregare, supplicare
vi sento perdonare chi non va perdonato
voi che risorgerete sui petti dei potenti
su sterchi decorati fra lauti banchetti.

Ma adesso, per favore, lasciatemi dormire
chiudete la mia porta, ho solo tanto sonno.

Adesso, per favore
lasciate che riposi e creda che sia sogno,
che sia la vostra pace carezza tra i capelli.

Anime senza cielo… dormite insieme a me.

3 thoughts on “L’angolo della poesia: “Io vi sento” di Maria Teresa Infante

  1. Grazie a lei, Maria Teresa, per aver scritto questa splendida e toccante poesia. L’abbiamo ricevuta da Goffredo Palmerini, che ringraziamo per averci così permesso di “ritrovarla”. Nelle nostre pagine è sempre la benevenuta!

  2. Goffredo Palmerini è stato molto gentile, da uomo di cultura generoso qual è. Un grazie a voi tutti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *