La privatizzazione del sostegno scolastico: l’esperienza e la riflessione di un lettore

Ci hanno scritto:

Coerentemente al processo in corso, che vede lo Stato disimpegnarsi da settori delicatissimi come il sociale, la sanità e l’istruzione, arriva in Commissione Cultura al Senato la proposta di legge di due esponenti del PDL, Bevilacqua e Gentile, di privatizzazione del servizio di sostegno nelle scuole pubbliche italiane.  “I dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado sono autorizzati – viene scritto legge nell’unico articolo che compone il disegno di legge – a definire progetti, con la collaborazione di privati, per il sostegno di alunni con disabilità”. L’idea scaturirebbe, secondo i due Senatori, dal sistema delle autonomie scolastiche: “In tale ottica, per superare le carenze e le disfunzioni dovute al difficile coordinamento dei diversi servizi di enti locali e Asl, che debbono sostenere gli interventi scolastici, va facendosi strada l’idea che siano le istituzioni scolastiche autonome a dover coordinare l’insieme dei diversi servizi‘.

Qualunque cosa si voglia pensare su questa ultima proposta, è innegabile che il sostegno per i ragazzi diversamente abili è un bene didattico, formativo e sociale, volto a favorire l’integrazione nel mondo esterno per chi, fino a non moltissimi anni fa, ne restava completamente escluso; ed è altrettanto innegabile che questa integrazione è figlia della Legge 104/92, la quale recita che “… e’ garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitari”, e che fa anche riferimento anche ad enti privati, ma solo “ai fini delle attività coordinate”, quindi le varie cooperative o associazioni che si occupano dell’assistenza, del trasporto e delle attività di supporto, mentre “sono garantite attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti specializzati”. A ciò va aggiunto che la presenza di questi ragazzi arricchisce profondamente anche le persone che a loro stanno vicino, i compagni, che possono misurarsi con delle realtà che possono accrescere il loro senso di responsabilità e consapevolezza; per gli insegnanti, che comunque si ritrovano a confrontarsi con delle situazioni tutt’altro che scontate ma anche stimolanti dal punto di vista professionale, ma soprattutto umano. Proprio a tale riguardo vorrei menzionare l’esperienza alla quale ho avuto la fortuna di assistere lo scorso 24 maggio presso il Liceo Classico “G. Ugdulena” di Termini Imerese, istituto dove si è tenuto quest’anno un progetto di attività motoria, organizzato dalle Professoresse Rosa Lo Bianco e Lia Maggiore e rivolto non solo a coloro che frequentassero la scuola ma anche all’associazione italiana Persone Down. In occasione dell’ultima giornata che andava a concludere un percorso durato circa 7 mesi, si è tenuta una sorta di “pomeriggio di gala” che ha visto per protagonisti i vari ragazzi, impegnati ad affrontare di corsa un percorso ad ostacoli degno di un addestramento di marines. Davanti agli occhi di genitori e insegnanti  hanno dato una dimostrazione di forza d’animo e di temperamento davvero encomiabile; alla fine erano veramente felici di avere avuto questa opportunità per mettersi in gioco, come lo erano anche le persone che hanno condiviso con loro questa esperienza. Ma se tutto questo è stato possibile, non bisogna dimenticarlo, lo è stato grazie ad un’istituzione pubblica, senza nessun costo aggiuntivo per le famiglie e con la guida di insegnanti specializzati e professionali. Siamo sicuri che, affidando questo tipo di servizio ai privati, sarà ancora possibile organizzare simili progetti? Quali dovrebbero essere i criteri di assunzione all’interno di questi enti? Sarebbe giusto, comunque, che chi si è formato professionalmente per questo settore dovrebbe vedersi scavalcato da qualcuno che si ritrova all’interno di ente privato, magari all’interno di chissà quale logica clientelare? Ci auguriamo che il progetto di legge cada nel dimenticatoio, e che altri progetti, come quello di attività motoria del Liceo “G. Ugdulena” di Termini, possano ripetersi!

Roberto La Tona

Nella foto i ragazzi del liceo Ugdulena di Termini Imerese (Pa)

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