LA TRENTENNALE ESPERIENZA DELLA S.C. DI ODONTOSTOMATOLOGIA DELL’A.O. MAURIZIANO UMBERTO I° DI TORINO

Assistenza e cura con particolare dedizione ai pazienti affetti da patologie oncologiche e ai disabili non collaboranti.

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

L’assistenza odontostomatologica, e odontoiatrica in particolare, è sempre stata “penalizzata” dal SSN e ciò, in ragione del fatto che a parte le estrazioni dentarie e le prime cure dentarie di pronto soccorso che comportano il ticket se non si è esenti, il completamento delle stesse e soprattutto la fornitura delle protesi dentarie sono sempre state a carico dell’assistito; mentre è oltremodo garantita la chirurgia del cavo orale per patologia o trauma. Una realtà che vede molti pazienti edentuli (mancanza di denti) proprio per impossibilità economiche in quanto, come è noto, la completa assistenza privata per la maggior parte dei pazienti è insostenibile… Tuttavia, nel grande arcipelago dell’Odontostomatologia in ambito pubblico, vi sono isole felici come quella afferente all’Azienda Ospedaliera Mauriziano U. I° di Torino, all’interno della quale da circa trent’anni è attiva la Struttura Complesa (S.C.) di Odontostomatologia con particolare riguardo per i pazienti disabili (collaboranti e non), i pazienti oncologici radio-chemio trattati del distretto cervico-cefalico ed i pazienti in cura con farmaci antiriassorbitivi, quali ad esempio i bifosfonati, nei quali va posta particolare attenzione per evitare complicanze osteonecrotiche dei mascellari. Ma qual è la situazione oggi? Ne abbiamo parlato con il direttore della S.C. dott. Paolo Appendino e il dott. Simone Buttiglieri, responsabile del Servizio per i pazienti con deficit collaborativo.

Dott. P. Appendino

«Il Centro dedicato – rammenta il dott. Appendino – è stato istituito agli inizi degli anni ’90. Tale attività, unitamente alla chirurgia orale ed alla cura del paziente oncologico, rappresenta la “mission” della Struttura nei confronti dell’Azienda e del Territorio. Gli interventi chirurgici coprono tutte le principali patologie del cavo orale e vengono affrontati, a seconda della complessità, in regime ambulatoriale, di day hospital o di ricovero».

Quali particolari patologie vengono trattate?

«Sul paziente con neoplasia del distretto cervico-cefalico gli interventi sono incentrati innanzitutto sulla prevenzione e la cura di tutte le patologie legate alla chemioterapia e alla radioterapia. Vengono inoltre erogate prestazioni di cura conservativa urgenti e di riabilitazione protesica»

E per quanto riguarda la chirurgia?

«Si effettuano interventi per la rimozione di denti del giudizio inclusi, canini da trazionare per motivi ortodontici, neoformazionoi cistiche, tumori benigni e precancerosi, traumi dento-alveolari. Tutti gli altri tipi di traumi dei mascellari sono competenza della chirurgia maxillo-facciale e non vengono trattati presso la nostra struttura»

Quali, invece, le patologie più ricorrenti che si manifestano nei disabili, specie se il loro handicap è di una certa gravità?

«Il nostro Servizio si occupa principalmente di pazienti con difficoltà di collaborazione – spiega il dott. Buttiglieri –. Tra i più frequenti ci sono i pazienti con Sindrome di Down e i pazienti con paralisi cerebrale infantile. Sono molto rappresentati anche i pazienti sindromici e affetti da malattie rare (M.R.). Questi ultimi sono tra i più complessi, in quanto devono essere gestiti in modo multidisciplinare poiché la loro patologia si manifesta a livello multi-organo »

Quale la loro età media?

«In prevalenza sono adulti oltre i 18 anni. I minori (non al di sotto dei dieci anni) sono per la maggior parte pazienti affetti da “disturbo dello spettro autistico” (autismo), che vivono in famiglia e sempre accompagnati dai genitori, o dai caregiver se questi ultimi sono ospiti in Centri di assistenza»

Oltre alla terapia, quali altri aspetti positivi nel trattanento di questi pazienti?

«È aver cura – spiega il dott. Appendino – non solo del paziente ma anche dell’ambito famigliare, cercando di capire eventuali carenze di tipo assistenziale e, per quanto possibile, assecondare le esigenze dei loro congiunti»

Quanti sono mediamente i passaggi all’anno?

«I passaggi ambulatoriali, quindi per tutta l’utenza, prima della pandemia era di circa 18 -20 mila, ora sono poco meno di 15 mila; 3 mila sono le prestazioni effettuate ambulatorialmente ai disabili che comprendono la cura e la riabilitazione protesica. Per quanto riguarda gli interventi chirurgici più complessi i passaggi annuali sono circa 1.300 in day surgery e 120 narcosi di cui circa la metà sui pazienti con il deficit collaborativo più grave»

Per questi pazienti quante le forniture protesiche che vengono realizzate?

«Mediamente 50-60 all’anno. Il paziente corrisponde unicamente le spese vive dell’odontotecnico (professionista privato in convenzione con l’Azienda Ospedaliera), e ciò indipendentemente dal reddito dell’assistito. Ovviamente la fornitura riguarda solo protesi mobili, mentre per le protesi fisse (non rimovibili), il paziente corrisponde una tariffa “calmierata” stabilita dall’A.O.»

dott. S. Buttiglieri

E per quanto riguarda la prevenzione orale di questi pazienti?

In genere – spiega il dott. Buttiglieri – il quadro di igiene orale è molto scarso, proprio perché questi pazienti sono assorbiti maggiormente da altre incombenze assistenziali, lasciando poco spazio all’igiene orale. È quindi pregnante il lavoro dell’odontoiatra  e dell’igienista dentale, a cominciare dalla “semplice” pulizia del cavo orale e dalla detartrasi (rimozione  di placca e tartaro)»

Come è composto l’organico della vostra Struttura?

«Attualmente – precisa il dott. Appendino – i medici dipendenti sono 7 e 11 i collaboratori a “progetto” per due-tre giorni alla settimana, 1 medico borsista (titolare di una borsa di studio finanziata dalla Fondazione Mauriziano – Onlus), 2 igienisti dentali, e 4 medici specializzandi (2 in chirurgia orale e 2 in chirurgia maxillo-facciale); oltre ad alcuni medici “frequentatori” volontari ai fini dell’apprendimento; 10 infermieri professionali, 3 Oss e 2 amministrativi. Per quanto riguarda l’operatività ogni giorno sono previste sedute operatorie in day surgery e prestazioni ambulatoriali di chirurgia estrattiva, gnatologia, patologia orale, prevenzione, etc.»

Quali le modalità di accesso?

«L’accesso diretto, ossia senza alcuna impegnativa – spiega il dott. Buttiglieri – è possibile tutti i giorni dal lunedì al venerdì entro le ore 10.30, in cui vengono visitati i primi 25 pazienti; dopo tale orario possono prenotarsi per i giorni successivi. Un canale “preferenziale” è dedicato alle urgenze per i pazienti oncologici e i disabili”. Per questi ultimi è prevista una visita di controllo semestrale (fallow-up). Per i controlli dei pazienti disabili appena dimessi dopo le terapie in anestesia generale, è possibile anche la modalità Televisita. Si tratta di un progetto nato durante la pandemia che permette un monitoraggio a distanza utilizzando applicazioni digitali create dall’ospedale per una visita in presenza»

Quali caratteristiche deve avere l’odontoiatra per intervenire su pazienti disabili, ancorché non collaboranti?

«Ovviamente una buona preparazione tecnico-professionale, ed è altresì indispensabile un buon apporto empatico al fine di percepire il loro stato d’animo (come anche quello del loro familiare e/o caregiver), e capire fin dove ci si può spingere nell’approccio terapeutico; quindi un modus operandi su base psicologica utile per tutti i pazienti in genere. Da notare che il caregiver in genere è spesso “interprete” del linguaggio del paziente, e diventa quindi la chiave d’accesso per entrare in comunicazionre con lo stesso»

Questa realtà, al passo coi tempi, si completa con le cure odontoiatriche ai pazienti affetti da “disturbo dello spettro autistico”, grazie alla disponibilità di tecnologie come tablet e smartphone, utilizzando un portale internet su cui vengono caricati contenuti personalizzati, i pazienti migliorano la propria collaborazione e la confidenza con l’ambiente odontoiatrico. L’utilizzo di questo protocollo in linea di massima consente di eseguire manovre di igiene orale professionale alla poltrona in bimbi che altrimenti sarebbero stati sottoposti a sedazione o narcosi. «L’utilizzo di queste tecnologie, unitamente alle televisite ed alla realizzazione di webinar dedicati a famigliari ed operatori di comunità – fanno notare i dott. Appendino e Buttiglieri –, hanno permesso agli odontoiatri e agli igienisti del nostro ospedale di mantenere un continuo contatto con questi pazienti anche durante il lockdown legato alla pandemia, periodo in cui l’attività odontoiatrica degli ambulatori era sospesa».

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