LA “PRECARIETÀ” DI UN RUOLO COMPETENTE E RESPONSABILE DELLA SALUTE PUBBLICA

La scelta di questa figura non dovrebbe essere solo politica, anzi, il designato dovrebbe vestire prevalentemente i panni delle pluri competenze, avvalendosi di collaboratori particolarmente dedicati alla comunicazione…

di Ernesto Bodini *

Ogni volta che cade un Governo le molte conseguenze sono certo per la collettività e su tutti i fronti, oltre a ripercussioni anche a livello internazionale. Ma restando in casa nostra quanti italiani si rendono conto che con le votazioni, previste per settembre, ci sarà la corsa all’oro con il cosiddetto toto ministri ossia la designazione dei ministri per reggere i relativi Dicasteri? Soffermandoci in particolare su quello della Salute, viene da porsi il solito quesito: il relativo ministro deve essere necessariamente un medico oltre che un politico? Sembra banale ma non è di poco conto, sia perché le opinioni sono diverse e sia perché tale quesito andrebbe soppesato con razionalità e massima obiettività. Personalmente, pur non avendo mai varcato le sale del potere (probabilmente molti cittadini ne avrebbero l’ambizione anche senza alcun titolo), credo che un buon ministro deve sì avere un indirizzo politico, ma per certi versi deve essere anche asettico, ossia non condizionato da blasfeme ideologie o da “spinte” esterne, oltre a non soddisfare il proprio Ego, ma allo stesso tempo avere tutte quelle necessarie nozioni medico-sanitarie che sono indispensabili per comprendere doveri e diritti sia dei sanitari che della popolazione che deve fruire determinate prestazioni. Indubbiamente conciliare ambedue questi aspetti non è semplice, quindi il ministro in questione deve necessariamente avvalersi della collaborazione di vari specialisti (sanitari e tecnici… non asserviti al potere), oltre ad uno staff di esperti nella comunicazione pubblica, ovviamente non condizionato dalla politica ma con la visione del dovere istituzionale. Tale precisazione mi viene dal fatto che per quanto riguarda la gestione della comunicazione relativa all’evento pandemico, a mio parere la comunicazione non è stata adeguata anche perché, come sempre, va precisato che chi deve informare deve avere le competenze per le materie relative al suo ruolo. Ma è noto che in Italia in ogni ambito vigono nepotismo e clientelismo snobbando le cosiddette e più razionali obiettività e meritocrazia. Tornando al ruolo del ministro della Salute, questa figura di particolare responsabilità non dovrebbe cavalcare l’onda dell’Ego “spalleggiato” da sostenitori e fan decisamente politicizzati che, in questi casi, non mancano mai! Quindi, la nostra salute e la nostra vita sono prettamente in mano ad un esponente e al suo entourage designati dalla politica, al cui interno gravitano centinaia di parlamentari che non necessariamente hanno nozioni medico-sanitarie, peraltro più che necessarie per votare emendamenti e relative leggi. È pur vero che le numerose categorie associative del settore medico-sanitario hanno diritto di parola e di eventuali contestazioni, ma purtroppo il più delle volte non vengono prese in considerazione, o comunque sono poco ascoltate, come anche la voce dei cittadini soprattutto dei pazienti affetti da patologie, come gli eterni inascoltati colpiti da malattie rare. Quindi il comparto salute-sanità è un altrettanto zoccolo duro della politica italiana, probabilmente appetibile per non pochi anche se di grande responsabilità, ed è proprio per questo che individuare il reggente di questo Dicastero è un terno al lotto a cui affidare il nostro destino… E chiunque sia il futuro designato vorrei rammentare che l’abilità politica non consiste nel comandare ma nell’osservare e soddisfare i bisogni del popolo.

*(giornalista scientifico)

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