La sinistra fa il miracolo a Milano, Pisapia avanti sulla Moratti

Giuliano Pisapia al 48,3%, Letizia Moratti al 41,5%. La notte milanese più lunga per il Pdl ci consegna questi risultati sui voti, assolutamente allarmanti per il centrodestra. Numeri completamente inattesi, che potrebbero causare terremoti anche all’interno della compagine di Governo. I due candidati dovranno giocarsi la candidatura definitiva al ballottaggio del 29 maggio, ma la rincorsa di Letizia Moratti non sarà semplice, anche perché l’affluenza è risultata in crescita (rispetto alle elezioni regionali) e le cause della sconfitta sono tutte da appurare.
Certo, l’affondo della Moratti contro Pisapia proprio sul gong finale del confronto Sky in diretta, con tanto di falsa accusa di condanna e presunta collusione con i terroristi per il rivale, secondo tutti gli analisti si è rivelato un clamoroso boomerang. Ad ogni modo, le cause di un divario così ampio, non possono spiegarsi solo attraverso questa brutta caduta di stile. Anche una scarsa mobilitazione dell’elettorato leghista potrebbe avere avuto un peso, considerati gli innumerevoli tentativi di smarcamento dei vertici leghisti dal Pdl in delicate materie di politica estera. Divergenze culminate, negli ultimi giorni di campagna elettorale, con le dichiarazioni di Umberto Bossi su Silvio Berlusconi: “A Milano Berlusconi si presenta capolista, risponderà politicamente del risultato elettorale”.
Già, Berlusconi: sempre colpa sua, dirà qualcuno. Ma intanto non si può non notare che la campagna elettorale è stata influenzata anche dalle vicende giudiziarie del Premier. Vicende che spesso sono sfociate in sit-in elettorali davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, e che si sono mescolate al caso Lassini e agli indecenti manifesti “Via le BR dalle Procure”.
Un calderone, quello del Pdl, che ha gorgogliato fin troppo per l’elettorato moderato della capitale economica d’Italia, che alle Comunali precedenti aveva votato anche i partiti di Fini e Casini fuoriusciti, nel frattempo, dalla coalizione. Un elettorato che è anche femminile per il 50% e che forse, nella città del Rubygate e del quartiere Olgettina, ha preferito rivolgere il suo voto altrove.
I meriti di Pisapia, invece, sono quelli di aver vinto con mezzi economici infinitamente inferiori, di essere uscito dal farraginoso meccanismo delle primarie dopo aver sconfitto il candidato del Pd e di avere avuto una storia personale, al contrario di quanto voleva far credere la Moratti, dichiaratamente garantista.
I milanesi, scottati da un’amministrazione non particolarmente brillante, si aspettavano forse una campagna elettorale incentrata sui problemi reali della città, e adesso potrebbero targare con Sinistra, Ecologia e Libertà il quinquennio che porta all’Expo 2015.
Andrea Anastasi