Reggello (FI): “La fine del mondo”, un cordone tra cielo e terra

Il teatro è un’arte, o una prospettiva da cui poter guardare l’orizzonte da protagonisti, cercando di vivere al meglio e al massimo ogni singolo attimo. Tanta suspense, risate, brividi che hanno percorso la numerosa e attenta platea del Teatro Excelsior di Reggello (FI). “La fine del mondo” messa in scena dalla Compagnia dell’Orsa, che abilmente e amabilmente, si è intercalata nella parte, diventando cordone tra cielo e terra, memoria tra passato e presente.
Un’attuale e pungente satira, caratterizzata da note di ironico cabaret, seguendo le linee guida del copione di Jura Soyfer (scrittore ebreo, morto a soli 26 anni), sposando e catturando quell’idea di libertà, attraversando con la magia, quello che può diventare salvezza, anche nei peggiori momenti.
Azione umana, coralità di sensi e stupore che aleggia sul volto di chi si è intercalato nella parte, trasudando emozioni che arrivano dirette, grandi e piccini, indistintamente.
Già, poiché nonostante la complessità del tema e le metafore dello spazio e del contestato “equilibrio celeste”, la semplicità con cui la Compagnia dell’Orsa, riesce a riflettere e percorrere la commedia, in tutto il suo massimo simbolismo e le atrocità e le emergenze del tempo, sono degne delle più grandi performance.
Un cielo, una terra, una camerata del campo di concentramento di Dachau, umane inettitudini e voglia di sopravvivere e di cercare la “cura”, tale da innamorarsi e trovare nell’Amore, la via che può mettere in moto le varie arti, e senza indugio o esitazione, accarezzare le ferite e gli errori, tornando a scrivere una nuova pagina di vita.
Dulcinea Annamaria Pecoraro
Foto di Claudio Torrini (Foto d’ Arte LAB)