La rete sarda dei trapianti verso la riorganizzazione

CRT Sardegna

#vivograziealuidi Marcella Onnis

Venerdì scorso, in prossimità della Giornata per la donazione degli organi 2017, che ricorre oggi, è stata presentata ufficialmente a Cagliari la campagna di informazione e sensibilizzazione #vivograziealui, nata su iniziativa dell’ASSL di Oristano, che ha poi coinvolto l’Azienda per la tutela della salute della Sardegna (ATS) e il Centro Regionale Trapianti (CRT).

La sensibilizzazione della popolazione è fondamentale, ma non può prescindere dall’attenzione alle strutture e agli operatori sanitari, che devono essere sempre messi in condizioni di svolgere al meglio le attività di donazione e trapianto. Molto chiara su questo punto la responsabile del CRT Francesca Zorcolo che – nel report sulle attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti del 2016 – segnala la necessità di potenziare i reparti di terapia intensiva, anche attraverso un riordino della normativa regionale, e di riorganizzare la rete regionale per stare al passo con «l’evoluzione delle procedure di valutazione dei potenziali donatori prescritte dal Centro nazionale trapianti». Durante la conferenza di presentazione della campagna #vivograziealui, questo aspetto è stato sollevato anche dalla giornalista de La Nuova Sardegna Alessandra Sallemi: rivolgendosi al direttore dell’ATS Fulvio Moirano, ha chiesto quali siano le azioni che la Regione intende intraprendere per sostenere il CRT e, in generale, queste attività verso le quali «in Sardegna c’è grande affezione, perché c’è un’intera popolazione che ne ha seguito la nascita». Una richiesta di intervento è stata avanzata anche da Giuseppe Argiolas, presidente dell’associazione di trapiantati Prometeo AITF Onlus, il quale ha segnalato, in particolare, la forte carenza di personale della Rianimazione dell’ospedale “SS. Annunziata” di Sassari. Si tratta, infatti, di una delle rianimazioni sarde attualmente più attive in questo campo: nonostante le difficoltà oggettive, grazie alla professionalità e allo spirito di abnegazione dei suoi operatori, nel 2016 è riuscita comunque a segnalare 23 potenziali donatori (che corrispondono a 23 osservazioni di morte encefalica, ossia procedure lunghe e complesse) di cui ben 19 utilizzati. Numeri grazie ai quali si è collocata seconda tra le Rianimazioni che in Sardegna hanno effettuato segnalazioni di donatori, dietro alla sola Rianimazione dell’ospedale “G. Brotzu” (25 donatori segnalati e 22 utilizzati).

CRT SardegnaMoirano è consapevole che siano necessari questi interventi e – a fronte delle oggettive carenze di organico e della necessità di professionalità specifiche – ha già disposto una prima assunzione di personale per il CRT. Nei prossimi mesi, inoltre, sarà approvato l’atto aziendale dell’ATS che – ha annunciato – includerà anche un’organizzazione puntuale del Centro regionale trapianti. I contenuti del documento, però, dipenderanno dalle linee guida che saranno approvate dalla Regione, ha specificato, aggiungendo che ancora non è stato stabilito se il CRT farà capo all’ATS (soluzione che ha dichiarato di trovare preferibile) o all’Azienda regionale per le emergenze-urgenze (Areus). Sulla questione delle assunzioni in generale, però, è stato molto chiaro: «La Sardegna è l’unica Regione a sforare il tetto di spesa per il personale», il che significa che il personale non manca, è mal distribuito (che è poi un classico delle Pubbliche Amministrazioni, almeno in Sardegna). E se, da un lato, intende impegnarsi per migliorare ulteriormente i livelli di assistenza nel settore trapianti e donazioni (nel quale l’anno scorso eravamo al 5° posto a livello nazionale), dall’altro, vuole rendere più efficienti le aree in cui, invece, l’Isola è molto carente e si pone agli ultimi posti della classifica nazionale. Principi guida del processo di trasformazione che Moirano ha in mente sono qualità, quantità e motivazione, con la consapevolezza che «per creare motivazione ci vuole molto tempo; per distruggerla, invece, ne basta poco».  Il direttore dell’ATS sa bene che il suo compito è difficile, anche perché è conscio che, non solo in Sardegna, «l’uomo preferisce restare in uno stato di disagio piuttosto che affrontare il cambiamento». «E io sono qui per portare cambiamento» ha aggiunto. Questo percorso di innovazione, però, richiede che la Regione faccia la sua parte perché, ha affermato, «madre di tutte le soluzioni è la programmazione sanitaria, inclusa la riorganizzazione della rete ospedaliera, ormai obsoleta».

1 thought on “La rete sarda dei trapianti verso la riorganizzazione

  1. Invito conferenza stampa di presentazione della campagna di sensibilizzazione sulla donazione degli organi “Vivo grazie a lui”
    Siamo spiacenti di non poter partecipare alla conferenza stampa per impegni presi soprattutto nelle scuole e già fissati nel programma di promozione durante l’anno scolastico e resi noti al CRT.
    Non possiamo comunque non sottolineare la inusitata convocazione il giorno prcedente l’evento che rende difficile la partecipazione dei volontari impegnati nel quotidiano lavoro dei promozione della campagna e della assistenza ai pazienti:
    nella speranza che la nuova e unica organizzazione aziendale si faccia carico e tenga nella giusta considerazione le associazioni di volontariato nei modi e nelle sedi opportune, come anche di recente sottolineato nei banchi del Consiglio Regionale e negli impegni presi dall’Assessore Arru in tale circostanza.
    Giampiero Maccioni

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