La felicità attraverso i racconti dei medici -scrittori

Una “originale” iniziativa, firmata Gino Torchio sotto l’egida dell’Amsi

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)


Non si è ancora spenta l’eco del convegno nazionale del maggio scorso ed ecco che alle porte dell’autunno l’A.M.S.I. ha proseguito con un’altra iniziativa: un incontro tra i soci con una “short stories” dedicata al tema della felicità. Uno dei sentimenti che da millenni caratterizzano l’essere umano la cui definizione, però, non ha ancora trovato una collocazione universale. L’evento, organizzato con particolare sensibilità culturale ed umana dai medici Gino A. Torchio e Ida Marcer, presieduto con la presidente Patrizia Valpiani, si è tenuto domenica 6 settembre nei pressi del castello di Govone (Cn) nella splendida cornice delle Langhe piemontesi, nel corso del quale sono stati letti brevi (ma toccanti) racconti scaturiti da ricordi, emozioni e vicende vissute attraverso i quali ogni medico-autore ha espresso (direttamente o indirettamente) il concetto di felicità, stimolando nei presenti quel bisogno (“assopito”) di rinverdire tale sentimento, rivivendolo e facendolo proprio. Una vera e propria rassegna letteraria che ha visto alla ribalta medici di famiglia, specialisti del territorio, ospedalieri e liberi professionsiti come Marco Gatti, Gianfranco Brini, Ida Marcer, Elena Cerutti, Mario Tamburello, gli stessi Patrizia Valpiani e Gino Torchio, Aldo Franzini, Marco Marchetto, Ezio Del Ponte, Simone Bandirali, Cristina Negri; oltre ad altri autori che però non sono potuti intervenire (in totale oltre una quarantina da tutta Italia) i cui lavori verranno raccolti in una unica pubblicazione cartacea.
L’esposizione di ciascuno brano, sia in lingua italiana che in dialetto piemontese, ha rappresentato un ulteriore contributo per richiamare alla memoria anche la definzione di felicità secondo alcuni storici e letterati del passato. Aspetto, questo, sul quale si è soffermato il dottor Torchio con alcune citazioni che vale la pena ricordarne alcune. Secondo Omero la felicità è «il raggiungimento della virtù», Saffo: «il piacere sessuale», Socrate e Platone: «il raggiungimento della conoscenza attrverso il sapere e la virtù», Epicuro: «l’ottemperare, e non inseguire, il piacere in quanto necessario e naturale»; Orazio: «carpe diem», San Francesco: «povertà o letizia». L’età moderna riconosce il diritto di felicità e alla felicità. Schopenhauer, ad esempio, sosteneva che «la felicità sta nella ricerca pura delle cose oltre il limite conosciuto e sofferto», Pascoli: «è il piacere di godere delle cose semplici viste con la sensibilità infantile che ognuno di noi ha dentro di sé».

Esempi e modi di intendere uno stato d’essere (o l’aver vissuto) che ogni medico-scrittore ha letto, raccontato e quasi recitato con enfasi e talvolta con non poca emozione, dai quali traspariva il ruolo di medico per vocazione e quello di scrittore per passione. Ruoli che la dottoressa Valpiani ha ricordato essere la caratteristica insita in ognuno dei soci Amsi e, parafrasando Thomas Mann (1875-1955), ha ricordato: «Non oggi medico e domani scrittore, ma questo e quello, l’uno insieme con l’altro, perché Medicina e Letteratura si illuminano, vantaggiosamemente a vicenda». Quindi, racconti per tutti e per tutti i gusti legati da quel filo comune che è la visione positiva (ancorché costruttiva) della vita, fugando il rifugio alla solitudine per favorire attimi di felicità e con essi il desiderio di sorridere e di amare. Verbi ma soprattutto sentimenti che si possono scrivere, raccontare, recitare e quindi leggere nelle librerie e nelle biblioteche, ma anche nei luoghi di sofferenza, di educazione, di cura, di riabilitazione, di formazione. Pagine che i soci Amsi hanno voluto dedicare soprattutto a chi conosce il dolore. E chi se non il medico, per giunta anche scrittore?

(Foto di Ernesto Bodini): In alto i dott. P. Valpiani e G. Torchio; in basso i prtecipanti

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