LA VICINANZA TRA I POLITICI (E NON) IN DISGRAZIA

Ben vengano espressioni di voti augurali e di ogni bene, il cui valore morale non deve però rasentare l’ipocrisia

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

È sempre più una ruota che gira: con il trascorrere degli anni e dei secoli l’ipocrisia è un atteggiamento mentale e comportamentale che accompagna molte persone, di qualunque cultura e ceto sociale. Ma tra i politici ritengo essere “un’aggravante”, soprattutto quando qualcuno di loro cade in disgrazia in gran parte si sentono in “dovere morale” di consolarli, esternando loro i migliori auguri… ma perché migliori? Esistono anche i peggiori? Io credo di sì perché molti politici durante la loro attività se ne dicono di tutti i colori, sino ad arrivare a comportamenti incivili anche in sede di Parlamento; poi, se tizio o caio si ammala o muore, ad esempio, i suoi avversari profondono ogni espressione di vicinanza e solidarietà… con i migliori auguri, appunto, per una pronta guarigione…, e di pace all’anima sua: era un avversario ma in fondo anche un brav’uomo! È certamente un comportamento civico ma al tempo stesso ipocrita, quindi intriso di falsità; tuttavia, non per questo bisogna venir meno a quella che si può definire civile convivenza… anche tra avversari. Sin da ragazzo, sia pur con i miei difetti e le mie manchevolezze che mi hanno accompagnato nel corso degli anni, ho provato una certa avversione per l’ipocrisia e/o falsità (ad eccezione per le circostanze di carattere diplomatico), e vado sempre più riscontrando la non condivisione altrui per questa mia rigidità morale. Questa, non so se essere un difetto od un pregio, ma sta di fatto che quando l’ipocrisia e la falsità di alcune persone si impongono su altre, ne deriva un inevitabile impoverimento etico che bene non fa. Ma tornando a questo atteggiamento tra i politici bisogna ammettere che è un cattivo esempio per la collettività che essi rappresentano e, nonostante sia quasi sempre un rituale, i propri elettori e fan non se ne avvedono probabilmente perché per essi i vocaboli ipocrisia e falsità sono inesistenti nel dizionario della lingua italiana. In ogni caso la salute e la vita sono sacre per tutti e a cui si deve il massimo rispetto ma è preferibile, e più onesto, astenersi da espressioni augurali del momento per poi tornare a prendersi per i capelli dimenticando la circostanza che li ha “falsamente” avvicinati. Va da sé che la mente umana è un labirinto insondabile tant’è che mai si potrà sperare di far luce sul suo fitto mistero; ma bisogna pur vivere e sopravvivere avendo di fronte difficoltà e incomprensioni da affrontare, mentre sarebbe molto più fattibile sondare la volontà e soprattutto le motivazioni del comportamento dei politici, specie se sono indice di rivalità e di lotte intestine. Ma quando si ammala o cade in disgrazia un loro elettore non mi pare che nessun politico abbia mai speso una parola, ed è pur vero che gli elettori sono più dei politici ma è altrettanto vero che un pensiero o una parola nei loro riguardi ruberebbe loro meno di un minuto. Da ciò si può dedurre che l’onesta considerazione umana tra persone non solo è soggettiva, ma purtroppo è un onere troppo pesante da rispettare e spesso la politica è la prima barriera. In buona sostanza facciamo pure tutti gli auguri a chi e quando vogliamo, ma prima di manifestarli è intellettualmente onesto rivedere il proprio Io perché, noi tutti, siamo privi di quella purezza interiore di cui abbiamo bisogno perché, come dicevano, i latini: «Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est», ossia deve essere privo di ogni colpa chi è pronto a parlare contro un altro.  

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