Intervista al prof. Enrico Alba, ginecologo-oncologo

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

 

Docente universitario e valente clinico, astigiano, 69 anni, e professionista affermato, Enrico Alba ancora oggi si dedica, in costante aggiornamento, ai suoi pazienti con la massima cura e attenzione anche per gli aspetti psicologici. Grazie anche ai significativi progressi in Ostetricia e Ginecologia, due discipline che hanno fatto cultura sia in ambito regionale che nazionale, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione delle patologie e il relativo trattamento di alcune.

 

Prof. Alba, lei è in pensione da circa un lustro. Quanti anni di attività ha dedicato alla Ginecologia e Ostetricia, e perché la scelta di queste discipline?

“La scelta risale al 5° anno di Medicina seguita da un tirocinio (full time) di 15 giorni nel reparto di Ostetricia e Ginecologia della Clinica Universitaria torinese, appassionandomi così a questa Disciplina e, dopo la laurea, conseguita nel 1972, ho subito frequentato come “volontario” la Clinica stessa. Una scelta che aveva in sé sia la componente medica che chirurgica con molti interessi tematici quali la cura della sterilità coniugale, l’oncologia, la prevenzione delle patologie, etc.”

In questi decenni come si sono evolute le conoscenze in Ginecologia, sia dal punto di vista delle patologie che della prevenzione delle stesse?

“Per quanto riguarda la prevenzione, ad esempio, è diventata molto capillare. Basti pensare che il pap-test cervico-vaginale per il tumore del collo dell’utero oggi è una prassi molto comune, anche grazie al Servizio Sanitario Regionale. Altrettanto si può dire per la prevenzione del tumore dell’endometrio nella donna in menopausa, perché è diventata più facile da adottare attraverso controlli come l’ecografia trans-vaginale”

E per quanto riguarda la prevenzione del tumore della mammella?

“A Torino, ad esempio, la collaborazione per il trattamento della mammella è molto frequente tra chirurgo generale, ginecologo-oncologo e senologo. Abbiamo in questo ambito una notevole casistica, come anche per le lesioni pre-cancerose, con buoni risultati”

Il ginecologo è anche oncologo?

“Generalmente si. In effetti molti ginecologi sono anche specialisti in oncologia con particolare riguardo all’oncologia ginecologica (utero, ovaio, vulva, mammella), sia in ambito diagnostico che terapeutico, includendo particolare competenza anche per la chemioterapia”

Quale, quindi, l’evoluzione più in generale?

“L’evoluzione si è manifestata nel mondo in ambito diagnostico con il perfezionamento della tecnica mammografica (soprattutto digitale), la Risonanza magnetica (Rmn) e i prelievi bioptici, sempre più frequenti, che consentono di fare diagnosi pre-operatorie molto precise, e interventi più… mirati. In questi anni è anche migliorata la diagnosi precoce in genere attuata in donne giovani che hanno familiarità per il tumore della mammella; inoltre, la chemioterapia, con farmaci nuovi e più mirati, ha permesso di ridurre la tossicità e migliorare il vantaggio terapeutico nel tempo”

Per quanto riguarda la cultura della protezione dei rapporti sessuali si è evoluta anche tra i giovani?

“Nel nostro Paese questa cultura non ha mai avuto un particolare “sviluppo”, soprattutto se rapportato all’uso del preservativo, visto con qualche remora culturale negativa, sia dall’uomo che dalla donna. Oggi, però, i giovani ricorrono più spesso a questo contraccettivo, e l’esigenza riguarda soprattutto le donne”

Qual è il suo pensiero sull’obiezione di coscienza relativa alla interruzione volontaria della gravidanza (Legge 194)?

“Il concetto di base, ricordo, deve trovare un equilibrio tra un’azione medica non specificamente terapeutica, rivolta a trattare in sicurezza un’azione che la donna comunque ha deciso di effettuare, l’interruzione volontaria della gravidanza, che avrebbe in mancanza di una legge di tutela sanitaria, eseguito nell’illegalità con danno di salute (e, a volte, di vita) ed a speculazione economica. Ma a mio modesto parere non si è dato sufficiente risalto alla parte iniziale della Legge 194, la quale precisa che l’interruzione di gravidanza deve essere concepita come un metodo per proteggersi dalle gravidanze; quindi bisognerebbe investire ancor di più nell’educazione affettiva, sessuale e contraccettiva nella popolazione giovane. Va anche detto che in questi ultimi 5-6 anni è entrata in funzione la possibilità di effettuare l’interruzione di gravidanza soprattutto in fase precoce (entro la 7ª settimana di gestazione) con un metodo chimico: prendendo un anti progestinico orale (“RU 486”), che riduce l’attività dell’endometrio e conseguentemente inibisce l’impianto e la crescita dell’embrione; in un secondo tempo (due giorni dopo) assumendo, sempre per via orale, le prostaglandine per favorire l’espulsione”

Quanti professionisti ha coinvolto l’obiezione di coscienza?

“Inizialmente ha interessato una minoranza dei ginecologi, ma con gli anni sono aumentati i medici specialisti obiettori di coscienza: a Torino sono circa il 70%, mentre in altri ospedali dove non ci sono medici “non obiettori”, si ricorre a clinici di altre Strutture preposti all’attività di interruzione della gravidanza”

A che punto è la vaccinazione contro il papilloma virus?

“A livello regionale, da quando è iniziata 5-6 anni fa con la disponibilità del vaccino contro i ceppi 16 e 18 (che sono più oncogeni), c’è stata un po’ di “diffidenza” generale; in seguito è stata recepita con maggior “coscienza” dalla popolazione, quindi dalle madri per le loro figlie dodicenni. L’età più a rischio è quindi l’adolescenza proprio perché i rapporti non protetti avvengono in questa fascia di età, tra partner diversi, mentre nelle coppie più “stabili” il rischio si riduce”

Quale il futuro dell’Ostetricia e della Ginecologia?

“Per quanto concerne l’Ostetricia il futuro riguarda una migliore possibilità di cure e assistenza per la gravidanza ed il parto, con particolare riguardo per l’età delle partorienti che tende ad essere più avanzata: oggi si segue sempre maggiormente la gravidanza, sia dal punto di vista sanitario che nei riguardi del vissuto psicologico della donna e della coppia, riportando sempre maggiormente la gravidanza ed il parto nell’alveo di un avvenimento naturale e fisiologico. Vi è anche molta attenzione verso il desiderio di analgesia del parto e anche di rispetto verso quei casi di richiesta di taglio cesareo elettivo da parte materna in alcuni casi particolari. Per la Ginecologia c’è un miglior orientamento verso le diagnosi precoci e più indicazioni agli interventi meno invasivi. Per ambedue le specialità, specialmente in campo ostetrico, c’è purtroppo oggi una certa tendenza da parte del medico per la Medicina difensiva, ossia nel richiedere un sempre maggior numero di esami per ridurre al minimo le eventuali conflittualità, al fine di prevenire denunce con richieste di risarcimento per gli eventi avversi, aumentando così  dismisura i costi delle assicurazioni professionali dei sanitari”

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