IL SENSO DELLA MISURA E IL CAVALIERE…

Di Marcella Onnis

A volte, si sa, le persone perdono il senso della misura e, quando ciò accade, capita che finiscano con il risultare ridicole. Quando, però, ciò accade alle forze dell’opposizione, fuori e dentro il Parlamento, l’episodio si colora di una vena di tristezza perché ne emerge tutta la scarsità di argomenti di cui esse dispongono per contestare la maggioranza e convincere l’elettorato che essa non merita il suo voto.

Scatenare un finimondo perché un giornalista delle reti pubbliche ha invitato il Premier a tornare in trasmissione con un “questa è casa sua” è segno – permettetemi di dirlo – di pochezza intellettuale. Sicuramente l’uscita di Stefano Ziantoni è stata inopportuna, ma è sicuramente meno allarmante del servilismo mostrato da altri colleghi, anche più illustri come l’”intoccabile di casa Rai”. Del resto, il conduttore di Uno Mattina, quello stesso caloroso invito l’aveva, a suo tempo, rivolto pure all’on. Bersani, come il Tg1 ha opportunamente ricordato con l’infallibile prova-filmato.

Non sono certo queste le situazioni per cui si può accusare Berlusconi di controllare l’informazione, soprattutto non dopo aver assistito ad episodi ben più gravi (e rimasti “impuniti”) come la cacciata dalla Rai di un grandissimo giornalista come Enzo Biagi, il cui acume ed il cui equilibrio continuano ad essere un esempio per chi svolge questo mestiere.

Né è sensato puntare il dito contro la vita privata del Premier: indagando sui suoi amori, sui suoi divertimenti, sui suoi figli … Non è per queste cose che un politico dovrebbe essere giudicato, ma per il suo modo di gestire la cosa pubblica, per il suo modo di interpretare il proprio ruolo istituzionale. Le sue vicende private dovrebbero entrare in gioco esclusivamente se e nella misura in cui possono gettare effettivamente ombre sul suo operato di uomo pubblico. E poiché, anche restando entro questi limiti, elementi per cui dubitare di lui ce ne sono parecchi, perché scavare in una realtà che dovrebbe restare solo affar suo? Così facendo si passa dalla parte del torto. Ha ragione, poi, Berlusconi a dire che episodi come questi e trasmissioni come Annozero fanno il suo gioco: lo trasformano in vittima agli occhi dell’opinione pubblica, con la conseguenza che, al momento di votare, in molti scelgono lui per “risarcirlo” del danno subito.

Sarebbe bello se i partiti del centrosinistra, anziché preoccuparsi di quante ragazze hanno partecipato al party a Villa Certosa, del rapporto tra il Cavaliere ed i suoi figli o del modo in cui i giornalisti gli si rivolgono, dedicassero un po’ più tempo a elaborare programmi seri e concreti con cui diventare una vera, credibile alternativa di governo.

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