India, i fucili dei marò uccisero i pescatori

 

 

 

NEW DELHI – La polizia indiana ha confermato oggi che, secondo la perizia sui fucili sequestrati a bordo della Enrica Lexie, cui risulta che da due di essi sono partiti i proiettili che hanno ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio. Il contenuto del rapporto del Laboratorio scientifico della polizia comincia, infatti, a filtrare ai media. “I periti – scrive l’agenzia di stampa Pti – hanno lavorato su otto fucili identificando i due da cui sono partiti i proiettili mortali”.

Citando il rapporto preparato a Trivandrum e consegnato al giudice istruttore di Killam ed al responsabile del Gruppo investigativo speciale di Kochi, commissario Ajith Kumar, l’agenzia indica che “la polizia ha sequestrato dopo l’incidente sei fucili Beretta e due mitragliette FN Minimi di fabbricazione belga fra le 15 armi ed i 10.000 proiettili presenti sulla nave”. I due fucili Beretta utilizzati per commettere il reato, si dice ancora, “sono stati identificati dopo test scientifici”. “Abbiamo potuto identificare le due armi – sostengono i periti – dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai cadaveri delle vittime. Nessun arma da cecchino è stata utilizzata per l’uccisione dei pescatori”. “E non abbiamo localizzato – concludono gli esperti secondo l’agenzia – alcuna alterazione nel materiale sequestrato”

Un alto responsabile del Laboratorio scientifico della polizia (Fsl) di Trivandrum ha detto al riguardo al giornale che ”coincidono il tipo di scanalature sui proiettili che erano nei corpi dei pescatori e su quelli sparati nei test di due fucili Beretta ARX 160”.”Dopo aver condotto accurati test sui sei fucili Beretta sequestrati – ha precisato il responsabile – il Laboratorio ha identificato i due usati per uccidere i pescatori”. Al riguardo, conclude il giornale, il Fsl ha consegnato ai responsabili dell’inchiesta un dettagliato rapporto riguardante i test di tiro, la balistica e le impronte digitali”. Consultato dall’ANSA, il commissario Ajith Kumar, responsabile del Gruppo investigativo speciale (Sit) che ha realizzato il sequestro delle armi a bordo della petroliera, non ha voluto commentare la notizia. La notizia viene riferita oggi anche dal quotidiano The Hindu, secondo cui il rapporto del Laboratorio scientifico e’ sato consegnato mercoledi’ scorso al magistrato di Kollam che sta istruendo la causa contro i maro’ in carcere a Trivandrum. Questo sviluppo, sottolinea il giornale, potrebbe portare ad una decisione favorevole per il rilascio della nave sotto sequestro dal 26 marzo scorso.

Intanto oggi la Corte Suprema indiana ha accolto  il ricorso dell’armatore della Enrica Lexie contro un precedente verdetto di un tribunale del Kerala che bloccava la partenza della nave. Dopo aver sentito gli avvocati della compagnia di navigazione italiana, i giudici hanno aggiornato l’udienza al 20 aprile.

I giudici della Corte Suprema, R.M. Lodah e H.L. Gokhale hanno chiesto alle autorità di New Delhi e a quelle del Kerala di comparire davanti al massimo organo giudiziario indiano. In particolare, l ‘avvocato dell’armatore, K.K. Venugopal, ha detto che la nave non è sottoposta ad alcun sequestro e che non é coinvolta in alcun modo con l’uccisione dei due pescatori. Una tesi il giudice ha accolto positivamente. “Se qualcuno spara da una casa – ha commentato – forse la casa viene sequestrata? “.

Fonte: Ansa

 

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