I Rom non sono Romeni

Un collega romeno ci scrive e chiede spazio per spiegare, in modo dettagliato, il concetto che un Rom non è un romeno, ma spesso viene confuso come tale.  Fatta la doverosa premessa, che sia i romeni che i rom per noi sono identici, in quanto persone aventi la stessa dignità, gli stessi diritti e doveri,  diamo volentieri spazio a Antonescu per la sua interessante delucidazione.

Rom, gli zingari, dell’India, sono 12 milioni in tutto il mondo. Gli otto milioni presenti in Europa costituiscono la più grande minoranza che noi abbiamo.

Isabel Fonseca, una giornalista americana e precedentemente vicedirettore del Times Literary Supplement, è autrice di Seppellitemi in piedi, uno studio sui Rom scritto dopo quattro anni di lavoro sul campo, a contatto con loro. Ella ha concluso che i Rom, assieme agli ebrei, sono gli antichi capri espiatori; con gli ebrei sono stati uccisi nei campi di concentramento.

Tradizionalmente i Rom mai hanno conservato memorie scritte, nè esiste una tradizione orale. Le ricerche sulle loro origini sono iniziate con una sistematica analisi filologica della loro lingua (Romani), che è stata inequivocabilmente definita una lingua sanscrita, della famiglia indo-europea. Parole come dand (dente), mun (bocca) lon (sale), akha (occhi), khel (gioco) sono analoghe alle parole delle lingue indiane del nord-ovest come il Punjabi e l’Hindi. Una prova di ciò è l’uso da parte degli stessi Rom della scala della musica bhairavi, come anche il ritmo del bol.

I Rom derivano dal gruppo di tribù denominato Dom, gruppo ancora superstite in India, essi si sostentano lavorando come musicisti erranti, fabbri, operatori ecologici, e canestrai. Questi nomadi sono emigrati dal nord-ovest dell’India in Persia nel 950 d.C., per invito dello Shah Behram Gur, il quale accolse 12.000 musicisti per i suoi sudditi. Essi arrivarono in Europa nel 1300 fuggendo dalla forzata conversione all’Islam da parte dei Turchi. E in Europa furono accusati di essere le spie dei Turchi e ancora perseguitati.

Gli studiosi hanno fatto molti sforzi allo scopo di provare l’origine indiana dei Rom, ciononostante tutti hanno fallito per mancanza di prove convincenti. Alcuni racconti presi come punti di riferimento, come le storie di Firdawsi, sono caduti in discredito. Tutti i popoli che sono stati presuntamente collegati ai Rom, ovvero Dom, Luri, Gaduliya Lohar, Lambadi, Banjara, ecc. non hanno in realtà alcun rapporto etnico con essi, e neanche origini comuni. L’unica somiglianza apparente consiste nello stile di vita errante e nei mestieri tipici comuni ad ogni tribù transumante, di qualsiasi estrazione etnica essa sia. Tutti questi mancati risultati sono la conseguenza naturale di ricerche svolte su dei parametri sbagliati: hanno infatti ignorato l’essenza della cultura Rom, cioè, l’eredità spirituale, la quale è incompatibile con qualsiasi popolo dell’India.
La storia dei Rom in Europa è un cuore di tenebra, una storia orrenda compresa dai verbali dei processi e dai documenti. In Ungheria in un caso che coinvolse nell’orrore 150 Rom, 41 furono torturati sino a confessare di essere cannibali, 15 uomini furono impiccati, sei sottoposti al supplizio della ruota, due squartati, e 18 donne decapitate, prima che il monarca asburgico Giuseppe II ordinasse un’inchiesta che rivelò che tutte le supposte vittime del loro cannibalismo erano in realtà ancora in vita. Durante la seconda guerra mondiale i Nazisti hanno sterminato circa cinquecento mila Rom. Nel Processo di Norimberga, i legali dei Nazisti argomentarono che il genocidio dei Rom era giusto dal momento che essi erano stati puniti come criminali e non come razza (sono Ariani). Nessuno era presente per parlare a favore degli zingari e il tribunale internazionale accettò questa giustificazione.

Antonescu Costel
(giornalista, corrispondente per l’Italia di realitatea tv Romania)

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