LA “SANTA DI VOLVERA” UN ESEMPIO DI DEDIZIONE E UMILTÀ

Una “Santa fuori dal calendario” ma dentro i cuori di quanti hanno potuto beneficiare della sua bontà più incondizionata

di Ernesto Bodini (giornalista e biografo)

Raccontare una storia, un vissuto di persone ormai scomparse, può sembrare una inutile retorica. Se si tratta, però, di persone che pur non essendo state particolarmente famose perché non portate alla ribalta (anche dopo la loro esistenza) dai mass media proprio perché soprattutto dimenticate nel tempo, ma hanno lasciato una significativa impronta del loro operato, vale invece la pena ricordarle… e con onore. Si tratta della Santa di Volvera, al secolo Mariuccia Sopegno (nella foto), nata a Volvera (Torino) il 29 luglio 1919, nella casa-cascina di via Spirito Santo, secondogenita di cinque fratelli. È stata un “personaggio-protagonista” di riferimento per molti fedeli della zona e oltre, non meri creduloni (si badi bene) ma persone di fede che avevano da confidare problemi esistenziali e, manco a dirlo, soprattutto di salute. L’operato di questa donna, molto semplice, umile e riservata fece molto discutere le cronache dell’epoca favorendo anche intensi dibattiti fra la gente. Ma quali le origini della sua esistenza e della sua attività umanitaria? Secondo i suoi racconti, all’età di 7-8 anni, mentre dormiva nella stalla, le apparve una grande luce e vide accanto a sé una bella signora, tutta vestita di bianco. Due giorni dopo, sempre nello stesso luogo, ebbe un’altra apparizione della stessa figura che la chiamò, la toccò e le baciò le mani, una alla volta, dicendole: “Maria, ascolta, hai una grande missione: dove tu poggerai le mani gli ammalati si sentiranno meglio e potranno arrivare alla guarigione”. Dopo questa annunciata “profezia” seguirono altre apparizioni, seppur più sporadiche ma costanti. Da quel momento “divino” Maria Sopegno sentiva e vedeva quello che gli altri non potevano vedere e sentire: ebbe così inizio la sua vera e propria missione che ha espletato nella stessa stanza dove aveva vissuto sin dall’inizio e incontrato i suoi ammalati, nella visione costante (la sua) di quella che riteneva essere la Madonna. Tanto fu il clamore che seguì una denuncia per abuso della professione medica, poi rientrata. In effetti furono molte le persone che si recavano da lei, formando a volte lunghe code giungendo non solo da tutto il Piemonte ma anche da altre parti d’Italia e tanto era l’afflusso che, le forze dell’Ordine, a volte dovettero intervenire per contenere “anime in pena” che si accalcavano pur di non perdere la possibilità di avvicinarla, toccarla, confidarle il proprio problema e ottenere una sua promessa con il beneficio di una concreta e benevola profezia. Oltre alla grande capacità (e dono) di “intercedere” presso a Madonna, Mariuccia aveva il pregio, a differenza di pseudo casi simili che si verificano oggi, di non chiedere nulla (e nulla voleva) a chi a lei si rivolgeva, anche se ciò nonostante ricevette offerte, lasciti e donazioni, come ad esempio la Casa di riposo per anziani donata al Comune di Volvera.

Anche se la Santa di Volvera (nella foto una statua in suo onore) non appare nei tradizionali calendari popolari, per oltre sessant’anni la sua vita è stata caratterizzata da infinita dedizione verso quelli che lei definiva: «I miei ammalati», molti dei quali facevano lunghe attese per avvicinarla, continuamente offrendo con la più totale spontaneità fazzoletti o indumenti di sé stessi, di parenti o conoscenti nell’intento di ottenere un beneficio. Intensa anche la corrispondenza alla sua destinazione, e per agevolare la risposta all’interno dei pacchi quasi sempre venivano inserite delle buste affrancate con il nome e l’indirizzo del mittente: “La Santa di Volvera” era l’indirizzo più frequente. Molte delle persone che si ritenevano beneficiate volevano esprimere il proprio ringraziamento per l’avvenuta guarigione o miglioramento di una situazione particolare anche con degli ex voto (quadri, pitture, fotografie) spesso corredati da nome, luogo e data. I primi risalgono agli anni ’40 o poco dopo e sono ancora esposti all’interno della casa, mentre i più recenti sono datati 2005. Riconoscimenti che proseguono a distanza di quasi 32 anni dalla sua morte. Quindi, molte le testimonianze raccontate e tra queste, personalmente ricordo quella di un bambino (che risiedeva in un paese confinante) colpito dalla poliomielite alla gamba destra che, all’inizio degli anni ’60, la madre portò alla Santa di Volvera per avere un “parere” se un eventuale intervento chirurgico al piede deformato (come aveva consigliato un medico) avrebbe potuto migliorare la deambulazione. La madre mi confidò che la Santa avvicinandosi al bimbo per pochi attimi gli sfiorò il piede e, con molta serenità e naturalezza, suggerì di farlo operare perché ne avrebbe giovato. Col passare degli anni seppi che quel bimbo fu operato nel 1963 con risultati soddisfacenti…

Ma a parte questo episodio di cui sono venuto a conoscenza, molti altri si aggiunsero (sino agli ultimi giorni della sua vita) sia per quantità che per problematiche, e anche volendo citarli tutti l’elenco sarebbe interminabile, come altrettanto intensa è stata la vita di questa donna che, seppur non inserita nell’alveo dei Santi degni di citazione in Calendario, il suo operato sarebbe più che sufficiente per suggerire di proporla per il “Processo di Beatificazione” e, quello successivo, della Santità, che a mio modesto avviso se lo è meritato in anticipo… anche se ufficialmente secondo la Chiesa (posto che conosca il caso), non si può parlare ufficialmente di miracoli compiuti… necessari per la Beatificazione. La Santa Mariuccia di Volvera è morta il 27 giugno 1993 e furono oltre 10 mila le persone al suo funerale, il cui rito fu celebrato nel cortile della sua casa, proprio come lei avrebbe certamente voluto. Oggi, suonando al campanello di via XXIV Maggio 39 a Volvera è possibile visitare la stanza dove Mariuccia riceveva le persone e l’attigua stanza dove è avvenuta l’apparizione e dove sono raccolte le testimonianze-ex voto.

Nella foto in basso la stanza degli ex voto

 

 

 

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