LA POLITICA DEL NULLA… O QUASI

Lettera aperta ai politici di oggi e di domani…

Il susseguirsi ed affaccendarsi dei vostri impegni in sede istituzionale, e oltre, seguito da quotidiane affermazioni pubbliche (spesso inaccettabili), non fa altro che disorientare la maggior parte della popolazione che voi invitate con tanto di proclami ad andare votare il prossimo 25 settembre. Ma come si fa a credere a quanto voi affermate pubblicamente ai giornalisti e nelle pubbliche piazze quando siete in troppi nel far “privilegiare” le vostre innumerevoli considerazioni e relative promesse, come se ciascuno avesse il proprio ricettario per la cura di un Paese ormai più che infettato politicamente? Per non parlare poi del vostro esibizionismo e della vostra saccenteria facendovi invitare nei vari talk show, intervenendo in modo spesso “incivile” in quanto non siete in grado di rispettare le più elementari regole del comunicare: dal sovrapporvi con toni elevati ed enfatizzanti, se non anche scurrili… Molti di voi hanno anche la presunzione di sapere più di altri e l’assurdo è che ogni affermazione ne prevarica un’altra, quasi a voler imporsi usando un linguaggio burocratico e in politichese i cui termini sono comprensibili solo a pochi. Ad esempio la gran parte della popolazione non sa che cos’é il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), oppure cos’è la spending review, un piano di rientro, uno scostamento di bilancio e tanti altri concetti e sigle il cui elenco è interminabile; inoltre ogni volta citate la burocrazia che andrebbe alienata, ma non spiegate in che modo lo si possa fare. Ora, se non ci si rivolge al cittadino comune (cioè, tutti noi) con un linguaggio semplice ed esempi pratici, ne consegue che sarete eletti soltanto dai vostri “accoliti” e da una minoranza (pseudo fiduciosa) rispetto a precedenti legislature, e non avrete soddisfatto in alcun modo le esigenze della popolazione convinti di aver operato politicamente al meglio, e non c’é modo peggiore di proporsi agli elettori in assenza di trasparenza… Personalmente sono sempre stato convinto che dedicarsi alla politica (se necessaria) implica totale dedizione, competenze e soprattutto poca ambizione; del resto anche il saggio Platone sosteneva che «L’accesso al potere dev’essere limitato agli uomini che non ne nutrono la passione»; una saggezza che se osservata, ridurrebbe di molto le candidature, ancor più se venissero ridimensionati i vitalizi. In buona sostanza, a mio avviso nessuno dovrebbe avere la presunzione di “saper” dirigere un Paese, ma poiché limiti, scarsa umiltà e presunzione fanno parte di chi ambisce al potere, noi cittadini-sudditi saremo destinati a restare figli di quel sistema feudale che mai prometterà nulla di buono. Naturalmente ho rispetto di voi persone, ma ciò non toglie che possiate essere collocate in un girone dantesco per rendere conto del vostro agire lontano dai sani principi per il bene della comunità, soprattutto per non averla supportata nel rispetto dei suoi diritti e delle sue esigenze. E non venitemi a dire che l’attività politica è sempre stata un ruolo improbo e necessario, ma da qui a non essere in grado di garantire soluzioni (realtà pandemica e questione conflittuale Russia-Ucraina a parte) ce ne passa… Intanto, e da tempo, la maggior parte della popolazione langue, in particolare i 5,6 milioni di poveri, i disabili e i molti anziani con pluri patologie; per non parlare inoltre della gestione della Sanità pubblica che, per quanto garantista, a tutt’oggi presenta molte lacune (sic!), oltre perdurare della non incolumità collettiva e individuale, mentre voi (chi più e chi meno) godete una vita agiata e senza particolari problemi… confortati dal fatto di essere stati eletti e quindi senza alcuna responsabilità. Ciò detto, ovviamente nulla da eccepire sul sacrosanto diritto-dovere di recarsi alle urne per addivenire ad una rappresentanza, ma nello stesso tempo mi permetto di rilevare l’inconsistenza del vostro “gestire” la politica che è basato praticamente sul nulla! Non mi si legga come un disfattista, che non lo sono affatto, ma semplicemente un cittadino che ha l’illusione (e non la presunzione) di accarezzare la coerenza socratica: il diritto di dissentire una legge ma di rispettarla per dovere etico e civile, in quanto residente nel Paese che ha emanato dette Leggi. Una coerenza che regna in me sovrana, avvalorata dal credere in me stesso e dalla modesta predisposizione alla solidarietà nei confronti dei più deboli, svantaggiati e se non anche degli illusi…!

Ernesto Bodini

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