IN ASCESA LO STUDIO SULLE CONSEGUENZE DEL LONG COVID

Sono già evidenti segnali sulla loro importanza, come è importante per la diagnosi e le cure la sinergica collaborazione tra pazienti, medici di famiglia, specialisti e Istituzioni sanitarie

di Ernesto Bodini*

La letteratura scientifica è ancora scarna ma i mass media e l’editoria in genere continuano a diffondere quelli che sono stati definiti (da alcuni) “gli effetti negati”, ossia l’evoluzione del cosiddetto Long Covid causata a distanza di tempo dall’infezione della Sars-CoV-2 (acronimo dall’inglese Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2). Si tratta di conseguenze patologiche, tra le più varie, che decine di migliaia di italiani (e non solo) denunciano disturbi a distanza di mesi dopo le iniezioni di anticovid, ma soprattutto dopo aver contratto il virus, e le cui cause non sono ancora del tutto chiare. Ma quali ad esempio? Sintomi della malattia come stanchezza, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, febbre, confusione mentale, palpitazioni, insonnia e ansia che, nel loro insieme, possono determinare ulteriori complicazioni polmonari, trombosi, infarti, embolie, diabete, danni renali a fegato, pelle e capelli, disturbi psicologici, etc. Indubbiamente è un quadro che comincia a destare ulteriori preoccupazioni non solo per chi manifesta tali sintomi, ma anche per ricercatori e clinici che si stanno prodigando per cercare di capire il più possibile l’evoluzione di questo fenomeno post pandemico, ovvero il Long Covid. Una ulteriore sfida della Scienza con ulteriori sforzi a dir poco impegnativi, ma ciò nonostante non si vuole ammettere, ribadisco, che con troppo anticipo le autorità (non a caso i politici-gestori) hanno dato il via libera all’obbligo delle mascherine, oltre a limitare gli assembramenti. Ma non solo. A causa di questa precoce “via libera”, anche nei supermercati dove si profila la promiscuità del personale e dei clienti che si sono liberati delle mascherine; per non parlare degli spettacoli in arene e stadi dove si sono radunate decine di migliaia, a mio dire, di irresponsabili…, una sorta di azzardo che pagheremo a caro prezzo! Tanto per incominciare la curva endemica sta risalendo con infettati, ricoveri, decessi; inoltre le Autorità politico-sanitarie suggeriscono agli over 80 e soggetti fragili di sottoporsi alla quarta dose di vaccino anticovid. Ma tornando agli effetti del Long Covid è indubbiamente una sindrome in gran parte ancora sconosciuta (del resto siamo ai suoi esordi), tant’è che gli scienziati stanno cercando di capire perché una certa percentuale di pazienti non riesce a guarire del tutto, a differenza di altri che hanno superato la malattia in tempo più brevi… e senza sequele. È evidente che occorrono più casi clinici e più dati da esaminare e, questo, richiederà tempo se non anche investimenti di risorse umane e finanziarie. Ne consegue che capire il meccanismo che sta alla base del Long Covid diventerà determinante per individuare la terapia, anche perché attualmente non ci sono trattamenti specifici, oltre al fatto che i soggetti che ne sono affetti hanno difficoltà a farsi riconoscere la malattia dal SSN, anche se sono milioni le segnalazioni raccolte dai medici per problemi che perdurano a distanza di mesi dalla fine del Covid-19 come ho citato poco sopra.

Proprio perché non sono uno stretto addetto ai lavori ma un divulgatore scientifico, e pertanto con alcuni limiti, ritengo utile citare ancora una volta l’autorevolezza dell’internista e pneumologo, oltre che scrittore, prof. Sergio Harari che, con la giornalista scientifica Vera Martinella, ha dato alle stampe “Post Covid”, sottotitolo “Che cosa dobbiamo sapere sulle conseguenze a lungo termine del virus per corpo e mente” (Ed. Solferino – Corriere della Sera, 2022, pagg. 234, euro 14,50). Gli autori, nel definire in  modo semplice (comprensibile anche al profano) le caratteristiche di questo che potremmo definire “fenomeno medico-scientifico e sociale”, ne evidenziano in forma estensiva la ricca sintomatologia della sindrome, quali i soggetti a maggior rischio e quali gli organi maggiormente interessati e, in particolare, le conseguenze per l’intestino e il fegato, i danni ai reni e le sequele che si manifestano anche in bambini e adolescenti. Inoltre, molto utili le indicazioni che comprendono quale check-up da fare dopo il Covid, un approfondimento sull’impatto psicologico sulla società, e la prospettiva dei pazienti. Dunque, a mio avviso si tratta di dedicare un po’ del proprio tempo alla corretta informazione, coinvolgendo il proprio medico di famiglia il quale sarà in grado di fare una prima (sia pur sommaria) valutazione e, se il caso, dare indicazioni per un consulto di questo o quel specialista e/o eventuali altri accertamenti diagnostici. Purtroppo, ritengo doveroso precisare, l’informazione in questo campo non è recepita dalla maggior parte della collettività, e sarebbe bene che le Istituzioni preposte si prodigassero fornendo indicazioni “più vicine” a tutti gli interessati (ma anche ai persistenti non vax), perché sapere e non sapere fa sempre una grande differenza. Del resto, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior ignorante di chi non vuol sapere!

*(giornalista scientifico) 

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