La pelle di merluzzo accelera i tempi di guarigione di ustioni e ferite

 

 

 

I prodotti di scarto dell’industria del pesce come: cartilagini, pelle, ossa e scaglie, si stanno rivelando una fonte sicura e sostenibile grazie ai biomateriali compatibili con l’organismo umano.
In Islanda, infatti, la piccola biotech Kerecis ha ideato e sviluppato un metodo di lavorazione della pelle del merluzzo, al fine di renderla un bendaggio utile ad accelerare i tempi di guarigione a seguito di ustioni e ferite. Questo prodotto ha, recentemente, ottenuto il consenso per la commercializzazione negli Stati Uniti.
Per la realizzazione dei bendaggi, la fornitura della materia principale viene fornita direttamente dai pescherecci dell’isola, successivamente la pelle viene raccolta negli impianti di lavorazione, dove i merluzzi islandesi vengono sfilettati quotidianamente, e in seguito inviata negli stabilimenti della Kerecis dove viene analizzata e trasformata in fasciature elastiche. Da cosa sono formate queste bende? I bendaggi sono ricchissimi di collagene, acido ialuronico, omega 3 e completamente sprovvisti di cellule animali; tutto ciò rende il prodotto utile alla rigenerazione dei tessuti e alla crescita di nuove cellule, inoltre le bende prodotte dalla Kerecis hanno anche il privilegio di avere un effetto antinfiammatorio sui tessuti in fase di riparazione, grazie agli omega 3, acidi grassi abbondanti sia nella pelle che nella carne di pesce.
Paolo di Nardo, direttore del Centro di ricerca interdipartimentale di Medicina rigenerativa dell’università di Roma Tor Vergata (Cimer) ha spiegato che i tessuti sono composti da due elementi principali: una parte viva, le cellule, e una specie di cemento che le tiene insieme, la matrice extracellulare; se rimuoviamo quest’ultima, possiamo poi utilizzarla per la crescita di nuove cellule e nuovi tessuti.
Le bende a base di pelle di pesce per curare le ustioni sono state testate anche da alcuni scienziati del Brasile. In particolare, i ricercatori dell’università federale di Ceara hanno sperimentato la pelle di tilapia, ricca di collagene, proteine e altre biomolecole, che dopo essere stata sterilizzata e trattata con radiazioni, mirate a uccidere eventuali agenti virali, viene avvolta intorno alle ustioni e lasciata ad agire per dieci giorni circa.
La medicina rigenerativa sta facendo sempre più affidamento ai polimeri che vengono estratti da pesci e animali marini, che poi vengono riutilizzati, come ad esempio: il collagene. Oggi giorno il collagene viene utilizzato per il riempimento delle cavità dentali e nella cura di difetti osteoarticolari. Anche l’acido ialuronico può fare la sua parte essendo utile alla rigenerazione dei tessuti e addirittura il chitosano, che è un biomateriale, estratto dai gusci dei granchi, dai gamberi e altri crostacei, che può essere utilizzato per costruire impalcature tridimensionali con cui guidare la ricrescita di cellule e tessuti del corpo o per incapsulare farmaci garantendo un rilascio controllato dei principi attivi.

Ilaria Filippini
Fonte: repubblica.it

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