Italia senza benzina, la Spagna ne fa 4 ed è regina d’Europa
In uno degli spot tv che ha anticipato Italia-Spagna (si rivelerà una delle partite più seguite di sempre in Italia) si promuovevano gli sconti sulla benzina che nelle ultime settimane hanno causato lungo lo stivale code chilometriche e insolite febbri del sabato sera. Visto che proprio tutti sanno quanto è importante il carburante per fare girare un motore, possiamo utilizzare questa come metafora per raccontare la finale di Euro 2012: contro la Spagna, l’Italia a Kiev si è presentata in riserva. Gran parte della tanica deve essersene andata nell’impresa contro la Germania per lottare su ogni pallone e correre a pieni giri, bruciando frizione e candele pur di riuscire a sorpassare il carrozzone tedesco.
Davanti a un inizio degli spagnoli che è sembrato più soft rispetto a quello di giovedì, il primo perno a saltare, invece, è stato quello di sinistra: Giorgio Chiellini, acciaio inox made in Juventus che ha stretto i denti per tutto l’europeo. Non che Balzaretti non sia stato un degno sostituto, ma il primo bellissimo gol di Silva è arrivato proprio da una giocata di Fabregas su quella fascia. Lo stop a Chiellini ha fatto accendere la spia di mancato funzionamento di altri cilindri, soprattutto quelli che solitamente pompano gioco a centrocampo: Pirlo, Montolivo e Marchisio su tutti. Così la supercar spagnola, gommata, oleata e messa a punto alla perfezione da quattro anni a questa parte (ultimi europei e mondiali vinti) poteva partire da dietro, accelerare, prendere velocità e infilzare i nostri con un inserimento chirurgico di Alba. 2-0.
Il resto è un’agonia un po’ indecorosa per l’italia, che continua a perdere pezzi (Cassano, Thiago Motta) e soprattutto spinta propulsiva, mentre la Spagna insiste in manovre da autentiche furie rosse. Alla fine sarà 4-0 per gli iberici, un risultato deludente, sonoro ma giusto. L’Italia non è forse quella Maserati elegante ed efficiente che avevamo visto contro la Germania, con il tridente terribile Pirlo-Cassano-Balotelli. È invece la seconda squadra del torneo, una sportivetta grintosa ma ancora molto delicata, che ha bisogno di attenzioni, collaudi e manutenzione per diventare supercar. Insomma, si torni ai box con Prandelli, nel 2014 ci aspetta il mondiale.
Andrea Anastasi
altro gran bell’articolo! Il cambio Motta per Montolivo? Restando in metafora, una manovra così azzardata da render impossibile tornare in carreggiata!