LA SAGGEZZA NEL RECUPERARE IL TEMPO PERDUTO

Un po’ di considerazioni che dovrebbero far riflettere… e non solo

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Se volessimo dedicare un po’ del nostro tempo a considerare alcuni aspetti della vita, che ci scorre tra le mani velocemente, ci accorgeremmo che tutti, chi più chi meno, abbiamo perso e perdiamo del tempo prezioso in parole ed azioni molto spesso inutili. Cominciamo dai politici che, detto per inciso, sono quelli che a mio dire sprecano gran parte del loro tempo in discorsi a dir poco inutili per via di quella retorica che li contraddistingue e, quel che è peggio, per decidere come gestire il nostro destino di sudditi e in gran parte nei modi più penalizzanti. E, al riguardo, dal canto nostro quanti commenti dedichiamo al loro operato, e quanti articoli di opinione vengono pubblicati, molto spesso ripetitivi e altrettanto retorici sino alla nausea tanto da non approdare a nulla. Questi signori amanti dello scranno e dell’oratoria senza fine, oltre a presenziare nelle aule di Camera e Senato (in parte spesso assenti), sono sempre in giro per Italia e all’estero in parte a spese dei contribuenti e degli iscritti al loro partito, nelle piazze a fare comizi e nei salotti televisivi per sciorinare quanto di peggio non si vorrebbe sentire; un presenzialismo assiduo e inutile mentre dovrebbero dedicare più tempo per studiare le migliaia di pagine di emendamenti da approvare o non approvare. E, a questo proposito, sarebbe interessante interrogarli per sapere quanto abbiano capito di quello che verrà emendato… per essere applicato. Per questo specifico impegno, visto che gli argomenti in sede parlamentare sono molteplici, i lor signori (storicamente e di fatto per nulla onorevoli) dovrebbero avere un’istruzione e soprattutto una cultura eterogenea, ma che gran parte di loro non possiede perché diversamente sarebbero degli onniscenti (mera utopia), mentre uno solo è Onniscente e si chiama Dio! E se uno di essi volesse “ribellarsi” a questa mia osservazione (si provi a dimostrare il contrario) gli vorrei dire: «Dio c’è, ma non sei tu. Rilassati». Altra riflessione che inviterei il lettore a fare riguarda il passare in rassegna il proprio operato nei confronti di se stessi, ma soprattutto nei confronti del prossimo; una porzione del proprio tempo da dedicare, necessaria non per liberare la coscienza ma per recuperare il tempo perduto e completare il proprio “mandato” esistenziale. Chi di noi nel corso della propria esistenza non ha avuto almeno un’occasione per dedicarsi con dialoghi ed azioni verso i più bisognosi? Mi sto esprimendo da laico senza pontificare, mettendomi in tal senso in prima persona e, anche se ciò è ben poca cosa, rappresenta pur sempre un esempio di autoresponsabilità… Ancora una riflessione riguarda la conflittualità nei rapporti di parentando e delle amicizie che, a seconda delle culture, variamo moltissimo per valore, entità e durata. Eppure, per la gran parte, sono proprio i rapporti umani a tenerci in vita spiritualmente e in taluni casi anche fisicamente. Nella nostra cultura latina, e anche oltre, in questi ultimi decenni tali rapporti si sono molto modificati (peraltro in parte alterati proprio in questo periodo di pandemia), non solo per le varie forme di promiscuità (immigrazioni in genere), ma anche per l’evoluzione della libertà e dei costumi, incluso l’aspetto legislativo. Ed è così che il concetto di umanità ha subìto una sorta di svalorizzazione, mandando alle ortiche i sacrifici di chi si è tanto dedicato all’unione e alla fraternizzazione tra le persone. Questi ultimi decenni ci hanno lasciato un’eredità di immenso valore, ma di cui oggi molti di noi non hanno saputo far tesoro dando largo censo a tutto ciò che è futile, ritenendo vana ogni riflessione per continuare a vivere nel più estremo materialismo. Ovviamente le eccezioni non mancano ma quelle poche si intravedono solo a distanza e imitarle per molti diventerebbe troppo… impegnativo. Un’ultima riflessione la vorrei dedicare alla povertà culturale ancora troppo presente nel nostro Paese, una carenza non meno penalizzante per la crescita interiore ed esteriore; eppure la cultura è un mezzo di grande sostegno che in non pochi casi può contribuire a lenire qualche nostra pena, i cui “dottori” da interpellare sono i saggi dell’antichità che, se interpellati, corrono in nostro aiuto… senza farci pagare alcuna parcella. Mi rendo conto che per molti riflettere è considervolmente laborioso, e che quindi si preferisce non riflettere ma soltanto giudicare e pensare solo a se stessi. Ma sarebbe un toccasana se ciascuno rivedesse la propria posizione interiore, a beneficio di se stesso e altrui.

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