IN ONORE ALLE VITTIME DELLA PANDEMIA

Ricordare è doveroso ma ancor di più mettere in pratica ciò che la sofferenza ha insegnato: di fronte al dolore e alla morte nessuno è diverso

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e opinionista)

Contrariamente a qualche previsione sembra che ci stiamo avvicinando (con ancora le necessarie cautele) alla fine del tunnel pandemico, lasciandoci alle spalle una infinità di problemi esistenziali, peraltro legati alla “quasi” improvvisazione, alle relative difficoltà politico-gestionali e alle conseguenti ripercussioni economico-finanziarie. Per il vero forse non è ancora ora di tirare le somme, ma non si può non spendere un pensiero e una parola per tutti quelli che si sono ammalati a causa del virus Sars-CoV-2 (oggi guariti), per gli operatori sanitari e i volontari che si sono prodigati sino all’estremo per la loro cura ed assistenza; e per tutti i pazienti che non ce l’hanno fatta (siano essi persone comuni che operatori sanitari in servizio e volontari). Per questi ultimi sarebbe doveroso soffermarsi ulteriormente a conforto dei loro famigliari e amici che, in non poche occasioni, non hanno potuto dare loro l’ultimo abbraccio e l’ultimo saluto; e per molti di essi non avere una tomba su cui posare un fiore. È certamente triste fare i conti con una cruda realtà che ha messo in ginocchio il mondo intero (pochissime le eccezioni), e recriminare oggi sull’operato può servire a qualcosa? Probabilmente no, anche perché in questo anno e mezzo molto si è detto e molto si è scritto, spesso esprimendo opinioni e consigli assai divergenti sul come comportarsi, cui sono seguiti atteggiamenti e prese di posizione che hanno complicato ulteriormente diverse situazioni: favorevoli e contrari alle restrizioni (lockdown e sanzioni) e più recentemente anche ai vaccini anticovid, il cui obiettivo è il raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge. Concetto, questo, ben spiegato e che riprendo dal sito dell’IRCCS Humanitas. «I vaccini possono essere di diverso tipo; quelli contro COVID-19 (a differenza di altri che possono contenere forme modificate di un virus o di un batterio) contengono una sostanza particolare presente nello stesso virus, la proteina Spike, che da sola non provoca la malattia ma ha il compito di sollecitare una risposta immunologica simile a quella causata dall’infezione del virus SARS-CoV-2, insegnando al nostro sistema immunitario a rispondere, quando attaccato, in breve tempo, grazie a una sorta di memoria immunologica». L’informazione da parte della cronaca è stata fin troppo “abbondante” e talvolta per certi versi anche un po’ allarmistica, un po’ meno gli approfondimenti da parte della stampa di settore, anche se i molteplici siti istituzionali hanno cercato di contribuire come meglio hanno potuto, sia pur considerando qualche inefficienza… del resto non tutte le ciambelle riescono con il buco. Una innocente battuta, non per fare dell’ironia, ma semplicemente per sdrammatizzare a conforto di tutti e, per ricordare chi ha lasciati prematuramente, mi ha colpito una preghiera per le vittime del Coronavirus, che ho ricavato dal sito del quotidiano cattolico Avvenire per la Giornata Nazionale del 18 marzo, e che qui ripropongo.

Signore Padre buono e misericordioso,/ascolta la preghiera delle tue figlie e dei tuoi figli/in questo tempo oscurato/dalle ombre della malattia e della morte,/La Pasqua di Cristo,/ verso la quale siamo incamminati, illumini il nostro pellegrinare/. Donaci occhi, mente e cuore/per sostenere le famiglie, soprattutto le più provate; per prenderci cura dei bambini,/ accompagnare i giovani,/ dare forza ai genitori e custodire gli anziani./ Dona guarigione agli ammalati, pace eterna a chi muore./ Indica ai governanti la via per decisioni sagge/e appropriate alla gravità di quest’ora./ Dona forza ai medici, agli infermieri,/agli operatori sanitari,/ a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza,/affinché siano generosi, sensibili e perseveranti./ Illumina i ricercatori scientifici,/rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche./ Lo Spirito del Risorto sostenga la nostra speranza./ Per la forza del suo Amore, o Padre,/rendi ciascuno artigiano di giustizia,/di solidarietà e di pace, esperto di umanità./ Donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene,/e i gesti di tutti profumino di carità fraterna per essere testimoni del Vangelo della gioia,/fino al giorno in cui ci introdurrai,/con la beata Vergine Maria, san Giuseppe e tutti i santi,/al banchetto eterno del Regno./ Amen”.

Il mio modesto pensiero di ex paziente covid, ma soprattutto di persona credente e preposto alla comunicazione sociale, non vuole “imporsi” in alcun modo agli atei e agli agnostici, e tanto meno ai componenti dei vari movimenti anti-covid, ma “sollecitare” le loro coscienze affinché comprendano (o si sforzino di comprendere) che allontanarsi da chi soffre, come pure da chi si dedica a lenire tali sofferenze, ci differenzia davanti al Giudizio universale; e ciò con il massimo rispetto di ogni credo. Ma queste ultime persone incredule e incerte che per loro “coerenza” non vogliono essere salvate perché l’aiuto implica un cambiamento, e che per restare uguali a volte è richiesto un certo sforzo, semplicemente direi loro che occorre coraggio per guardarsi allo specchio e vedere oltre il proprio riflesso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *