Intervista a Nicoletta Rebuzzi, un passato da designer orafa e oggi autrice per ragazzi

Servizio di Francesca Lippi

Ha pubblicato i suoi primi sei libri con la casa editrice la The Hidden Name Company che realizza libri di pregio per giovani lettori e non solo, seguendo l’hastag “dove la fantasia prende vita”.

“Come e quando hai deciso di scrivere ed illustrare i tuoi libri per bambini, mi ricordavo che tu fossi un’orafa”.

-Sì, ricordi bene. La mia attività principale è stata quella di designer e modellista orafa. Quando ho smesso, un po’ prima del Covid, mi sono trovata addosso una nuova esigenza. La creatività ce l’hai o non ce l’hai. Tanti fattori concorrono a regalartela, ma quando ti appartiene, non puoi farne a meno: la devi soddisfare o sarai tu a rimanere insoddisfatta. E così, prima sono state alcune filastrocche e poi racconti via via più sostanziosi e intricati.-

“Ad oggi quanti libri hai pubblicato?”

-Sei libri. La prima pubblicazione è stata una collana di quattro libri per ragazzi, di uno dei quali, “Magus Magio”, ho anche realizzato le illustrazioni.  Subito dopo, ancora con illustrazioni mie, è stato pubblicato “Te lo dico io!”, che raccoglie invece una ventina di filastrocche per bambini fra i cinque e i dieci anni. L’ultimo libro, “In un bel giorno di primavera”, contiene invece sette brevi storie pensate per stimolare, pur con leggerezza e fantasia, riflessioni positive sul valore del rispetto e dell’aiuto verso gli altri.

“Con quale casa editrice hai pubblicato i tuoi lavori?”

-The Hidden Name Company. Una giovane casa editrice con intenti di qualità e un’ampia distribuzione su tutto il territorio nazionale. I miei libri sono ordinabili in qualsiasi libreria e sui principali store online.-

“Quali sono state le sfide più grandi nel creare il tuo primo libro per bambini?”

-La sfida è stata soprattutto con me stessa: l’idea, la fantasia, non sono sufficienti. Non ero certa di riuscire a raccontare bene per iscritto quel mondo che, per me, era ovvio e familiare. Descrivere ad altri tutto quello che stavo immaginando non era semplice. La prima stesura è avvenuta di getto, ma per arrivare ad un buon risultato ci sono state molte riletture e tante correzioni. Non ero mai soddisfatta. Mi sembrava ci fosse sempre qualcosa di troppo o di troppo poco. In realtà è stato così per ogni libro, anche se, ovviamente, più si scrive più diventa facile.-

“Quale genere di libri realizzi? “.

-Tengo a precisare con vanto, che nei miei libri non ci sono protagonisti armati di chissà quali futuristiche armi, né personaggi invincibili, o combattivi in modo violento. Di fronte ai cosiddetti “cattivi”, o ad altri ostacoli, i protagonisti delle mie storie reagiscono trovando soluzioni intelligenti, mai prepotenti. Visto come va il mondo, questo mi sembra importante. Trovo estremamente diseducativo il contrario, purtroppo già tanto diffuso nel cinema e nei videogiochi.  È un bene se, attraverso fiabe e storie fantastiche, stimoliamo l’immaginazione nei nostri figli, poiché attraverso l’immaginazione si sviluppano le loro capacità creative, necessarie per ottenere successo in qualsiasi attività lavorativa decideranno di intraprendere da adulti. Se però attraverso l’immaginario li educhiamo a pensare che sia eroico essere vincenti con l’utilizzo della forza e delle armi…  non credo sia necessario descriverne il probabile risultato-.

“Hai scritto un libro di filastrocche, credi che nel 2025 i bambini possano apprezzare questo modo di raccontare le storie?”

-Perché no? I bambini apprezzano tutto quello che trovano divertente. Vedo che ancor oggi vengono spesso citate le filastrocche del grande Gianni Rodari, con cui le generazioni degli anni 60/70 sono cresciute, quindi credo che sì, la filastrocca è un genere che ancora ha una sua piacevolezza, soprattutto se esprime o racconta qualcosa di ironico e non banale. Come ho già detto, io ho trovato gusto nello scrivere per bambini iniziando proprio con le filastrocche. Mi venivano in mente così, spesso appena svegliata, e mi chiedevano di essere scritte. Poi le mettevo in un cassetto, senza pensare ad una possibile pubblicazione. Dopo aver pubblicato i primi quattro libri di storie, da quel cassetto ne ho tirate fuori un po’, scegliendo quelle filastrocche che avevano in comune l’essere pronunciate in prima persona da ipotetici bambini. I protagonisti di quelle brevi storielle esprimono pensieri, considerazioni e aneddoti, raccontando sé stessi in modo esilarante. C’è chi esprime giudizi sulla zia, cuoca sopraffina di dubbio talento; chi conversa col fratellino appena nato, con un briciolo di gelosia; chi cerca di convincere la mamma che il suo quattro in condotta è un errore della maestra, o quello che non capisce perché gli adulti non hanno dubbi su Babbo Natale, e così via…-

“Se tu dovessi fare un bilancio delle tue emozioni nel processo di scrittura e illustrazione, questo sarebbe in positivo o in negativo?”

-In positivo. Scrivere mi piace e, naturalmente, spero che ad altri piacerà quello che ho scritto. Ci fosse anche un solo ragazzino che trarrà piacere, o emozione, e magari qualche riflessione dalla lettura dei miei libri… Ecco! Io sarò appagata. Per quanto riguarda le illustrazioni, devo dire che per me è stata una grande fatica. Ho fatto una vita con la matita in mano come designer, ma illustrare è un’altra cosa. Non lo avevo mai fatto ed è stato impegnativo.-

“Hai ricevuto feedback dai bambini o dai genitori sulle tue storie?”

-Beh! Ovviamente sì: ho avuto le mie “cavie” prima di tutto tra amici e parenti. Poi ho fatto leggere i miei libri ad alcune maestre ed a una direttrice scolastica, e devo dire che mi hanno dato molta soddisfazione. Ma la soddisfazione recente più grande, è stato il giudizio positivo di un’autrice americana che ora vive in Italia e che è stata New York bestseller proprio per un suo libro per ragazzi.-

” Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a scrivere e illustrare libri per bambini, magari anche usando strumenti innovativi come l’IA?”

-Se lo scopo è il guadagno, consiglierei di ripensarci. Mentre scrivi non hai nessuna certezza né di pubblicazione, né di essere ripagato adeguatamente per tutte le ore di lavoro necessarie al compimento dell’opera letteraria. Se invece lo si fa con lo spirito con cui dipingeresti un quadro, se hai quell’ispirazione, allora ne vale sicuramente la pena. Dell’intelligenza artificiale so davvero poco riguardo gli ultimi programmi usciti in commercio, ma è mia intenzione approfondirne la conoscenza, se non altro per rimanere al passo con i tempi. Mi piace ancora disegnare in maniera “artigianale”, a mano libera, anche se spesso completo quello che faccio utilizzando Photoshop e la tavoletta grafica.-

“Quali sono i tuoi progetti futuri nel mondo della letteratura per l’infanzia?”

-I libri già pubblicati saranno a breve tradotti in inglese per entrare nel mercato estero. Ho altri tre libri in cantiere, anch’essi prossimi alla pubblicazione. Visto quanto mi sono divertita fin qui, non intendo smettere.-

Note Biografiche

Nicoletta Rebuzzi, roveretana di nascita, è persona eclettica e creativa. Designer, counselor filosofico, maestra di sci alpino, spesso impegnata nel volontariato in ambito socio-educativo. Ama viaggiare e stare all’aria aperta, sia al mare che in montagna. Adora leggere, soprattutto testi di saggistica. Scrive libri per ragazzi di cui talvolta cura anche le illustrazioni che realizza con varie tecniche, compresa quella digitale. I racconti che crea per i suoi giovani lettori, hanno trame originali, fantasiose e sorprendenti, che mettono in risalto buoni valori e sentimenti, con un uso attento dell’ironia e della sagacia di cui i suoi personaggi sono caratterizzati.

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