“Il volontariato inatteso”: pubblicato il nuovo identikit del volontariato toscano

300mila i volontari toscani. Malati, bambini, anziani e migranti i principali destinatari dell’azione volontaria. Il 78% delle associazioni è iscritto al Registro. Il 20% è un volontariato ‘inedito’: attivo nel sociale e nella difesa dei beni comuni, di recente costituzione, flessibile e con forte propensione al lavoro di rete e all’animazione territoriale. Il 66% degli studenti toscani boccia le strategie comunicative delle associazioni e il 55% non conosce il Servizio civile nazionale.

 

Firenze, 26 novembre 2012. Pubblicata da Cesvot la terza indagine sul volontariato toscano condotta dall’Università di Pisa (“I Quaderni”, n. 60, 2012, pp. 286). Dalla ricerca “Il volontariato inatteso. Nuove identità nella solidarietà organizzata in Toscana”, a cura di Andrea Salvini e Luca Corchia, emerge un primo importante dato: le 850 associazioni coinvolte nell’indagine mobilitano circa 75mila volontari. Ciò significa che complessivamente i volontari toscani sono circa 300mila, di cui il 46% è donna. Il 78,3% delle associazioni toscane è iscritto al registro del volontariato. Il 32,7% delle associazioni opera nel settore sociale, il 29,4% nel sanitario, il 13,4% nel socio-sanitario, il 25,5% in ambito culturale, ambientale, tutela dei diritti e volontariato internazionale. Malati, bambini, anziani e migranti i principali destinatari dell’azione volontaria.

Come sottolinea il titolo del volume, il dato forse più significativo della ricerca è l’emersione in Toscana di un volontariato ‘inatteso’ che presenta cioè caratteri inediti e nuovi rispetto al volontariato a cui siamo tradizionalmente abituati. Si tratta di un volontariato consistente seppure minoritario: esprime, infatti, circa il 20% delle associazioni toscane, gran parte delle quali di recente costituzione. Questi i suoi tratti salienti: molto attivo nell’impegno sociale e nella difesa dei ‘beni comuni’ (cultura, ambiente, territorio), lavora in rete con enti locali ed altri soggetti del terzo settore, pragmatico, con forte propensione all’animazione territoriale e comunitaria, tende ad intervenire con azioni mirate di problem solving, talvolta è portatore di competenze e conoscenze di alto livello, presenta una struttura organizzativa fluida e flessibile, può contare su un bacino abbastanza ampio di volontari che spesso svolgono anche altre attività in ambito sociale e culturale.

Complessivamente il volontariato toscano vede una buona percentuale di associazioni (57%) collaborare stabilmente con il Comune, mentre solo il 17,9% con le Provincie. L’83% delle associazioni attive in ambito socio-sanitario collabora, invece, soprattutto con le Asl. La metà di tutto il campione collabora con cooperative e associazioni di promozione sociale e il 45% con scuole e università. Il 30% delle associazioni ha coinvolto i propri volontari in attività di formazione. Rispetto alle attività di comunicazione solo il 30,7% delle associazioni dichiara di comunicare con i propri soci e volontari attraverso mailing list. La ricerca ha anche valutato il cosiddetto ‘indice di sofferenza’: le associazioni toscane lamentano soprattutto la riduzione delle risorse, la difficoltà a reclutare nuovi volontari e l’elevato turn over.

Un’intera sezione del volume è, infine, dedicata a ‘giovani e volontariato’. Dall’indagine, che ha coinvolto 1264 studenti delle scuole superiori toscane, emerge che metà del campione considera il volontariato un “modo per sentirsi soddisfatti di se stessi” e “per fare attività socialmente utili”. La maggioranza degli studenti che svolgono attività di volontariato operano in ambito sociale e ben il 68% dichiara di essersi avvicinato al volontariato grazie ad amici, familiari ed insegnanti, mentre il 17% afferma di aver deciso ‘da solo’ e soltanto 5,3% dichiara di aver scelto grazie a campagne pubblicitarie, depliant o internet. La gran parte dei giovani toscani, infatti, boccia le strategie comunicative delle associazioni: il 66% le giudica ‘poco o per niente’ coinvolgenti ma il 76% vorrebbe ricevere maggiori informazioni sulle attività delle organizzazioni di volontariato. Infine, il 55% dichiara di non conoscere il Servizio civile nazionale.

Il volume è consultabile gratuitamente online su www.cesvot.it (>pubblicazioni>periodici>quaderni). E’ possibile richiederne una copia compilando il modulo online. Chi lo desidera può ricevere tutti i volumi pubblicati nella collana “I Quaderni” in abbonamento gratuito compilando il modulo abbonamento gratuito.

Cristiana Guccinelli
Responsabile Ufficio stampa

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