L’angolo di Full: “Il veggente”

Il veggente

Una sera di tanti anni fa, planò sul mio prato verde di ragazzo uno strano chiromante egiziano, col naso di gabbiano e gli occhi sporgenti da granchio, forse per aver attraversato il mare. Volle leggermi la mano per mera simpatia dopo aver appurato che i pochi soldi del mio portamonete non bastavano a pagare nemmeno la metà della sua modesta tariffa di veggente, oppure divertito dalla mia proposta economica di leggermi solo due polpastrelli.
Più che una previsione, mi sembrò una iniezione di fiducia al povero cristo che vedeva in me, infatti mi riferì solo buone notizie. Tuttavia mi colpì il fatto che confrontasse ogni segno della mia mano con un grosso tomo zeppo di seducenti e astrusi caratteri arabi e, da come torceva quegli occhi da granchio per decifrare ogni simbolo, capii che non stava barando.
Mi annunciò che il peggio me l’ero ormai sfangato e anche la mia situazione precaria (diciamo di merda) avrebbe preso una svolta molto positiva. Ma… come? Quando? Insistevo. Presto, presto: entro due, tre anni, m’assicurava. Due, tre anni: un periodo che, a vent’anni, suona un’eternità. L’amore? Lo vedo molto lontano, ma è meglio così: avrai tutto il tempo per divertirti. La vita? Lunga, lunga. Ma quanto? Quanti anni? Oltre i settanta. Oltre quanto? Settantadue. Settantadue anni! All’epoca, erano ben oltre l’età media e nemmeno li sapevo immaginare tanto erano lontani… lontanissimi! Che pacchia di vita mi stava aspettando!

Tuttavia ero abbastanza disincantato da credere ben poco a quelle previsioni proprio perché erano troppo da “…e visse felice e contento”. Ma quella figura di uccello con gli occhi da granchio non m’abbandonò più. Così, quando nei successivi tre anni, decollai dalla condizione di operaio a quella di responsabile di un importante ufficio, tornai con la mente a quello strano tipo e rividi la sua fronte che s’imperlava di sudore nell’impegno della lettura. Tuttora mi piace pensare che una parte del merito ce l’abbia pure lui e gliene sono riconoscente. Quantomeno, gli riconosco i sentimenti di speranza e fiducia che aveva saputo infondermi. Non capii granché della sua previsione sull’amore, ma è certo che le cose migliori mi capitarono abbastanza tardi. Dunque, c’aveva azzeccato anche lì.

primo piano di Fulvio Musso     Avevo spesso pensato che una persona con l’aspetto così particolare potesse fare solo il veggente. Ma via via che il tempo mi scrosciava addosso, m’inquietavo all’idea che la sua figura fosse così insolita perché lui lo era davvero veggente.

Inesorabili, gli anni mi hanno lavorato per bene e, come un treno ormai, scorrono i giorni, i mesi, le stagioni. Improvvisamente sono arrivati i sessantotto, i settanta… Oggi concludo i fatidici settantadue anni e sono ancora qui, anzi, sto ch’è una bellezza.
Per quanto bravo, quello strano egiziano col naso d’uccello, non poteva azzeccare il cento per cento delle previsioni. Non ci riesce nessuno! E’… impos… sibile… assolut… amen… …

Fulvio Musso

2 thoughts on “L’angolo di Full: “Il veggente”

  1. L’angolo di Full: un appuntamento a cui non potrei più mancare!
    Grazie di scrivere ancora!

  2. Soltanto settantadue? Pensavo molti di più!
    Cmq sia ne hai qualcuno in più di me… di anni!
    Forse non perdendo la buona abitudine del “ballando al buio” e andando più spesso allo Stadio, non ci sarebbe alcun bisogno di veggenti… tanto non ci azzeccano mai!
    Un saluto, Full, come avrai capito, sto ascoltando musica!

    A presto.
    Lucia

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