L’Aquila … e “Draquila”

Due anni fa L’Aquila e l’Abruzzo furono devastati da un terribile terremoto. Due anni fa assistemmo alle passerelle dei politici e alle promesse del Presidente del Consiglio a cui credettero solo parte delle vittime della tragedia, per disperazione, e i soliti allocchi, che a quest’uomo crederebbero anche se annunciasse di rendere tutti quanti immortali nel giro di un mese.

Che oggi nei territori colpiti dal sisma il ritorno alla normalità sia ancora un miraggio purtroppo sì sa e – visti i precedenti storici – nemmeno stupisce tanto. Certo è che quel poco di buono che è stato realizzato si deve in gran parte all’opera silenziosa della gente comune che ha lavorato sodo lontano dai riflettori. Ed importante è stato anche il ruolo di chi le telecamere le ha fatte accendere non per farsi bello e fingersi interessato, ma per mostrare chi qualcosa stava facendo e chi invece stava solo parlando, per raccontare cosa si poteva e si doveva ancora fare …

Però, bisogna ammettere che tra la gente comune siamo anche in tanti ad aver dimenticato un po’ questi fratelli sfortunati. E non necessariamente per menefreghismo: talvolta solo perché la vita va avanti e quando le tragedie si svolgono lontano da noi, si fa presto a scordarle.

Io, ad esempio, vi confesso che di mio non mi sarei ricordata che questo triste anniversario cadeva proprio ieri. Tuttavia, agli aquilani ci avevo pensato il giorno prima, mentre ascoltavo la notizia della cosiddetta “truffa Parioli” . Nell’elenco delle vittime vip c’è, infatti, anche Sabina Guzzanti, che nel suo film Draquilaha raccontato la situazione post-sisma in Abruzzo.  Sentendo dei suoi 400 mila e passa euro consegnati a questi impostori, mi è quindi balenato alla mente un pensiero forse gratuito e un po’ meschino, al punto che ben avrebbe potuto concepirlo un qualunque esponente del “partito dell’amore”: ma com’è che lei, che tutti riteniamo comunista, desiderava investire questo gran bel gruzzolo come un qualunque capitalista? E, soprattutto, non avrebbe fatto meglio a tenere quei soldi belli tranquilli nel suo conto corrente bancario (o magari nasconderli sotto il materasso) e a regalarne un pochino agli abruzzesi per ricostruire le loro città, piuttosto che affidarli a questo gruppo di “furbetti”?

Marcella Onnis – redattrice

marcella.onnis@ilmiogiornale.org

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