Innovazioni filosofiche e culturali della Medicina orientale

primo piano di Donald Ka’imi Pilipovich

La medicina orientale, complementare e non alternativa a quella tradizionale. All’ospedale Molinette di Torino continua la serie di Incontri con le Medicine Complementari.

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

primo piano di Nader ButtoLa prima Edizione sugli Incontri con le Medicine Complementari (a cura dei dott. Elisabetta Soro, Elio Rolfo e Gianluca Ruiu dell’ospedale Molinette) ha visto ospite il 16 ottobre scorso nell’aula magna del nosocomio torinese il dottor Nader Butto (nella foto), clinico all’ospedale Rabin Petah Tikva di Tel Aviv, che ha trattato il “Rapporto tra conflitto psicologico e malattia fisica”. È un cardiologo israeliano (laureatosi a Torino e specializzatosi in Cardiologia in Israele) che, attraverso una lunga e meticolosa ricerca sull’anima umana, ha sviluppato un personale sistema definito “Il metodo del dottor Nader Butto”, con l’intento di integrare la Medicina convenzionale con le millenarie discipline orientali, basate sul modello energetico, alle quali lo specialista aggiunge il non meno importante aspetto psicologico spesso alla base delle alterazioni patologiche fisiche. Un vero e proprio approfondimento della “filosofia orientale” finalizzata ad un concreto contributo nel trattamento tradizionale delle più svariate patologie, tant’è che il secondo incontro del 4 dicembre scorso ha visto ospite nella stessa sede ospedaliera subalpina, Donald Ka’imi Pilipovich, che ha trattato “Accunect: Energy medicine for the 21st Century”, ossia un metodo per il trattamento delle patologie attraverso l’applicazione dell’agopuntura, fitoterapia, shiatsu, omeopatia, e onde elettromagnetiche. Laureato in Scienze Informatiche e per anni collaboratore per una Stazione Spaziale americana, il Dr Pilipovich si è formato all’Università della California in Medicina Orientale, acquisendo esperienza anche in Terapia Manuale Osteopatica.

Il relatore ha esordito con il suo approccio alla cura della persona senza l’utilizzo di farmaci, spiegando che può rappresentare una svolta per la cura delle malattie croniche a cominciare dai disagi psico-fisici, come le malattie dermatologiche. Il suo metodo “Accunect” (creato nel 2011) è un sistema veloce, sicuro ed efficace basato sulla medicina energetica in grado di favorire il benessere, evitando i rischi non necessari, e può essere usato da tutti gli operatori professionali della salute, in particolare dai medici. «Il mio obiettivo – ha spiegato – è far evolvere la medicina energetica che, da molti punti di vista, vede l’integrazione con la medicina tradizionale, che non va vista come un’alternativa alla stessa, bensì come una tecnica per l’autotrattamento dei pazienti nella gestione di patologie o disturbi importanti come lo stress…». Secondo il relatore statunitense la sfida del XXI secolo non è quella di avere nuove tecnologie e nuove tecniche, bensì quella di riuscire ad integrare le conoscenze che noi abbiamo dei sistemi…

Ma questo metodo comporta il contatto fisico con il paziente? «È un aspetto molto importante quello del “non contatto fisico” – ha precisato Pilipovich – in quanto significa che quando io effettuo un trattamento di “riequilibrio”, non si può dire che io abbia attuato un trattamento che causa dei problemi, che sia insicuro e che possa “danneggiare”, qualunque paziente e in qualunque condizione esso sia, ma può (e deve) essere trattato nel rispetto di quel secolare assioma centrale della pratica medica: “primum non nocere”». E il fatto che questo metodo non preveda il contatto vuol dire che i pazienti hanno la percezione di un “autotrattamento”, ossia che sono loro che curano se stessi, e questo li rende meno dipendenti dal professionista sanitario.

E per che cosa altro può essere utilizzato il metodo Accunect? «Le patologie sono le più diverse – ha spiegato lo specialista – come ad esempio, per il mal di schiena, mal di testa, problemi digestivi, allergie, malassorbimento intestinale; problemi autoimmuni, di fertilità, stanchezza cronica, fibromialgia, problemi ematici, della tiroide, etc. Per gli infortuni (il relatore non ha precisato di quale tipo e causa, ndr) quello che faccio è accelerare la ripresa e la riabilitazione dei pazienti che ne sono colpiti, ottenendo buoni risultati. Per i pazienti oncologici non dico mai loro che il mio trattamento debba o possa essere un’alternativa, ma spiego invece che devono seguire quello che è il trattamento oncologico (protocollo ufficiale, ndr) che viene loro prescritto, e che la tecnica che io adotto favorisce la tollerabilità della chemioterapia e della radioterapia in quanto produce un effetto sinergico».

primo piano di Donald Ka’imi PilipovichPilipovich (nella foto) ha inoltre spiegato che si occupa anche di disturbi mentali, come ad esempio i disturbi dell’umore, il sintomo dell’ansia, la depressione cronica, e lo stress post-traumatico in pazienti veterani di guerra ottenendo in questi casi dei buoni risultati; ed altrettanti positivi riscontri nel trattamento di pazienti affetti da disturbi dell’apprendimento e da autismo.

«Per quanto riguarda la durata dei trattamenti – ha aggiunto – solitamente sono sufficienti 2-3 sedute (a seconda delle patologie), e anche se il problema non viene risolto completamente, la situazione diviene tale per cui il paziente percepisce insieme a me che le cose stanno andando verso la giusta direzione». E, a questo riguardo, il relatore ha citato alcuni esempi come quello di una giovane donna affetta da sterilità che, dopo una seduta di “riequilibrio” e qualche altra di trattamento, ha potuto confermare di aver superato la sterilità. Mentre un altro caso riguardava un paziente affetto da depressione cronica, tanto da non riuscire a mantenere un posto di lavoro e di essere “allontanato” dalla propria famiglia. «Dopo due trattamenti – ha precisato il relatore – il suo problema si è ridimensionato ed ha potuto riprendere una attività lavorativa, e tornare in famiglia. Ora, il mio “Io” vorrebbe credere che abbia sciolto quello che il paziente riteneva essere un periodo di tristezza, mentre in sostanza ho riequilibrato il suo corpo e lui ha riequilibrato se stesso». Ulteriori esempi ed approfondimenti da parte di Pilipovich hanno contribuito a meglio comprendere il suo metodo trattamentale, passando alla dimostrazione pratica coinvolgendo il pubblico e suscitando nel contempo da parte di alcuni qualche perplessità…

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